O’neal, il bedizzolese in lizza per il top player
O’neal Ephraim è un giocatore della Bedizzolese calcio. Nasce a Montichiari il 14 gennaio del 1993, ma si trasferisce con la famiglia a Bedizzole dopo pochi anni. La sua carriera calcistica inizia tra le fila della squadra dell’oratorio sotto la guida dell’indimenticabile Luigino Rossi, il suo talento desta dopo poco tempo l’attenzione dell’Accademia Montichiari, dove va a giocare fin dai Pulcini. Immediatamente è il Brescia a mostrare interesse e lo porta tra le sue giovanili. Al Brescia calcio fa tutta la trafila fino a che a diciassette anni arriva ai Beretti, dove viene allenato dal famoso Ivan Javorcic.
«Un anno fantastico» racconta lui stesso «abbiamo vinto il campionato nazionale e siamo andati a giocare la finale, poi persa contro il Napoli». Un’annata così bella che lo porta nemmeno maggiorenne nella Primavera dove ha condiviso lo spogliatoio con tanti giocatori dell’attuale Serie A, B e Lega Pro e, a volte, ad allenarsi con la prima squadra del Brescia.
Una carriera promettente, a un passo dal professionismo. Il contratto ci mette poco ad arrivare, ha appena 18 anni, un onore, ma al contempo una condanna. Il Cesena lo acquista in comproprietà con il Brescia e per farlo crescere lo gira in prestito al Bellaria, nell’allora C2. Normale amministrazione che serve ai giovani giocatori per farsi un’esperienza, nel suo caso non funziona così. Italiano di cittadinanza, ma figlio di stranieri si trova tagliato fuori da una regola della Figc che permette alle squadre di Lega Pro di ricevere fondi per ogni minuto fatto giocare a un calciatore ancora considerato “giovane”. O’neal si trova così a vivere a Bellaria, a centinaia di chilometri da casa e con un contratto che lo vincola a una squadra che non lo fa giocare. «Erano importanti per loro questi fondi» continua «e così un giorno mi hanno chiamato e mi hanno detto che non avendo questo status non potevamo farmi giocare. Mi hanno messo in tribuna, dove ho passato la prima parte di stagione». Nonostante ciò il giovane bedizzolese è abbastanza bravo da riuscire a ritagliarsi un posto in squadra anche come “vecchio”: nella seconda parte di stagione, siede sulla panchina del Bellaria Marco Osio, vincitore di una Coppa delle Coppe UEFA con il Parma nel 1992-1993 , che lo schiera permettendogli di collezionare ben tredici presenze.
Al termine dell’annata una soluzione sembra non esserci. Rimane così fermo per due anni, rientra nel bresciano e chiede a varie squadre di dilettanti di potersi allenare, senza giocare. Il Cesena, lo tiene ormai come plusvalenza, non ha interesse a rescindere il contratto e nel frattempo O’neal perde stagioni preziose per mostrare il suo talento. «Una stagione l’ho passata a Travagliato solo ad allenarmi. La successiva stessa cosa ad Alzano Cene, che quell’anno vinse il campionato e conquistò la Serie D. Dopodiché ho giocato mezza stagione a San Marino che non essendo Italia, non mi dava problemi. Ho fatto dieci partite e tredici gol, da gennaio a giugno, mi sono trovato bene fino a che hanno deciso di abolire queste regole e sono riuscito a rescindere il contratto. Il Cesena mi ha sempre pagato regolarmente, ma mi ha tolto questo periodo e non mi conosceva più nessuno.
Quando sono tornato all'ultimo giorno di mercato ad agosto, grazie al mio nuovo procuratore e a un mio amico mi sono avvicinato all'Adrense, avevano ambizioni, io anche, e abbiamo conquistato in un anno l’Eccellenza, quell’anno ho fatto undici gol. A Luglio è arrivata la possibilità della Bedizzolese, una società sana che aveva a sua volta ambizioni, quello di tenere l’Eccellenza. Il progetto era perfetto per me, è nata così una nuova sfida e ho deciso di cambiare e tornare nel paese dove sono cresciuto. Non avevo mai giocato, bello sia capitato nell’anno dei novant’anni di fondazione della Bedizzolese». Oggi vanta undici reti in Eccellenza, è in lizza per il top player d’Ecellenza e con la Bedizzolese ha conquistato i play off per la Serie D. «Mi sono trovato alla grande, compagni fantastici che mi hanno accolto subito come uno della famiglia, perché la Bedizzolese non è solo una società ma anche una famiglia. Ora non ci vogliamo tirare indietro. Voglio citare un solo nome che è quello di Daniele Fregoni perché l’esempio ad ogni allenamento e mi ha aiutato tantissimo. Quanto mi è capitato mi ha senza dubbio rafforzato tanto, sono cresciuto molto e dalla vita non si sa mai. In particolare mi piacerebbe ringraziare mister Gianluca Inversini, di Alzano, i miei fratelli e il mio padrino Alessandro Morandi. Spesso mi è capitato di pensare di mollare il calcio, loro mi sono stati vicini, se ho avuto l’onore di fare un campionato praticamente perfetto quest’anno è anche grazie a loro».