LATTE: STOP AGLI INGANNI SULL'ETICHETTA

LATTE: STOP AGLI INGANNI SULL'ETICHETTA
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La Coldiretti di Brescia alza la voce e si fa sentire attraverso un duro quanto eloquente comunicato: «L’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte è necessario per il 96% degli italiani che lo ritengono un elemento rilevante di trasparenza per fare scelte di acquisto consapevoli».

E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Brescia, Coldiretti Lombardia e vice presidente nazionale, Ettore Prandini , che ha fortemente voluto e sostenuto il decreto che introduce in etichetta l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero-caseari, nel commentare l’attesa firma da parte dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, dopo il via libera comunitario e il parere positivo delle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato e l'intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.
«Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso “Made in Italy”, con 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 3 venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta», ha proseguito il presidente Ettore Prandini. «Si tratta di un segnale di cambiamento anche a livello comunitario, dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza».

Ben 1,7 milioni di mucche presenti in Italia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, che è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. A livello lombardo la produzione di latte è di oltre il 42% del totale nazionale, con l’11% prodotto nella sola provincia di Brescia, dove vengono munti 12 milioni di quintali di latte destinato al consumo fresco e alla produzione delle più riconosciute DOP della filiera lattiero casearia: Grana Padano, Provolone, Gorgonzola, Taleggio, Quartirolo, Salva Cremasco, Nostrano della Val Trompia e Silter.

«L’obbligo di indicare l’origine in etichetta - continua Coldiretti - salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale».


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