I pinoli di Bedizzole: un bene raro

I pinoli di Bedizzole: un bene raro
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Una richiesta strana, inaspettata, ma che ha portato al Comune di Bedizzole la possibilità di risparmiare qualcosina sulle spese dell’Amministrazione, e tutto grazie alle pigne che crescono indisturbate sugli alberi del paese. Tutto è partito l’estate scorsa con una chiamata che il sindaco Giovanni Cottini ha ricevuto da parte di una ditta del settore che chiedeva il permesso di raccogliere le pigne di Bedizzole. «Lì per lì ci è parso strano - racconta Giovanni Cottini -. La richiesta ci ha un po’ sorpresi. Ma dopo esserci informati abbiamo acconsentito e abbiamo accolto la loro richiesta con favore, autorizzando di conseguenza la raccolta». Proprio nelle scorse settimane è stata stipulata la convenzione che permetterà alla ditta di raccogliere dai pini i piccoli frutti tanto ambiti, in cambio della manutenzione degli alberi.

«La ditta è autorizzata alla raccolta dai pini domestici di proprietà comunale, ma senza corrispettivo economico», spiega il sindaco. «In cambio abbiamo chiesto la potatura e la corretta conduttura agronomica di venti dei nostri pini marittimi, da concordarsi preventivamente con l’Ufficio tecnico, così come l’avvio effettivo dei lavori, che dovrà essere comunicato con tempestività agli uffici comunali». Ma come si spiega tanto interesse per le pigne di Bedizzole? «Ci è stato spiegato che il mercato del pinolo negli ultimi anni è in difficoltà perché nelle zone di maggior produzione gli alberi sono intaccati da una malattia che colpisce la pigna e impedisce la generazione del pinolo. Così chi si occupa di questo commercio si sta guardando attorno, cercando di rintracciare i frutti anche in zone prima d’ora non battute. Non solo Bedizzole, ma anche altri Comuni della zona hanno ricevuto richieste analoghe e stipulano convenzioni pressoché identiche alla nostra».

In effetti le zone di maggior produzione, nel centro e sud Italia, hanno visto la loro produzione di pinoli decrescere esponenzialmente negli ultimi anni per colpa di una malattia che impedisce la nascita di nuovi frutti, mettendo a serio rischio l’intero commercio. Infatti, mentre per noi le pigne sono buone solo nel periodo natalizio come decorazioni e ghirlande, altrove la raccolta abusiva di pigne dagli alberi su suolo pubblico per trarne i preziosi pinoli - il prezzo viaggia attorno ai 50 euro al chilo - può portare persino in tribunale, senza contare il fenomeno in crescita del fiorente «mercato nero» dei pinoli, rubati da qualche supermercato e poi venduti a prezzi ribassati.

E i prezzi lievitano proprio a causa della scarsa produzione dovuta alla malattia delle piante, che ha quindi costretto le aziende ad andare in cerca del prezioso frutto in zone fino ad ora ancora inesplorate, come Bedizzole. Certo, meno di cento pini marittimi non produrranno mai le tonnellate di pinoli a cui le ditte del settore sono abituate, ma faranno comunque la loro parte in questa situazione di generale penuria e il Comune ne trarrà a suo modo vantaggio: senza un diretto guadagno ma nemmeno spese, l’Amministrazione riuscirà a risparmiare qualcosa sulla manutenzione degli alberi e si assicurerà il monitoraggio dello stato di salute dei pini del paese, grazie alla relazione dettagliata che la ditta è tenuta a fornire alla fine della raccolta.


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