Matteo Landi stella del karate, è suo l’Oscar

Matteo Landi stella del karate, è suo l’Oscar
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Determinazione, costanza e spirito di sacrificio. Queste le caratteristiche che hanno portato Matteo Landi, a soli 16 anni, a essere due volte campione italiano di karate e, per questo, a ricevere l’«Oscar dello sport bresciano». Ma l’ambito premio sportivo attraverso il quale vengono riconosciuti i migliori atleti di diverse specialità sportive dell’intera provincia è solo l’apice di una lunga serie di titoli collezionati sia in ambito italiano che internazionale.

Giusto per citarne due, il primo posto ai campionati italiani nel 2015 nella categoria esordienti 47 chilogrammi e poi nuovamente nel 2016 nella categoria cadetti 50 chilogrammi. Ma il karate per lui è molto di più che la collezione di meriti e medaglie, è un vero e proprio stile di vita: «Karate è autocontrollo, si impara a star bene anche con se stessi, migliora l’autostima, il rispetto dell’avversario e delle regole di lealtà».

Regole che si sposano benissimo con le modalità di combattimento del karate (kumite): «Non puoi dare pugni o calci troppo forti – ha spiegato il liceale - tutti sono capaci di usare potenza, ma fermarsi in tempo per non far male all’avversario, il controllo della tecnica, è la cosa più difficile». E pensare che è cominciato tutto come gioco: «Ho iniziato a 3 anni– ha spiegato l’atleta – rubando le cinture di mio padre che trovavo sparse qua e là». Ed è stato forse proprio quella volontà di imitare le abilità del padre Francesco, suo allenatore e titolare della palestra A.S.D. Karate Master Rapid Ghedi che fa capo all’A.S.D. Master Rapid SKF CBL del Maestro Maffolini, a spronarlo a dare il massimo. D’altronde aveva davanti ai suoi occhi un invidiabile esempio: Francesco è infatti cintura nera quinto dan e Maestro federale qualificato Fijlkam, ha ricevuto diverse medaglie d’oro ai campionati italiani sia di Kata (forme)che di Kumite (combattimento) ed un 5° posto ai campionati europei.

A 4 anni la prima gara sostenuta e vinta da Matteo «a 5 anni ho iniziato a praticare il karate seriamente – ha spiegato il giovane – verso i 12 - 13 anni sono entrato negli Esordienti A, a 14 anni ho iniziato a migliorare i primi risultati». «Determinazione, voglia di sudare, stancarsi, concludendo ogni allenamento avendo la soddisfazione di aver lavorato tanto» queste le caratteristiche che hanno permesso a Matteo di distinguersi, in ambito sportivo, così come in quello scolastico. Ha concluso la terza media con l’eccellenza, e i primi due anni delle superiori con una media sempre superiore all’8. Diversi riconoscimenti anche dall’Istituto tecnico tecnologico «Blaise Pascal» di Manerbio dove frequenta l’indirizzo informatica e telecomunicazioni e dal Comune.

«Si organizza da solo senza alcun aiuto – ha spiegato la mamma Daniela – siamo molto orgogliosi dei risultati ma, come gli abbiamo sempre detto ciò che conta è l’impegno. Sicuramente il karate favorisce il miglioramento dell’apprendimento perché lavora sulla concentrazione». E l’impegno lui ce lo mette tutto, con 4 allenamenti da due ore a settimana in palestra, quando riesce si allena anche con la corsa, che lievitano fino a sei o sette in vista di competizioni. Cintura nera primo dan, già proiettato verso l’esame di settembre che gli conferirà il secondo dan, il giovane aveva già completato il ciclo per l’ottenimento del primo dan a 12 anni, cioè due anni prima del minimo consentito.

Ora Matteo si sta preparando per l’Open internazionale a Riccione, ma l’obiettivo è il primo posto al campionato italiano di Ostia Lido, il 10 giugno, a cui si è già qualificato essendo campione in carica e poi magari la possibilità di accesso alla Nazionale Giovanile. Per questo ce la sta mettendo davvero tutta per dimostrare tutto il suo talento alla commissione che periodicamente convoca i migliori atleti per ogni categoria.

Tra i suoi sogni quello di poter vestire i colori della Nazionale ai Mondiali di ottobre in Spagna, a Santa Cruz de Tenerife. «Sono speranzoso ma non voglio montarmi la testa – è molto realista Matteo – ma mi impegnerò al massimo. Sono soddisfatto dei miei risultati ma si può sempre migliorare». Si può sempre migliorare è vero, ma sicuramente ciò che ha appreso in questi anni ha un valore inestimabile con cui nessun premio, o primo posto, può confrontarsi.


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