«Caio de Rò», quando il dialetto si fa arte

«Caio de Rò», quando il dialetto si fa arte
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«La strada de la mènt» è il nuovo singolo dei «Ca de roio». Quando il dialetto diventa musica non si può che rimanere immobili ad ascoltarlo, per ritrovare un passato e scorgere se stessi attraverso una lingua nota, famigliare, di casa.

Un testo presentato al chiostro san Giovanni a Brescia all'interno dell'iniziativa «Goi de cöntàla» giunta alla 15esima edizione.

Un testo scritto da Velise Bonfante, poetessa e da sempre estimatrice del dialetto bresciano. Conosciutissimo in paese, merito anche di uno dei lavori più apprezzati dai compaesani «Ta set mia de Calsinà» con cui ha dipinto un quadro locale fatto di personaggi reali, abitudini, scorci, monumenti, attraverso una storia in cui tutti i Calcinatesi in misura diversa si sono riconosciuti.

«La passione per la musica - spiega Roberto Franzoni, uno dei fondatori del gruppo - mi è stata dal povero Alex, Aleardo Tommasi, batterista e famoso dj di Calcinato. La mia gioventù l'ho trascorsa proprio nel suo negozio di dischi. E’ lì che tutto ha preso forma lentamente. All'epoca non pensavo certo di poter prendere in mano uno strumento, la mia passione, fin da ragazzo era quella di fare il dj, metter dischi e far ballare la gente. Era il periodo dei remix, passavo il tempo a mixare, o come si faceva all'epoca registrando le cassette dei clienti che venivano in negozio. I clienti portavano un foglio con le canzoni e io preparavo la compilation. A 25 anni presi in mano la prima chitarra. Iniziai con le lezioni private, da Maurizio Viola per alcuni anni, e imparai da subito a strimpellare con le corde dividendo questa mia passione con Lorenzo Ambrosio, detto “Oeio”. Fu in quel periodo che conoscemmo Claudio Maccabiani, detto “Caio”, percussionista di Rò, la frazione di Montichiari, dove allestimmo la nostra primissima sala prove, da cui nacque anche il nome del gruppo, “Caio de Rò”» .


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