Ca’ del Bosco, una storia incredibile.
Un racconto sincero e senza filtri
Succede spesso: quando si conosce qualcosa da sempre, si tende a darlo per scontato, a non vedere ciò che lo rende eccezionale. Ed è proprio in questi casi che servono occhi nuovi, uno sguardo capace di cogliere tutte le sfumature di una storia davvero straordinaria. Stiamo parlando del racconto, sincero e senza filtri, di come è nata un’azienda diventata un’eccellenza planetaria, ossia Ca’ del Bosco, ricostruito dalla voce di colui che, dal nulla, ha dato vita a un sogno, il fondatore Maurizio Zanella. Chapeau Media, compagnia documentaristica indipendente fondata nel 2024 da Filippo Carabelli, Giacomo Luppi, Pietro Santini e Simone Roccoli, nelle scorse settimane ha pubblicato su YouTube il nuovo episodio, in formato documentario, del suo format, dedicato proprio a Maurizio Zanella e alla nota azienda franciacortina con sede a Erbusco.
Ca’ del Bosco, una storia incredibile
Con oltre 1,5 milioni di visualizzazioni mensili e una community in costante crescita, Chapeau Media si è affermata come una delle voci più riconoscibili nella narrazione imprenditoriale in Italia. “Raccontare la storia di Ca’ del Bosco significa raccontare la Franciacorta. È una storia che parla di territorio, identità e ostinazione. Una storia che non nasce per diventare grande, ma perché qualcuno ha deciso di credere in un luogo che allora non credeva in se stesso”, ha spiegato Filippo Carabelli, co-founder di Chapeau Media.
Il documentario, per chi è cresciuto a Erbusco e conosce Ca’ del Bosco da sempre, è una rivelazione. Zanella si mostra al pubblico senza veli e ripercorre la sua vita con un’autenticità disarmante: nato a Bolzano, cresciuto a Milano, negli anni Settanta è un ragazzo scapestrato che non ha voglia di studiare e dunque il padre lo spedisce prima a lavorare al porto di Liverpool e poi a Erbusco, in una piccola casa in collina dove Antonio Gandossi coltivava i vigneti.
Ed è qui che, pian piano, prende forma il sogno, alimentato anche da un viaggio in Francia con la visita, in Borgogna, alla tenuta Romanée Conti. Il lungo cammino che ha portato l’azienda a diventare quello che è oggi (con un fatturato di oltre 52 milioni di euro, un export quasi al 20% con Svizzera, Giappone, Stati Uniti, Germania, Belgio e Inghilterra ai primi posti) è stato segnato dall’incontro con alcune figure chiave: André Dubois, che tra il 1978 e il 1979 lasciò Moët & Chandon per intraprendere un’avventura professionale (piena di incognite) a Erbusco e Luigi Veronelli, che Zanella conobbe in fiera a Genova, e fu fondamentale per dare al Franciacorta quel mercato che non aveva.
Follia e irriverenza le chiavi del successo
Nel documentario si raccontano l’indebitamento, le battaglie legali (fino all’ottenimento della Docg nel 1995) e gli ostacoli, ma anche la rivoluzione del settore, i mutamenti dei consumi, le difficoltà legate ai cambiamenti climatici, le nuove sfide del biologico. Ma cosa serve oggi per avere successo? Secondo Zanella ci vogliono irriverenza, un po’ di follia e la naturalità del lavoro, che per lui significa il rifiuto categorico agli additivi chimici ma anche la consapevolezza che la biodiversità è un percorso complesso e che il biologico non deve diventare una questione di marketing. L’intervista realizzata da Chapeau, disponibile sul canale YouTube, è una scoperta: un’occasione, anche per il pubblico della Franciacorta, di guardare con consapevolezza alla storia di un territorio che non deve essere dato per scontato.
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