Amianto e cemento nel canale: discarica a cielo aperto
Un’autentica discarica a cielo aperto quella realizzata all’interno di un canale secondario di strada Bruno Boni. Un canale, in aperta campagna, che sarebbe dovuto servire per lo scolo dell’acqua, ma che ora contiene solo scarti edili, cemento, taniche vuote e resti di coperture in eternit con cui è stato ritombato il fosso per oltre 200 metri. Cumuli di materiale che, però, celano alla vista la parte peggiore, e pericolosa.
«Sotto questi cumuli - ha spiegato il castenedolese Sergio Costa che ha fatto partire la segnalazione - ci sono pacchi di lastre di amianto impilate, di cui avevo portato le foto l’anno scorso al consigliere Alessandro Mariani affinché qualcuno potesse intervenire».
Così non è stato e, nel giro di un anno, la situazione, nella strada di campagna, che si imbocca attraversando la rotonda che conduce al ricovero, e ci accoglie all’accesso con tanto di siringhe abbandonate, è anche peggiorata. Tempo fa, Costa, che frequenta la zona campestre in bicicletta o a piedi, ha scoperto qualcosa di ancora peggiore: qualcuno aveva completamente ritombato il fossato che divide i due campi, molto probabilmente accedendo più volte, di notte, alla stradina di campagna con un camion e scaricando quanto rimaneva dallo smantellamento di un fabbricato di campagna.
Probabilmente inserendo la retro hanno buttato a terra la vegetazione sulle sponde del canale che, scarico dopo scarico, hanno ritombato di materiale edile, piastrelle, ma anche grandi pezzi di cemento, pilastrini che generalmente vengono usati per sorreggere le viti, con grossi ferri arrugginiti sporgenti, ma anche lastre di eternit, anche frantumato, che si fanno spazio fra i sassi e i rami.
«La situazione è così per almeno 200 metri - ha spiegato l’attento castenedolese mostrando l’area - è ora quindi che qualcuno intervenga con urgenza. Sarà sicuramente un lavoro ingente che necessiterà almeno di una settimana». «Sono stato sul posto - ha spiegato Mariani, Guardia ecologica volontaria e volontario della Protezione civile comunale - il gesto compiuto è sicuramente grave, mi sento frustrato per quanto continua a succedere. Farò sicuramente presente alle Gev, ma mi rendo conto che serve più controllo sul territorio e, in questo caso, almeno una sbarra che vieti l’accesso ai non autorizzati». Dal Consorzio del medio Chiese fanno sapere che si tratta di un canale secondario, usato per l’irrigazione dei campi, privato, ma sicuramente pubblico è il danno di un gesto tanto insensato.