Chiese, raccolta firme per sistemare gli argini

Chiese, raccolta firme per sistemare gli argini
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Già da qualche tempo, mesi ormai, si era parlato del piano sicurezza dalle piene, teatro di enormi problemi sorti nei paesi dell’Alto mantovano. 25 erano i milioni di euro che fino alla fine del 2015 mancavano ai paesi mantovani per tranquillizzare i cittadini residenti in aree soggette a queste tipologie di eventi, in quanto attraversati da imponenti corsi d’acqua snodati in un reticolo di fiumi minori. Dopo lo stand by dei fondi dovuti dalla crisi economica che ha colpito il territorio e non solo, i soldi che sono arrivati fino ad ora, sono stati utilizzati con il contagocce e per la maggior parte dei casi per costruire poche centinaia di metri utili a rialzare solo una parte di argine. Inutile quindi specificare che in caso di esondazione, causato dall’aumento del livello dell’acqua nel fiume, fuoriusciva proprio dalla parte più bassa, il varco che si era creato. In specifico per Asola, l’Aipo, l’Agenzia interregionale per il Po, aveva investito un milione di euro per migliorare la situazione che attanaglia da anni alcuni quartieri del paese, come il villaggio Chiese e alcune cascine site nella periferia nord.

Poco tempo dopo, in aiuto a queste aree, nuovamente grazie a Aipo, e nello specifico Franco Donelli, il direttore dei lavori, viene dato il via alla realizzazione di un lungo argine in ghiaia e terra che avrebbe, oltre che protetto le abitazioni sopra cicate, anche collegato la strada bassa per Casalmoro all’argine del Chiese posto dietro piazzale Forchini. Ma i cittadini sono comunque allarmati dalla persistente presenza di sporco sul letto del fiume che non permette all’acqua di defluire in modo corretto. Non riusciendo completamente a capire chi, in effetti, si dovrebbe occupare di questo problema, la ragione, di fatto, sta che nessuno riesce a prendersi a cuore l’argomento, tanto da andare alla radice delle cause. Perché si continua a innalzare gli argini e non si iniziano a pulire i fossi se questo potrebbe portare a un miglioramento delle condizioni ambientali? Chi deve svolgere questo lavoro? Nell’800 spettava agli ufficiali e i sorveglianti idralulici, ora non più esistenti, poi siamo passati ai consorzi di bonifica, ai Carabinieri, al Corpo Forestale, in via di soppresssione, ora, nel 2016, è invece il cittadino stesso a doversi autoincaricare e chiedere incontri per trovare una soluzione.

Con la costruzione di alcuni edifici, inoltre, quali la Pompea, il condominio sotto il ponte del Chiese, la zona industriale e artigianale, sono state di fatto bloccate le vie che permettevano all’acqua di defluire. Una parte dei cittadini, in particolare il Comitato del Villaggio Chiese, ha pensato quindi di stilare un elenco di firme utili a far presente la gravità della situazione al comune di Asola, sperando che ciò porti a una soluzione positiva del problema in tempi relativamente brevi.


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