Francesca Cottini, matematica per passione
Francesca Cottini è la vincitrice di una borsa di studio in matematica. Bedizzolese da tutta una vita e studentessa dell’Università Cattolica di Brescia, dopo aver frequentato il liceo scientifico Copernico, Francesca si è iscritta alla facoltà di Matematica ed è vicina ormai a concludere il proprio percorso alla triennale. «Fin dai primi anni di scuola la matematica mi ha sempre divertito» ci racconta «vivevo le lezioni con entusiasmo, svolgevo gli esercizi come se stessi giocando, ho sempre capito tutti i concetti e quindi sono sempre stata gratificata da questa fantastica disciplina.
Tutto questo sicuramente è stato possibile grazie agli insegnanti che ho incontrato lungo il mio cammino, ai quali devo moltissimo. Eppure, nonostante queste premesse, durante il mio percorso scolastico ho sempre convissuto con un binomio piuttosto contraddittorio: da una parte c’era la consapevolezza delle mie capacità a rasserenarmi e alimentare l’autostima ma dall’altra faceva spesso capolino il timore di non essere abbastanza brava in una disciplina così complessa anche se per me molto affascinante e appagante». Nonostante ciò Francesca, finito il liceo, si iscrive proprio alla facoltà di Matematica, non si considera un genio, stereotipo di chi intraprende questa strada ma non vuole abbandonare un materia in grado di darle così tanto. E’ un Open Day a convincerla definitivamente della scelta e mettersi in gioco, dopo aver conosciuto un’insegnante capace di placare i suoi dubbi. «Ho incontrato alcune difficoltà all’inizio» ammette senza paura «ho dovuto adeguarmi ai ritmi universitari, al punto che talvolta durante il primo semestre ho avuto qualche ripensamento. Eppure poco alla volta comprendere e studiare i vari rami della matematica è diventato sempre più facile e ad ogni esame trovavo spiegazioni inaspettate di concetti appresi in precedenza.
A volte avevo perfino l’impressione che si chiudesse un cerchio grazie al nuovo punto di vista con cui mi avvicinavo ai problemi, tutto ciò mi diverte. Effettivamente, devo dire che la matematica ha formato il mio cervello, che ora è allenato al pensiero divergente, flessibile, più ricco e perfino più creativo». Ormai Francesca è vicina alla scelta della magistrale, ma è proprio l’atteggiamento appreso dallo studio della matematica a spronarla a continuare nelle sfide che si trova davanti. «La matematica» ci spiega «ha temprato il mio carattere in questi tre anni: questa disciplina mi ha insegnato a non adagiarmi mai né a dare nulla per scontato ma bensì a perseverare nella ricerca. E’ un materia che abitua a guardare lo stesso concetto da punti di vista diversi, stimola e induce ad approfondire. Più studio la matematica e più mi rendo conto di quanti temi ancora mi siano ignoti, tutto ciò mi scatena una gran voglia di imparare di più.
Questo atteggiamento non vale solo nei confronti della disciplina, ormai l’ho assorbito al punto che è diventato un modo di affrontare la vita, una filosofia». E riguardo il futuro? «A chi mi chiede cosa voglio fare dopo la laurea la risposta è semplice: continuare con la ricerca, affrontare il mondo del lavoro con questo atteggiamento matematico, che tutto è fuorché rigido, fare matematica applicando le conoscenze acquisite e magari, perché no, battere anche nuove strade». Una già Francesca la sta battendo ed è quella dello stereotipo che vuole uomini legati maggiormente a questa disciplina. Di tutt’altra idea invece la giovane studentessa ritiene che «in ambito scientifico ci sia bisogno dell’arguzia e della creatività femminile, senza nulla togliere all’intuito maschile. Creando le basi per una maggiore sinergia fra i due tutti trarrebbero giovamento dalla ricchezza di cui ogni genere è portatore».