Fabio Rolfi: «Montichiari non perderà i suoi servizi, veterinario e d’igiene. Realtà troppo importanti per la città»

Perché serviva una riforma sanitaria e quali sono i vantaggi?
«La necessità è stata quella di mettere in sicurezza il sistema sanitario e la sua sostenibilità. Bisogna fare i conti con l’allungamento dell’aspettativa di vita e l’aumento del numero di malattie e quindi di malati cronici. Pensiamo ai diabetici. Alla Regione un diabetico cosa due mila e 600 euro all’anno, consideriamo che in Lombardia ce ne sono 500 mila. Era fondamentale costruire un sistema attorno al malato cronico affinché potesse essere curato, ma stando fuori dalle strutture ospedaliere. Questo per ragioni legate soprattutto ai costi e per garantire un’assistenza domestica efficace quanto quella che si trova nelle strutture dedicate».

Quali sono i compiti delle due nuove aziende sanitare: Ast e Asst?
«Le Ats sono le ex Asl da quindici sono state ridotte a otto, e abbiamo così ridotto le “poltroncine”. Queste si occupano di programmazione a dimensione provinciale, ovvero, cosa bisogna offrire in termini sanitari in funzione delle problematiche del territorio. Le Asst hanno invece il compito di erogare il servizio sanitario, e cioè mettere in pratica l’offerta. La forte novità di questa riforma la si vedrà in maniera concreta, grazie alla nascita di un comparto di controllo del sistema sanitario. Infatti abbiamo istituito un’ agenzia terza affidata all’opposizione consiliare, la quale avrà il compito di controllare quello che facciamo.

Le ex aziende ospedaliere non sono più solo ospedali, ma si occupano anche di gestire le pratiche sanitarie una volta che il paziente sarà dimesso. Un esempio: per la nonnina che viene operata all’anca, dopo l’uscita dall’ospedale, sarà la stessa agenzia ad occuparsi di collocarla in strutture dove sarà in grado di riprendere l’uso dell’arto».