Omicidio Sana: forse anche madre e zia complici del padre assassino
L'intera famiglia ha voltato le spalle a quella ragazza diventata "troppo occidentale"?
Omicidio Sana, ulteriore colpo di scena nelle indagini. Dopo le bugie smontate da parte di papà e fratello, potrebbe emergere un'ulteriore inquietante verità.
Omicidio Sana: colpo di scena
Sono indagate anche la mamma e una zia della giovane Sana Cheema, la 25enne che ha vissuto a Brescia uccisa in Pakistan perché non voleva accettare un matrimonio combinato. Questa la novità il giorno dopo la confessione del padre ("L'ho strangolata") che era stato fermato insieme al fratello.
Un omicidio "di famiglia"
Se l'ipotesi investigativa fosse conservata, ne emergerebbe un quadro inquietante. Un delitto d'onore perpetrato con la copertura dell'intero nucleo famigliare, che ha voltato le spalle a quella ragazza diventata "troppo occidentale", tanto da abiurare le tradizioni culturali della comunità d'origine.
Anche se uno zio è stato scarcerato
Quindi, sotto la lente papà Mustafa Ghulam, il fratello trentenne Adnan, e ora anche le due donne. Col sospetto però che l'assassino reo confesso stia provando a prendersi tutta la colpa, ma che le responsabilità vadano allargate a tutti i presenti quella sera (la sera prima del ritorno a Brescia della ragazza). Libero invece lo zio paterno Mazhar Iqbal che era stato inizialmente sospettato di aver partecipato all’omicidio e all’occultamento del corpo.