La classifica

Qualità della vita 2025: Brescia 28esima in Italia, ottava in Lombardia

Ad essere immortalato il benessere delle province italiane nel 2025: anche per quest'anno in vetta alla classifica troviamo il nord Italia con Trento che occupa il primo posto, seguito da Bolzano e Udine

Qualità della vita 2025: Brescia 28esima in Italia, ottava in Lombardia

Il Sole 24 Ore ha pubblicato la nuova edizione della sua storica indagine annuale sulla qualità della vita, giunta alla 36esima edizione. Ad essere immortalato il benessere delle province italiane nel 2025: anche per quest’anno in vetta alla classifica troviamo il nord Italia con Trento che occupa il primo posto, seguito da Bolzano e Udine. Qual è la situazione in provincia di Brescia?

Qualità della vita 2025

La nostra provincia nella classifica finale perde otto posizioni rispetto allo scorso anno collocandosi al 28esimo posto. Mantiene però il primato di prima provincia italiana nella categoria Ambiente e servizi. Ma procediamo con ordine: anche quest’anno gli indicatori statistici sono in tutto novanta, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.

Nel Bresciano balza all’occhio il miglioramento per quanto concerne la categoria Ricchezza e Consumi che passa al sedicesimo posto. Criticità sono state invece riscontrate nelle dimensioni sociali e culturali: Brescia, infatti, passa dal nono al 27esimo posto in Demografia e società e dal 44esimo al 57esimo posto in Cultura e tempo libero. Passa poi dalla 72esima all’81esima posizione l’area Giustizia e sicurezza.

Categoria Posizione in classifica
Variazione rispetto al 2024
Ricchezza e consumi 16° 19
Affari e lavoro 35° 8
Giustizia e sicurezza 81° -9
Demografia e società 27° -18
Ambiente e servizi 0=
Cultura e tempo libero 57° -13

La classifica a livello regionale

Come detto la nostra provincia ha perso otto posizioni rispetto allo scorso anno, scivolando alla 28esima posizione. A livello lombardo il primo posto spetta alla città di Bergamo che si colloca invece al quinto posto a livello nazionale. Secondo posto per Milano seguita da Cremona e Lecco. Da segnalare come Milano (con un +4) e Sondrio (con un + 7) siano le uniche città a migliorare rispetto allo scorso anno. Varese, Lodi e Pavia si trovano invece sul fondo della classifica.

 

 

Provincia Posizione classifica Punteggio
Variazione rispetto al 2024
Bergamo 612,13 -4
Milano 609,09 4
Cremona 14° 603,41 -9
Lecco 15° 603,1 -1
Monza Brianza 16° 602,73 -12
Sondrio 23° 599,05 7
Como 25° 597,47 -14
Brescia 28° 593,05 -8
Mantova 34° 585,21 -11
Varese 41° 562,68 -19
Lodi 50° 547,52 -21
Pavia 56° 538,68 -13

Il confronto con ItaliaOggi

Milano, pur non occupando il vertice della classifica il Sole 24 Ore 2025, emerge come un caso significativo anche secondo l’indagine di ItaliaOggi/Ital Communications, che la colloca al primo posto tra le province italiane per qualità della vita.

Dove si colloca Brescia

La situazione di Brescia non è delle migliori passando dal dodicesimo posto dello scorso anno al ventesimo di quest’anno  andando di fatto a perdere ben otto posizioni. Se ad occhio nudo questo cambiamento può sembrare improvviso in realtà è il frutto di un processo che vede da un lato alcune voci che migliorano rispetto ad altre che invece peggiorano.

Nel 2024

Entrando nel dettaglio nel 2024 Brescia brillava in categorie quali: Ambiente (890), Affari e lavoro (849), Sicurezza sociale (870). Le voci invece meno positive riguardavano la Salute (348), seguito da Turismo e cultura (368) e istruzione (520).

Nel 2025

A balzare all’occhio è la voce Salute e Servizi sanitari che passa da 358 a 628. Bene anche Turismo e cultura che sale da 368 a 376. Alla voce Istruzione il punteggio invece scende da 520 a 424. Negativa anche la voce Reati e sicurezza che passa da 682 a 527. Su questa linea anche la Sicurezza sociale che passa da 870 a 723.

In tema Ambiente si passa da 890 a 844, scende anche Affari e lavoro da 849 a 846. Reddito e ricchezza passa da 717 a 700 il che evidenza un aspetto più fragile della capacità media di spesa.