il caso

25 richiedenti asilo ospitati in struttura privata: scattano i controlli del Comune

La Prefettura colloca i migranti, il Comune non era nemmeno stato interpellato

25 richiedenti asilo ospitati in struttura privata: scattano i controlli del Comune

25 richiedenti asilo ospitati in struttura privata: scattano i controlli del Comune.

A Toscolano Maderno 25 richiedenti asilo

L’arrivo di venticinque richiedenti asilo in una struttura privata di Toscolano Maderno ha aperto il dibattito politico in paese. Tutto è partito da una comunicazione dell’Amministrazione comunale che ha informato la cittadinanza della decisione della Prefettura di Brescia di collocare i profughi nella struttura gestita dalla società Settefrati, precisando che:

«Il Comune, non interpellato o informato preventivamente, ha predisposto, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, accurato monitoraggio del territorio».

Parole che hanno suscitato la reazione del gruppo di minoranza Fare Comune, che in una nota ha voluto: «esprimere alcune riflessioni che toccano profondamente il senso di comunità e di umanità che ci lega».

«Queste persone — donne, uomini e bambini — non sono un problema da affrontare, ma esseri umani che fuggono da guerre, povertà e situazioni drammatiche. Meritano accoglienza, rispetto e la possibilità di ricostruire una vita dignitosa», si legge nel comunicato.

Fare Comune ha anche ricordato come: «la pura repressione non basti: la vera sicurezza nasce dall’incontro, dalla conoscenza reciproca e dall’inclusione», invitando l’Amministrazione e la cittadinanza a riscoprire «il valore della solidarietà e della responsabilità condivisa».

Il gruppo ha invitato il Comune a «promuovere percorsi di integrazione» e a richiedere l’attivazione di un progetto SAI (ex SPRAR), ricordando come «l’esperienza dei Tre Lampioni ci ha insegnato che servire a farsi parte attiva di un percorso di integrazione».

Il caso del 2018

Il riferimento ai Tre Lampioni è certo noto ai toscomadernesi e risale all’agosto del 2018. All’epoca, 34 richiedenti asilo ospitati nella struttura oggi non più esistente, avevano duramente protestato per le condizioni di vita e per la gestione del centro stesso. Lo striscione che era comparso sulla facciata, aveva fatto il giro d’Italia. C’erano state manifestazioni e contromanifestazioni, sopralluoghi, mozioni. Fino alla chiusura nel gennaio dell’anno successivo.

Nelle ore successive è intervenuto direttamente il sindaco Chiara Chimini , che in un video e in una nota ufficiale ha precisato la posizione dell’Amministrazione dopo il primo post, forse pubblicato con un pizzico d’impeto. Chimini ha ripercorso la vicenda, aggiungendo che i Servizi sociali comunali «in collaborazione con la Prefettura di Brescia, hanno effettuato più sopralluoghi per verificare le condizioni di accoglienza e garantire il rispetto degli standard di sicurezza e vivibilità».

Il primo cittadino ha sottolineato come l’obiettivo dell’Amministrazione sia quello di mantenere «un approccio responsabile, umano e rispettoso verso le persone accolte, promuovendo al contemporaneo coesione e collaborazione all’interno della comunità».

Nel video diffuso online, Chimini ha rivolto anche un appello alle associazioni locali: «Le associazioni che vorranno collaborare dal punto di vista sociale, culturale e sportivo, per rendere più inclusiva l’accoglienza di questi ospiti, potranno fare riferimento all’Ufficio dei Servizi Sociali».

L’arrivo dei migranti riporta così al centro dell’attenzione un tema che Toscolano Maderno non affrontava da tempo, ma che ora si presenta in un contesto diverso, con nuove modalità di gestione e con la volontà di evitare le tensioni che in passato avevano accompagnato esperienze analoghe.