Da «Zanella» la cucina è donna
C’è un luogo dove la tradizione rivive attraverso il gusto e i sapori di un tempo, dove le lancette dell’orologio si sono fermate agli anni ‘70 regalando per qualche ora l’illusione di un pranzo o una cena nella familiarità delle mura domestiche. Il ristorante «Zanella», in pieno centro storico vuole essere proprio questo: un’oasi senza tempo dove ritrovare le proprie origini. Il locale di via Roma 7, in prossimità della Torre e delle antiche mura medioevali che caratterizzano il paese, nasce nel 1970 dall’esperienza della signora Margherita Bozzola di Carpenedolo, oggi 87enne, e del marito Aldo Zanella di Mezzane che dal 1963 gestivano a Remedello la trattoria «L’orologio».
Da quando Aldo è venuto a mancare la trattoria è gestita da Margherita e dalle sue quattro figlie Lucia, Giuseppina, Donatella e Simona. Una gestione in rosa che si rispecchia anche nella cucina dove regna incontrastata la presenza femminile dalla scelta dell’arredamento fino ai sapori portati in tavola. La grande squadra Zanella ha fatto della tradizione il suo piatto forte, non mancano in tavola le migliori espressioni della pasta fresca, stesa dalle sapienti mani di Margherita che fin da piccola prima di andare a scuola preparava per la famiglia il pane e la pasta di sfoglia vellutata, così come tramandatale dalla madre.
«Quando nel 2008 la crisi ha iniziato a farsi sentire abbiamo dovuto fare una scelta precisa: variare la nostra offerta o restare gli stessi. – ha raccontato Lucia- Abbiamo optato per mantenere la nostra identità a tutti i costi, una strategia che ci ha ripagate ampiamente grazie all’affetto di tutti i nostri affezionati clienti». Ad accogliere il cliente le sale arredate con mobili in legno caldo, tovaglie immacolate e il sorriso delle sorelle Zanella. «Per iniziare come antipasto non può assolutamente mancare il salame accompagnato da polenta e pestöm – ha illustrato Lucia – per continuare con la nostra pasta fresca come i ravioli di carne in brodo, i tortelli di zucca, le tagliatelle al salmì e i tortelli di spinaci e ricotta».
Consigliatissimo il trionfo di bolliti come tradizione comanda: gallina ripiena, cappello del prete, lingua, testina di vitello, salame cotto e os de stomech accompagnato da una salsina verde rigorosamente tritata fine con la mezzaluna ma anche mostarda, spinaci e purè. Ma ce n’è davvero per tutti i gusti. Ottimi sono anche il gustoso spezzatino al barolo e gli arrosti come la faraona ripiena, il coniglio e la coppa di maiale al forno. Per chiudere in bellezza non mancano mai i dolci tradizionali come la crostata, la sbrisolona e, per i più nostalgici il chisòl, tipico delle colazioni e delle merende bresciane. Secondo le usanze del posto il lunedì non manca la trippa, così come gli gnocchi il giovedì e il baccalà di venerdì. Sotto l’attenta supervisione di mamma Margherita le figlie riportano in tavola i ricordi di un tempo in cui i giorni di festa erano animati dallo stare insieme attorno ad una tavola in compagnia di piatti semplici e genuini. Non si può che sorridere entrando in questo ristorante come in una casa ricca di storia e ricordi, assaporando a pieni polmoni i profumi che arrivano dalla cucina, pronti per volare in tavola.
Una poesia che non lascia indifferenti i numerosi avventori che per coccolarsi non rinunciano a un buon pasto. Lo sa bene Giulio Conti, odontoiatra e scrittore ma anche amico di famiglia, dal momento che da quasi vent’anni non rinuncia al pranzo dalle Zanella. Proprio alla trattoria e al paese che lo ha adottato ha dedicato spesso i versi di alcune sue poesie poi pubblicate. «L’impasto della crostata somiglia al caos della vita senza te, mia dolce marmellata – ha riportato in una sua poesia ispirata dal locale – sale la nebbia tra le vie di questo piccolo paese. Il freddo dell’anima dissipa il caldo del brodo che mi sorride nella vecchia scodella, in quest’osteria. La padrona mi parla in dialetto mentre la mia mente vola oltre Andromeda e sogna una vita nuova».