Montichiari, il monastero fatiscente

Montichiari, il monastero fatiscente
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L’ex monastero di San Giorgio e l’omonima collina sono situati ai confini tra Montichiari e Carpenedolo. San Giorgio è il Santo che uccide il drago, patrono dei Templari, di Inghilterra e Portogallo e l’Italia utilizzò il suo nome sin dai tempi antichi, molto prima delle Crociate, sin dai tempi dei Longobardi, dei quali a Montichiari esiste vasta traccia. Poco distante dal colle, nel 1836 fu scoperta la fonte d’acqua, denominata San Giorgio dal Comune di Montichiari, dove dal 1966 si è sviluppato il Centro Internazionale di Fontanelle, noto nel mondo per le presunte apparizioni della Madonna Rosa Mistica. Per entrare nell’ex monastero, poi adibito a cascinale agricolo, si deve attraversare uno splendido viale con 144 tigli, 72 per parte, diritto come una canna di bambù. Questo cascinale, adibito all’agricoltura per generazioni, è ormai abbandonato da alcuni anni e giace in condizioni pietose. Fatiscente, tetti che crollano, infissi in ferro ormai spariti, pavimenti divelti, antiche colonne di marmo rubate, cancellate divelte aperture da ogni lato, immagini di santi e lapidi con scritte scomparse. Ma è ormai una zona off-limits, pericolosa soprattutto per quei gruppi di ragazzi che d’estate si avventurano in essa per gioco. Sarebbe opportuno un occhio di maggior riguardo da parte dei proprietari e del Comune per un’area da proteggere, ricca di storia, in pratica la culla della civiltà monteclarense, ed un ambiente da salvaguardare dal punto di vista paesaggistico.

Già nel VII secolo dopo Cristo ospitava un monastero di monaci, forse fondato dai Benedettini e poi utilizzato dai Domenicani. All’interno si notano ancora le stanze con colonne e soffitti a volto, tipici dei cenacoli, la chiesetta con la sua torre, il fontanile, le stalle. Dal cascinale si può salire, lungo un sentiero, sulla collina di San Giorgio dove si trova un secondo cascinale abbandonato, denominato San Giorgio Alto costruito sulle antiche vestigia di una chiesa cristiana del VII secolo, collegata forse un tempo con il monastero stesso. In quell’area furono costruite abitazioni prima dai Romani e poi dai Longobardi, di cui sono state trovate dal Gruppo Archeologico Monteclarense centinaia di tombe. Grazie alle sue acque ed alle energie benefiche delle fasce terrestri, l’area è stata inserita tra i «Luoghi di Forza», dall’omonimo libro della giornalista Paola Giovetti, che la paragona a zone quali il Santuario della Guadalupe in Messico, Machu Picchu in Perù, Fatima in Portogallo e Santiago de Compostela in Spagna. In Italia è paragonabile, per energia positiva, a Loreto (dove si trova la casa di Betlemme dove nacque la Madonna) , Assisi (città di San Francesco) e Monte Sant’Angelo (dove si trova la grotta indicata dall’Arcangelo Michele). L’area è stata dichiarata “protetta” dalla Sovrintendenza al Paesaggio e dichiarata Zona Rossa dalla protezione animali e vi si trovano specie di uccelli e lepri in libertà, oltre ad una gran quantità di pesci nelle acque del fiume Chiese che scorre ai limiti dell’area.

Mario Cherubini 


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