Legami Leali è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo che unisce i 22 comuni del Garda bresciano nel segno del welfare.
Al centro del progetto eventi di sensibilizzazione, pratiche di cittadinanza attiva e recupero di quattro beni confiscati alla criminalità organizzata.
Legami Leali
Legami Leali ha come obiettivo quello di ripristinare la qualità delle relazioni tra le persone, costruire esperienze condivise di cura della comunità, dando una sostanza tutta nuova al concetto di legalità.
Il progetto interviene nei 22 comuni del Garda bresciano: un territorio apparentemente ricco e una meta turistica nota per le sue bellezze naturali, ma anche un luogo in cui sono in aumento i comportamenti trasgressivi, da parte di giovani e giovanissimi.
Coinvolgimento sul proprio territorio
Legami Leali innova il welfare territoriale chiamando i cittadini a “mettere le mani in pasta”, sia attraverso un programma di eventi di sensibilizzazione, sia grazie a sperimentazioni di pratiche di cittadinanza attiva
Recupero dei beni confiscati alla mafia
Uno dei punti nevralgici del progetto Legami Leali sarà il ripristino di quattro beni confiscati alla criminalità organizzata. L’idea è quella di creare una filiera di alloggi per il turismo sociale; un progetto, quindi, in linea anche con la vocazione turistica del Garda.
Inoltre, Legami Leali attiverà, coinvolgendo centinaia di giovani e famiglie e con l’aiuto dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata (CROSS) dell’Università degli Studi di Milano diretto dal professor Nando Dalla Chiesa, una ricerca sulla presenza e percezione delle mafie sul territorio, nonché, appunto, sulle idee di riutilizzo dei beni sottratti alle mafie che dalla comunità stessa emergono.
Giovani, formazione e lavoro
Anche la formazione avrà la sua parte attraverso un programma di laboratori, approfondimenti e percorsi di alternanza scuola – lavoro incentrati sul tema delle norme e del prendersi cura. Ma non solo. Anche i servizi territoriali saranno chiamati a innovarsi e avvicinarsi ai cittadini.
Saranno avviate sperimentazioni di percorsi di accompagnamento inserendo figure come il “mentor” di comunità, sia per minori segnalati ai servizi sociali o sottoposti a provvedimenti della magistratura, sia per giovani under 25 soggetti a misure riparative; tra le attività previste nei percorsi, si intende coinvolgere il più possibile i ragazzi in azioni di cura del territorio “bene comune” come per esempio la pulizia delle spiagge del lago.