Condannati i tre dello stupro di Chiari
Tre condanne, 5 anni di carcere a testa e l'espulsione immediata una volta estinta la pena. E' la sentenza a carico dei tre profughi che la sera del 10 ottobre 2016 violentarono una giovane di 22 anni. Per i tre che la notte del 10 ottobre avevano brutalmente aggredito e stuprato una giovane donna bresciana, trascinandola nel parco sotto minaccia, Muhammad Suleman di 27, Zeeshan Raja di 24 Sohail Tariq di 25 anni, è arrivata la sentenza.
Quella notte, dal racconto della vittima fatto due giorni dopo l'aggressione. «Ero disposta a consegnare loro telefono, soldi e qualunque cosa mi chiedessero, ma invece mi hanno detto che volevano la ..... e che mi avrebbero dato anche 30 euro - frasi di una violenza inaudita, pronunciate con una normalità semplicemente disarmante da uno dei tre - Continuava a dirmi che era da anni che non lo faceva e che ero molto bella. A quel punto ho provato ad andarmene, ma mi hanno afferrato per il braccio e trascinata al buio. Mi hanno fatta sedere e uno di loro si è posizionato dietro di me. Ho cercato di alzarmi, di scappare. Mi hanno tolto il telefono dalla tasca della giacca e mettendomi la mano attorno al collo mi ha sussurrato: “Stai ferma altrimenti ti ammazzo”. Mi sono spaventata e pensavo potessero veramente uccidermi. Sono rimasta paralizzata dalla paura».
I tre richiedenti, dopo averla stuprata, le avevano detto di non raccontare nulla alla Polizia altrimenti per lei «sarebbero stati casini». La ragazza, classe 1994 (praticamente coetanea dei tre stupratori), ha chiamato subito il suo ragazzo.
«Mi hanno lasciata andare attorno a mezzanotte e venti. Loro sono andati verso il parco giochi e poi non so, non mi sono più girata e ho corso - ha continuato nella sua testimonianza la giovane vittima - E’ stato il mio ragazzo a dirmi di andare dai carabinieri: dopo quello che mi avevano fatto e detto, io non avevo più le forze. Attorno all’una siamo andati alla stazione dei carabinieri e quando ho raccontato quello che avevo subito mi hanno accompagnato all’ospedale. Sono rimasta al “Mellino Mellini” fino alle 6 e poi sono tornata a casa del mio fidanzato».
Neanche il tempo di addormentarsi per provare a dimenticare per qualche ora quei momenti, che i carabinieri, attorno alle 11, l’hanno chiamata comunicandole che li avevano presi.
«Sono tornata in caserma per il riconoscimento: erano loro», ha spiegato la 22enne. Erano proprio quei tre ragazzi che prima della violenza aveva visto nelle vicinanze della stazione ferroviaria.
«Devono pagare per quello che hanno fatto - ha concluso la vittima - Castrazione chimica? Sono pienamente d’accordo».