Barista del cuore

Dalla sua apertura, dietro al bancone del Dopolavoro 1940 c’è lui: Paolo Crescini

Professionalità, cordialità e preparazione, le caratteristiche senza tempo di un locale divenuto punto di riferimento per il paese

Dalla sua apertura, dietro al bancone del Dopolavoro 1940 c’è lui: Paolo Crescini

Nel cuore di Manerbio, in Piazza Aldo Moro, al Dopolavoro 1940 dietro al bancone mentre prepara un Old Fashioned o un Negroni c’è Paolo Crescini.

Un luogo magico

“Faccio questo lavoro da vent’anni, ho iniziato nel mondo della discoteca dove facevo il barista, al Cilindro di Cigole ho conosciuto Giovanni (Braga, socio con lui nel locale, ndr) insieme abbiamo deciso di aprire un qualcosa di nuovo e appena abbiamo visto questo posto ce ne siamo innamorati”.

E come dar loro torto? Nato dall’attenta ristrutturazione dei vecchi spazi ludici del Lanificio Marzotto il Dopolavoro è oggi un luogo magico a tutti gli effetti, un posto che fa dello stile, della ricerca e della qualità il suo punto forte. Certo, la strada è stata lunga, perché le opere di ristrutturazione di un posto come il Dopolavoro, hanno richiesto tempo, pazienza e un pizzico di pignoleria:

“Abbiamo cercato delle immagini d’epoca per riproporre lo stesso spirito che si respirava qui in passato – ha spiegato Paolo, con l’affetto di chi racconta orgoglioso del proprio figlioccio – E’ stata una scommessa”.

Un sfida vincente per una realtà dal sapore cittadino che negli anni si è evoluta e ha fatto scoprire anche ai manerbiesi un qualcosa di nuovo e armonico. Una proposta di drink e piatti che segue la stagionalità, che osa mantenendo sempre la stessa identità riconoscibile. Gli abbiamo chiesto quale pensa sia la caratteristica fondamentale per portare avanti il suo lavoro e lui ha risposto:

“L’accoglienza, mi piace accogliere i clienti, dare loro la possibilità di scegliere tra le tante proposte che abbiamo ideato per accompagnarli alla scoperta di un qualcosa che magari non immaginano avrebbero provato mai – ha spiegato – Devo dire anche che qui qualsiasi cosa si possa fare la si fa, anche un qualsiasi drink se richiesto dal cliente”.

E se spesso gli viene chiesto del perché non abbia deciso di aprire un locale in città lui non ha dubbi:

“Chi l’ha detto che in un paese non si possa avere un locale di città? Ma soprattutto – ha commentato sorridendo – Non riuscirei mai ad abbandonare questo posto”.