C’è un piccolo quadro nella bella casa – studio di Daniela Piccinelli, un quadretto che passa quasi inosservato al visitatore, che si ferma affascinato ad ammirare le decine di creazioni straordinarie appese alle pareti dell’appartamento della giovane artista. All’interno della cornice c’è una frase, qualche matita consunta e resti di legno temperato: «Quando compri qualcosa da un artista – si legge – stai comprando più di un oggetto. Stai comprando settimane di ore, di fallimenti, di esperimenti, mesi di frustrazione o di gioia. Stai comprando un pezzo di cuore, una parte della sua anima, un momento unico e irripetibile della sua vita».
Daniela ce lo mostra quasi intimidita e si legge nel suo sguardo quanto senta proprie quelle frasi, perché questa giovane monteclarense, classe 1983, è ben più di un’artista è una vera creativa che sperimenta tecniche nuove ed originali. Appassionata di pittura fin da piccola, intraprende dopo le scuole medie l’Istituto d’Arte dove consegue il diploma in Materie Artistiche applicate e, successivamente, a Brescia, la specializzazione nel settore della comunicazione visiva e pubblicitaria come graphic designer. Lavora come grafica e illustratrice collaborando con diversi studi grafici ma è nell’arte e in tutte le sue sfaccettature che la sua natura di esploratrice dà il meglio di sé.
Sono diverse infatti le tecniche artistiche che, pur giovanissima, ha sperimentato nel corso della sua carriera, realizzando opere su tela, legno, alluminio, mosaico, china, dedicandosi alla scultura e negli ultimi tempi all’utilizzo della resina epossidica. «Dopo il diploma, non mi sono mai fermata. Sono curiosa per natura e mi piace esplorare – racconta – a Venezia ho seguito un corso di mosaico artistico e micromosaico, corsi di scultura per migliorare la mia tecnica, per scoprire e riscoprirmi come artista, per indagare ciò che c’è fuori e confrontarmi con i colleghi. La resina epossidica mi affascina. Il suo utilizzo non è particolarmente complesso ma richiede molta accuratezza e precisione nella modalità di esecuzione e nei tempi di asciugatura. Le proporzioni dei componenti, poi, devono essere assolutamente esatte per non rovinare tutto il risultato e questo mette alla prova tante abilità che l’artista deve avere». Alle pareti di casa spiccano diverse opere originali realizzate con le tecniche più disparate. Un ciclo intero è dedicato alle donne, ritratte soprattutto con volti talvolta annoiati, imbronciati sempre sensuali. Un quadro straordinario è creato con tanti floppy disk che compongono la figura di una donna un po’ demodé ma sempre elegante e affascinante, come appunto gli strumenti obsoleti dell’informatica sanno essere. «Ritraggo soprattutto donne perché le donne sono un veicolo di arte come cultura, gioia e piacere, un veicolo che apre allo stupore, quello che passa dagli occhi al cervello e che cambia persino il modo di vedere l’universo.
La femminilità è il progresso vero della società. Talvolta le mie donne hanno visi violati perché purtroppo spesso la femminilità è anche quello». Un altro gruppo di opere è dedicato alla «Natura Preziosa» dipinta come un gioiello che va preservato: «Ho raffigurato la natura con tecniche diverse, utilizzando anche materiali preziosi come foglie d’oro. Per la giornata mondiale della terra, sono uscita nel mio giardino, ho raccolto dei fiori e ne ho bloccato la bellezza e la purezza nella resina a cui ho aggiunto del glitter come simbolo di preziosità». Il continuo cercare di Daniela Piccinelli e la sperimentazione tutta personale che ne consegue, ha portato all’artista monteclarense diverse soddisfazioni: alcune sue opere sono state pubblicate nell’edizione «Maestri» e recensite da Sgarbi, altre sono state notate dal figlio di Salvador Dalì al premio Tiepolo di Milano e una, che campeggia nello studio in fase di revisione, è stata acquistata da Andrea Mainardi, lo chef ospite fisso alla prova del cuoco, che ha voluto un ritratto originale ed ironico da appendere nel suo locale bresciano. Tra i tanti progetti di Daniela Piccinelli, vi è un’opera che è stata commissionata proprio in occasione del «Visit Carnival» monteclarense. Sarà infatti proprio l’artista a realizzare la raffigurazione del «Re dei Gnocchi», la maschera monteclarense protagonista della gara all’ultima forchettata che andrà in scena domani sera in piazza Treccani. «Il re dei gnocchi è in fase embrionale. Anche questa ultima opera la realizzo con la resina e con una tecnica sperimentale che crea degli effetti astratti molto colorati sopra i quali si staglierà la maschera del re gnocco».
Il quadro, che verrà donato al vincitore della gara, consacra la fama artistica della Piccinelli sul territorio natio, mettendone in luce le qualità di ricercatrice originale. «Non mi stancherò mai di osservare l’evoluzione della materia» conclude mostrandoci un piccolo quadro «questo quadro a spatola mi è costato tre mesi di lavoro. Ogni giorno stendevo uno strato di pittura di colore diverso e il giorno dopo ne applicavo un altro. Potevo così osservarne i cambiamenti, le crepe, le grinze, fino all’incapacità di poter più togliere la spatola. Quello per me è arte: ricerca continua, faticosa fino alla profonda essenza del proprio io».