Il viaggio del comandante dei vigili sui luoghi del sisma
Amatrice andata e ritorno. Nel dramma del terremoto che ha distrutto Amatrice, Norcia e tutte le piccole frazioni e i borghi di quella terra che continua a tremare, il lavoro dei tanti volontari giunti da Calcinato è stato fondamentale per assistere le popolazioni colpite dal sisma. Tra quegli angeli, c'era anche Roberto Soggiu, comandante della polizia locale del paese, che a due anni dalla pensione, non si è tirato indietro per collaborare ad un impresa che non ha divise. Il racconto del comandante è di desolazione ed emozione, una di quelle esperienze che ci si porta dentro per tutta la vita.
"Siamo partiti venerdì 18 alle 22.30 da Brescia Centro con una colonna mobile formata da due autotreni carichi di lamiere e legname, in uno, una baracca da cantiere e nell'altro una roulotte, altre 4 roulotte al traino di altrettanti veicoli di proprietà di volontari, un camion del soccorso pubblico carico di 320 scatoloni con abbigliamento, scarpe e coperte. Siamo partiti in due, io e il collega Antonino Montesano con l'autovettura di servizio per effettuare la scorta del convoglio ma siamo arrivati verso le 9 del giorno dopo per diversi imprevisti per strada".
"Diretti ad Amatrice, nella località Santa Giusta, abbiamo trovato una piccola comunità di 60 persone raggruppate in un ex maneggio, trasformato in punto strategico. All'interno di questo maneggio è rimasta in piedi una struttura in muratura che è stata trasformata in una sorta di refettorio per tutti gli abitanti e per i molti volontari all'opera nella frazione.E' qui che abbiamo avuto il piacere di conoscere un vigile del fuoco di Brescia, il quale sta facendo da tramite con i gruppi di volontari attivi per organizzare raccolte e distribuzioni sempre più mirate in base all'effettiva necessità. Dopo il pranzo abbiamo fatto un sopralluogo nelle frazioni vicine, lungo il percorso definito, «via della morte». E' lungo questo percorso che in una frazione abbiamo scoperto che in piedi è rimasta solo una stanza di 16 metri quadri, dove vivono 5 persone e dove l'esercente continua la sua attività di tabaccaio all'interno di un container, circondato da macerie dove spunta ancora l'insegna del sali e tabacchi. Vogliono che la loro vita continui, anche se tra le macerie, perchè la loro vita è lì. La seconda località dove abbiamo consegnato parte del materiale è Bagnolo. Una volta raggiunto il centro, abbiamo incontrato una delle famiglie costretta a vivere in un campo. Una famiglia tutta al femminile, composta da sole donne, una delle quali ha superato i 90 anni. Tutte e 5 alloggiavano fino a poco tempo fa sotto ad una copertura ricavata da alcuni teli fissati alle piante".
«In quelle vie si vede solo distruzione. Non hanno più nemmeno gli occhi per piangere, ma hanno una forza di volontà che lascia senza parole. E mentre la terra continua a tremare, i terremotati aspettano solo ogni settimana l’arrivo dei volontari».
In edicola fino a giovedì l'intervista fiume del comandante della polizia locale, Roberto Soggiu