Carpenedolo, «educare in sella ad un cavallo»

Carpenedolo, «educare in sella ad un cavallo»
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«Educare per mezzo del cavallo è possibile?» E’ la domanda che si sono posti l’associazione Futura della bassa bresciana e il Comune, che hanno deciso di organizzare una serata conoscitiva sull’educazione equestre. L’appuntamento è fissato a mercoledì 11 maggio a Palazzo Laffranchi alle 20.30, con Michela Bonazza, pedagogista clinica e specializzata nel metodo di riabilitazione globale per mezzo del cavallo; Giuseppe Pasotti, presidente dell’associazione e dei genitori di Samuele; Anna Bondaschi, infermiera professionale; Jessica Moretti che presenterà un nuovo sportello «Tribunale», un servizio gratuito per le famiglie. Particolarmente colpito da questo progetto è apparso l’assessore ai Servizi sociali, Simone Giulietti. L’esponente della Giunta Tramonti ha sottolineato l’importanza di una serata dedicata all’autismo e ha detto che «l’intenzione è cercare altre persone che hanno bisogno di questo aiuto per inserirle in una struttura (quella dell’associazione Futura) nella quale noi crediamo. Infatti abbiamo una convenzione con l’associazione che garantisce uno scontro del 30% sulle prestazioni ai cittadini di Carpenedolo». Autismo ed educazione tramite il cavallo, dunque, saranno i temi principali nella serata ospitata da Palazzo Laffranchi.

Come sottolineano diversi studiosi, uno degli aspetti principali delle forme di autismo è la difficoltà nell’esprimere le emozioni e nel codificare quelle altrui; questo vale anche nelle forme ad alto funzionamento come ad esempio la sindrome di Asperger, dove la persona fatica ad entrare in relazione con l’altro. Il contatto tra se e l’altro può essere però sostenuto e facilitato grazie ad alcuni strumenti che aiutano la persona autistica ad avvicinarsi al mondo esterno. Tra questi, ad esempio, il cavallo rappresenta uno dei mezzi più efficaci e indicati poiché permette di stimolare la persona su più piani: da quello emotivo a quello sensoriale e affettivo sino a quello cognitivo e sociale; inoltre fornisce la possibilità di attenuare le eventuali difficoltà motorie che possono essere coinvolte. Il cavallo può aiutare la persona autistica ad entrare in contatto col mondo esterno, perchè possiede alcune caratteristiche peculiari che lo rendono unico e prezioso. In primis risveglia tutti i sensi del cavaliere autistico: il suo movimento, il suo calore e il suo odore fanno sì che tutti i sensi siano i gioco. Solamente però grazie alla competenza e alla presenza di tecnici esperti nel settore l’unione tra essere umano e nobile animale può portare a risultati significativi e benefici.

Il rapporto e la conoscenza dell’animale potenzia nella persona autistica una certa motivazione a comunicare anche con gli alti esseri umani, l’ippoterapia potenzia anche diversi ambiti della persona, come le capacità motorie/posturali. Tra l’altro la rieducazione equestre sostiene e sviluppa le capacità intellettive, poiché durante l’attività in sella l’attenzione, la concentrazione e la memoria sono necessarie per rimanere all’interno del setting che coinvolge la persona insieme all’animale e all’operatore che conduce il lavoro. Grazie poi ad un avvicinamento progressivo al cavallo che rinforza la fiducia reciproca, la persona autistica ha modo di controllare maggiormente le sue paure ed ansie, gestendo meglio le situazioni ansiogene e rafforzando l’interiorizzazione di un rapporto rassicurante e soddisfacente che sul piano affettivo rappresenta un importante passo avanti.

Valerio Morabito 


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