Da cantanti ad attori, il coro “Big” cresce sul palco

Da cantanti ad attori, il coro “Big” cresce sul palco

Chi crede che in un paese non ci sia cosa più difficile da fare che unire i giovani si sbaglia di grosso.

Visano che già vanta la consolidata tradizione del «Piccolo coro di Visano», sta ora segnando una profonda svolta in termini di innovazione e investimento sulle future generazioni con il corso di teatro. Diciannove i ragazzi che fanno parte del coro «big» e che si sono messi nuovamente in gioco nell’attività teatrale. «Tutto è partito da una necessità – ha spiegato la direttrice del coro Nadia Matteucci- manifestatatasi durante lo spettacolo di fine anno scorso: ai ragazzi sul palco in posizioni non classiche mancava la voce, serviva poi maggiore unione nel gruppo».Problemi che non potevano essere ignorati. Detto, fatto. Quest’anno, dopo le quattro lezioni di stage a novembre, il corso c’è. A tenerlo Paola Serena, la psicopedagogista che ha lasciato tutto per dedicare la sua vita al teatro (ha collaborato con diversi maestri tra cui Lucilla Giagnoni e tiene corsi in tutta Brescia e provincia) e che i ragazzi avevano già conosciuto l’anno scorso  in occasione del loro concerto di fine anno. E’ stata proprio quest’occasione ad accendere una lampadina nella mente di Nadia che già conosceva bene Paola per dei corsi organizzati negli anni precedenti alla Tutela minori di Brescia.

Così nel novembre di quest’anno hanno proposto uno stage teatrale che ha entusiasmato i ragazzi del coro. Dallo stage la proposta di far diventare il teatro protagonista del percorso di formazione che li accompagnerà fino alla fine dell’anno con l’obiettivo di creare uno spettacolo che alterni parti teatrali e canto. E tutti i 19, ragazzi delle superiori, universitari e non, hanno accettato con entusiasmo. L’«Associazione «Piccolo coro di Visano», che crede molto nel progetto, sponsorizza una parte del corso per questo, per il momento, è riservato solo a chi fa già parte del coro, ma la volontà è quella di renderlo poi aperto a tutti i giovani.

«Quest’anno – ha spiegato Nadia – stiamo lavorando su brani a canone e cappella e questo si coniuga benissimo con il lavoro teatrale». Ma non è di certo per la volontà di diventare attori provetti che i ragazzi incontrano Paola per due ore a settimane alterne. Il gruppo sta diventando realmente tale, i ragazzi stanno abbattendo quelle barriere che, inspiegabilmente, si creano quando le persone sono tante, quelle timidezze date dalla non conoscenza dell’altro, i timori del giudizio. Hanno quindi maggiore percezione di se stessi, degli altri anche in relazione allo spazio, della propria energia reale e potenziale. Non se ne sono accorte solo Paola e Nadia, ma anche loro stessi hanno notato i progressi. «Non abbiamo più vergogna di sbagliare davanti agli altri – ha spiegato Irene – sappiamo che può capitare», le ha fatto poi eco Giorgio «e se succedesse abbiamo capito anche che possiamo non bloccarci, ci fermiamo e poi andiamo subito avanti». 

Ma ciò che è più importante di tutto «siamo diventati un gruppo più unito – ha spiegato Alessia e come lei tanti altri – non ci sono più quelle divisioni che invece prima erano evidenti. Basti pensare al primo giorno di laboratorio, siamo entrati nella stanza e ci siamo divisi subito in due gruppi. Alcune divisioni erano date semplicemente dal fatto che non ci conoscessimo bene fuori dal contesto del coro». Per far ciò Paola organizza le serate con diversi esercizi: non mancano mai riscaldamento fisico e vocale, dell’apparato fonatorio e con respiri e vocalizzi. Esercizi di gruppo, di ascolto di sè, del corpo, di utilizzo della propria energia su più livelli, e altri più dinamici che comprendono anche la voce e una primo contatto con il pubblico. «Da novembre ad oggi i miglioramenti sono già tanti – ha assicurato – E sono solo all’inizio del loro percorso».