Sette miti alimentari da sfatare

Sette miti alimentari da sfatare
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A tavola abbiamo il meglio. Perché la dieta mediterranea non solo è apprezzata e invidiata da tutte le cucine internazionali, ma è anche la più sana e buona. Varia nei gusti e nei sapori, bilanciata nell’abbinamento dei suoi principi nutritivi, dalle vitamine, ai sali minerali, alle fibre, alle proteine e ai carboidrati, offre all’organismo salute e benessere, specie se il menu quotidiano è a vantaggio di ingredienti vegetali piuttosto che animali. Lo confermano anche gli esperti dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri, i quali mettono in guardia contro le diete alla moda, il cibo spazzatura, le diete senza glutine laddove non strettamente necessarie. Eppure, intorno alla dieta mediterranea e ad alcuni dei suoi componenti, ancora vigono falsi miti che è bene conoscere, per non incorrere in scelte alimentari non del tutto ottimali, specie in caso di problematiche intestinali. Vediamo quali sono.

 1) Il caffè è nemico del fegato

Falso, o almeno se le tazzine quotidiane bevute si limitano a due. In questa quantità, studi scientifici pubblicati sulla rivista americana Hepatology, dimostrerebbero infatti che il caffè è in grado di migliorare il fegato grasso, o steatosi epatica, una condizione clinica caratterizzata appunto dall’accumulo di grasso nell’organo. Il fegato, così affaticato e non più in grado di compiere adeguatamente il suo lavoro, favorisce lo sviluppo di alcune malattie del metabolismo o di patologie a esso associate, come il diabete ad esempio.

 2) Il tè verde fa bene

Nì; a questa bevanda si riconoscono proprietà antiossidanti, ma occorre distinguere se la si consuma al naturale o se si tratta di una componente presente all’interno di un integratore alimentare, compresi alcuni dimagranti, la cui azione sarebbe quindi mixata ad altre sostanza. Inoltre, in condizioni particolari, estratti di tè verde potrebbero causare anche insufficienza epatica. Meglio quindi usare  moderazione.

3) Il vino fa male

Ancora fa discutere il resveratrolo, una sostanza contenuta nell’uva rossa, cui si sono attribuite sia proprietà benefiche sia di sviluppo di gravi patologie, fra cui anche i tumori. Al riguardo gli esperti tranquillizzano: fino a due bicchieri al giorno per l’uomo e fino a uno per la donna, il vino riduce il rischio cardiovascolare e non è correlabile a un aumento delle probabilità di sviluppo di tumore, svolgendo anche una possibile azione antiossidante sul fegato. Dunque se consumato in maniera moderata, il vino non sarebbe responsabile dello sviluppo di malattie a carico di quest’organo, specie se viene consumato durante i pasti di una dieta mediterranea.

4) Le erbe sono tutta salute

Non è sempre così, perché, se gli estratti di erbe sono contenuti in integratori alimentari, potrebbero anche eccitare l’intestino, peggiorando ad esempio i sintomi della sindrome del colon irritabile. Studi scientifici, pubblicati ancora una volta su Hepatology, accrediterebbero la colpa di questo stato irritativo all’epigallocatechina-3-gallato, un composto polifenolico presente anche nel tè verde.

5) Meglio mangiare senza glutine

Certamente è una necessità in caso di intolleranza alla proteina del grano, ma non negli altri casi. Invece la tendenza alla dieta gluten-free è cresciuta nella convinzione che la povertà o l’assenza di carboidrati possa favorire il contenimento del peso, se non addirittura contribuire a smaltire qualche chilo di troppo. Il rischio è però di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, compensandole con grassi saturi, tutt’altro che buoni.

6) Una mela al giorno toglie il medico di torno

Vero, ma solo se non si soffre di sindrome del colon irritabile. Infatti un consumo abbondante di mele e pere, in caso di sintomatologie intestinali, può essere dannoso e indurre importanti effetti collaterali a causa della presenza in questi frutti di zuccheri fermentabili.

7) Il succo di frutta fa sempre bene

Non è sempre vero. Soprattutto quelli che contengono fruttosio, perché se consumati in abbondanza, potrebbero alimentare i grassi nel fegato, la già nominata steatosi epatica. Unica eccezione il succo di arance rosse che, invece, ne favorirebbe la riduzione.


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