L’attacco hacker a Gentiloni: la verità

L’attacco hacker a Gentiloni: la verità
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Il Guardian in questi giorni ha svelato l’esistenza di un massiccio attacco di hacker rivolto al nostro ministero degli Esteri. I fatti si sono svolti durante lo scorso anno, quando alla Farnesina era in carica l’attuale Primo Ministro, Paolo Gentiloni.

Spionaggio internazionale

La cronaca recente ha rivelato l’esistenza di una guerra invisibile, che si svolge sulle reti informatiche e che non sembra avere nessuna regola. Gli attacchi di hacker russi ai server governativi americani durante la scorsa campagna presidenziale pare abbiano abbiano addirittura avuto il potere di influenzare il voto popolare, almeno secondo la CIA e l’FBI. Anche in Germania sono stati registrati operazioni simili, rivolte ai server del parlamento di Berlino, e diversi politici tedeschi hanno espresso timori per la possibilità di subire, durante le prossime elezioni politiche, interferenze come quelle rilevate negli Stati Uniti. L’obiettivo primario degli attacchi, in tutti questi casi, è quasi sempre stata la corrispondenza email tra le principali cariche dei vari Stati, una tecnica simile a quella usata dai fratelli Occhionero, arrestati poche settimane fa.

Sospetti sulla Russia

Le operazioni ostili che hanno coinvolto il nostro Ministro degli Esteri sembrano essere in linea con quelle che hanno fronteggiato altri Paesi occidentali e i principali sospetti sono rivolti, anche in questo caso, verso la Russia. Il Governo ha confermato che l’attacco si è verificato durante la scorsa primavera ed è durato per più di quattro mesi, senza però riuscire a penetrare i sistemi criptati utilizzati per le comunicazioni classificate. Paolo Gentiloni, all’epoca in carica alla Farnesina, non dovrebbe esser stato coinvolto nell’attacco, perché ha sempre evitato di utilizzare questo sistema di comunicazione quando era Ministro degli Esteri. L’ufficio degli affari esteri, che include le ambasciate e i membri dello staff che fanno rapporto a Roma per quanto riguarda gli incontri con ufficiali stranieri, è stato colpito da un attacco tramite malware. Secondo quanto rivelato da un rappresentante del Governo, a seguito della scoperta dell’attacco il Ministero degli Esteri ha modificato la sua “architettura” online introducendo nuovi strumenti per assicurare la sicurezza internazionale.

Obiettivo Nato

Il quadro generale sembra mostrare una convergenza di attacchi con tecniche molto simili e seppure sia molto difficile provare con certezza la provenienza di un’intrusione informatica, sono stati rilevati elementi tecnici che lasciano presupporre un certo impegno da parte del Cremlino. Gli obiettivi scelti sembrano essere i membri della Nato, ma per la prima volta a finire sotto tiro è stato un Paese non così ostile alla Russia, che durante il Governo Renzi si è anche opposto fortemente alla proposta di nuove sanzioni contro Mosca per il suo ruolo nel conflitto siriano. Il Guardian ipotizza la possibilità di un tentativo di influenzare anche le elezioni italiane, che potrebbero essere annunciate già per giugno: «Il partito di maggior opposizione al Governo – si legge – l’anti-establishment Movimento 5 Stelle, ha adottato posizioni pro-russe in argomenti che svariano dall’intervento di Putin in Siria e l’invasione dell’Ucraina, fino alla richiesta di ridurre le sanzioni contro la Russia e riconsiderare l’impegno italiano nella Nato».

La posizione del Cremlino

Un rappresentante del governo russo, contattato dall’Ansa, ha però chiarito che non c’è alcuna prova del coinvolgimento del Cremlino: «Non ci sono fatti che provano questa affermazione», ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Intanto l’attuale Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha dichiarato che il governo valuterà il da farsi solo dopo che si sarà accertato il responsabile.


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