Castenedolo, l'attività dell'Avis

Castenedolo, l'attività dell'Avis
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«Il dono del sangue non si fabbrica, si può solo donare». E' con questo spirito che l'Avis di Castenedolo da ben 51 anni sensibilizza la cittadinanza. Era il lontano 1965 quando il dottor Butturini aveva lanciato un appello dopo che una bambina malata si era aggravata e aveva bisogno di sangue. In 17 si sono uniti e, supportati dalla sezione di Brescia, il 2 maggio 1965 hanno fondato la sezione di Castenedolo nell'abitazione del dottore. Poi si sono trasferiti nella scuola materna «Riccardo Pisa» fino al 2006, ma allestire ogni volta una scuola materna per le donazioni domenicali con 22 postazioni non era proprio il massimo della comodità per i volontari. Così adesso il riferimento per le donazioni rimane la sede cittadina di San Zeno e la nuova sede di via Vittorio Veneto, che sorge in un appartamento confiscato alla mafia e affidatogli dal Comune, rimane la base del consiglio direttivo presieduto da Marco Mordall'aprile 2014, delle riunioni di coordinamento e preparazione delle donazioni trimestrali, magazzino di documenti e strumentazione. «Una sorta di piccola Asl - ha commentato Mor - tutto è ben catalogato e archiviato, e dei nostri donatori sappiamo tutto». Negli anni dai 400 donatori si è passati ai circa 230 attuali, ma i consiglieri non demordono. Ogni anno aggiungono un'idea nuova e un'iniziativa innovativa per attrarre nuovi donatori.

Presenti nelle scuole da diversi anni con interventi per far conoscere l'Avis anche ai più piccoli, coadiuvati dalla sezione provinciale e da alcuni docenti dell'Università Cattolica con il progetto «Piacere Avis, e tu?». Alle quinte della scuola primaria, seconde e terze della scuola media invece è riservata la visita alla sede cittadina «l'obiettivo è sempre quello di entrare a scuola per poi arrivare ai genitori» ha aggiunto Mor. Tre anni fa la sezione, insieme ad altre associazioni del territorio, ha vinto un bando regionale che «è stato il là per noleggiare il pullman per portare i ragazzi di terza media in visita alla sede di Brescia». Consolidato invece dal 1981 il progetto di tipizzazione con il quale invitano i ragazzi di terza media ad un prelievo del sangue per la determinazione del gruppo sanguigno. Tutti i coraggiosi partecipanti vengono ora coinvolti in una vera e propria cerimonia solenne per la consegna di una medaglietta con l'incisione del gruppo sanguigno di appartenenza. Altra strada per allacciare i rapporti con nuovi possibili donatori è la visita per gli auguri di buon compleanno a tutti i neodiciottenni che si ripete quotidianamente «si suona al campanello e si consegna di persona il biblietto di auguri, in certi casi il messaggio non basta, il contatto diretto è fondamentale» ha commentato il signor Ennio, tra i primi donatori della sezione iscritto dal 1965. Da quest'anno è poi partito il progetto di sensibilizzazione anche nelle scuole dell'infanzia e nei nidi. E il contatto diretto paga perchè nei momenti di ugenza sono in tanti a rispondere agli appelli diretti. Non sempre però i donatori sono costanti, nel 2015 infatti per la prima volta è stato necessario chiedere sangue fuori provincia, alla sezione di Bergamo.

«I tempi sono cambiati» ha raccontato Ennio, entrato nel mondo Avis quasi per caso, quando, lavorando su un cantiere edile, un operaio arrivato in ritardo gli aveva detto di essere andato a salvare una vita. Da lì la curiosità e l'iscrizione insieme al fratello, prima a Brescia e poi a Castenedolo. Una vita dedicata all'Avis anche adesso che, per problemi di salute, non può più donare «ma ce l'ho dentro» ha commentato, e si vede in lontananza. Marco, invece, dopo aver ricevuto la medaglietta per la tipizzazione a metà degli anni '80 è diventato donatore dopo la mamma «relativamente tardi a 26-27 anni, mi sono accorto che il sangue non si può comprare e senza donatori tante vite verrebbero spezzate, sono poi stato toccato personalmente da questa necessità per persone a me vicine che ne avevano bisogno». Come presidente guarda già alle nuove elezioni di dicembre invitando anche i non tesserati a candidarsi al direttivo «l'unica cosa che chiediamo è la presenza ai consigli e alle attività sul campo ed una cosa preziosa: le idee».

Melania Isola


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