Il «mal di collo», o dolore cervicale, si può curare

Il «mal di collo», o dolore cervicale, si può curare
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uno dei problemi più comuni per cui i pazienti si rivolgono al neurochirurgo è sicuramente il dolore cervicale, comunemente chiamato "mal di collo". Spesso si tratta di un dolore cronico che si accompagna a rigidità muscolare , talvolta a vertigini ed instabilità; alcune persone si lamentano anche di dolore arti superiori e formicolio alle mani, raramente anche accusano perdita di forza agli arti superiori ed inferiori. Per meglio comprendere le origini ed i sintomi risulta opportuno accennare all'anatomia del rachide cervicale. Le vertebre cervicali sono sette di cui la prima si chiama Atlante e si articola e sostiene il peso della testa congiungendosi con occipite (nuca) il nome deriva dalla mitologia greca, atlante era stato condannato da Zeus a sostenere il peso del mondo.

La seconda vertebra cervicale si chiama Epistrofeo o asse per la sua particolare forma ricordando un dente, si articola con atlante attraverso dei legamenti e ci consente la rotazione del capo. Le successive cinque vertebre cervicali hanno la stessa forma con una parte anteriore cilindrica e posteriore triangolare. Tra una vertebra e altra, eccetto le prime due, ci sono dei dischi vertebrali simili a dei cuscinetti composti da una parte periferica più dura e rigida (anulus) ed una parte centrale più molle e gelatinosa (nucleo polposo); essi funzionano da ammortizzatori.

Le cinque vertebre cervicali ed i dischi interposti ci consentono i movimenti di flesso-estensione del collo. Le vertebre ove avviene il maggiore movimento sono le ultime 3 vertebre cervicali.  All'interno del canale vertebrale (lo spazio all'interno delle vertebre cervicali) è contenuto il midollo spinale da cui si origina le radici nervose che ricevuto il comando dalle cellule nervose del midollo spinale lo trasmettono a tutto il corpo e ci permettono i movimenti motori e conducono la sensibilità. Le radici nervose emergono dalle vertebre attraverso dei piccoli fori chiamati forami di coniugazione. Fatte queste premesse anatomiche si possono comprendere i sintomi che la compressione di queste strutture anatomiche possano determinare.
Il dolore cervicale viene determinato più comunemente da una ARTROSI CERVICALE cioè una degenerazione di vertebre e dischi cervicali fisiologica conseguenza dell'usura dovuta all'età, ma che se particolarmente evolutiva e precoce, può determinare problemi invalidanti anche in persone relativamente giovani. Altra causa può essere un'ERNIA DISCALE CERVICALE (cioè la fuoriuscita di parte del materiale discale determinata da una degenerazione e rottura dell'anulus) che oltre a determinare dolore cervicale provoca anche dolore all'arto superiore "CERVICOBRACHIALGIA", comprimendo una radice nervosa che emerge dal midollo spinale. Talvolta l'artrosi cervicale particolarmente severa ed evolutiva e le  ernie cervicali voluminose possono comprimere il midollo spinale e provocare perdita di forza agli arti inferiori e superiori (MIELOPATIA).

Raramente l'origine del dolore cervicale è determinata da una neoplasia cervicale benigna o maligna ad origine dall'astuccio osseo o dalle strutture nervose in esso contenute. Altra causa può essere un trauma cervicale con una frattura vertebrale oppure una distorsione del rachide cervicale comunemente nota come "colpo di frusta". Spesso il dolore cervicale viene confuso con la cefalea muscolotensiva la cui origine deriva da una contrattura dei muscoli del collo da stress o da posizioni viziate del collo in flessione (stare troppo tempo al computer).

Come si riconosce l'origine del dolore?
Attraverso un accurato esame clinico del paziente, onde formulare delle ipotesi e richiedere degli esami strumentali (RX, Risonanza magnetica, Elettromiografia).

Individuate le cause quali possono essere le cure?
Tutto dipende dalla causa del dolore. Se siamo in presenza di una semplice artrosi cervicale senza interessamento di radici nervose e midollo spinale, le cure sono esclusivamente conservative:
1 Farmacologiche (con somministrazione di Antiinfiammatori, antalgici, miorilassanti)
2 Farmacologiche infiltrative (attraverso l'iniezione di farmaci con microaghi sotto la pelle nei punti dolorosi - mesoterapia).
3 Fisioterapia (massaggi, ginnastica, esercizi..)
4 Terapie fisiche (TENS ionoforesi, Tecar, Magnetoterapia..)
Tutte queste terapie sono tra di loro complementari ed eseguibili in trattamento associati.

Qualora ci trovassimo in presenza di problematiche più severe come un'ernia cervicale o una severa evoluta artrosi cervicale che determinano una compressione sulle strutture nervose, la chirurgia riveste un ruolo fondamentale e risolutivo anticipando evoluzioni peggiorative e gravi ed irreversibili nel tempo avvenire.

I costanti progressi della chirurgia in termini di attrezzature e materiali, ci consentono, attraverso interventi mininvasivi, di raggiungere ottimi e duraturi risultati. Con accessi mini-invasivi anteriori cervicali, tramite piccole incisioni di 3cm, utilizzando strumenti microchirurgici e il microscopio operatorio, si può rimuovere completamente un disco degenerato e sostituirlo con un disco artificiale biocompatibile. In tal modo il decorso post-operatorio è molto breve e dopo soli due giorni il paziente lascia l'ospedale. Dopo 20gg può riprendere gradualmente l'attività lavorativa e dopo due mesi qualsiasi tipo di sport.
Il controllo radiologico a 40gg mostra un perfetta integrazione del disco artificiale con le vertebre contigue.

Talvolta la problematica richiede un intervento per via posteriore. In  tal caso viene eseguita una asportazione della parte posteriore della vertebra interessata (Laminectomia) a cui segue il necessario rafforzamento dell'architettura cervicale attraverso delle  microviti e sottili barre in titanio che ripristinano l'anatomia normale modificata dal nostro intervento.

Dr Marco Belpietro
Specialista i Neurochirurgia- Chirurgia vertebrale
Cdc Pederzoli
e Casa di Cura S. Francesco 


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