Vincenza Nicolotti

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«La Rsa si colloca esattamente a metà strada fra l’ospedale e l’assistenza a domicilio. Ci sono ospiti non così gravi da considerare un ricovero in ospedale ma comunque problematici al punto da diventare ingestibili in famiglia». Un lavoro particolarmente impegnativo quello della dottoressa Nicolotti che la pone a confronto quotidianamente con i problemi di salute degli ospiti, con le richieste dei parenti e con la gestione del personale.

«Per un lavoro come il nostro si tende a mettere in evidenza quello che non funziona, dimenticando a volte l’enorme lavoro che si svolge in una struttura come questa. che per la città dovrebbe diventare un vanto visto lo standard di qualità che riusciamo a mantenere. Gli operatori della Rsa appartengono alla categoria di chi ama donare, senza questo approccio in una struttura come la nostra non si può lavorare e la maggior parte dei nostri operatori è molto motivata». Un ambito medico in cui ci si trova ad «accompagnare» l’anziano.

«E’ difficile ogni volta “lasciar andare” una persona. Un sostegno viene dalla formazione professionale e dal supporto di un credo religioso che aiuta in particolare nel momento del trapasso. Il mio è un lavoro arricchente ma ti mette a confronto con la realtà del nostro destino».


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