Olivicoltura sui laghi bresciani: l’annata agricola tra momenti positivi e altri più difficili. Questo il tema al centro del convegno che si è tenuto giovedì 2 settembre 2025, in Sala dei Provveditori a Salò organizzato da Confagricoltura Brescia e Confagricoltura Veneto.
Sinergie e finalità
La sinergia messa in campo dal territorio Brescia – Veneto ha come obiettivo quello di tutelare un’importante realtà produttiva dando spazio al sentire degli olivicoltori bresciani in vista dei lavori del Piano Olivicolo Nazionale. Il nostro Stivale risulta essere infatti spezzato da questo punto di vista: tra un nord più in sofferenza ed un sud che invece brilla in termini di quantità di olio prodotto:
«L’olivicoltura del nord è indispensabile per il successo dell’olivicoltura nazionale – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli – Per il successo del Piano olivicolo è necessario che coesistano le due realtà produttive: da un lato è bene coltivare la produzione, impiantando nuovi olivi ad alta densità al sud. Dall’altro è utile sostenere economicamente un’olivicoltura tradizionale, situata in aree collinari e d’alta quota al nord, creando tutte le opportunità per investire in tecnologie d’avanguardia, in modo da abbattere i costi di produzione e rendere più agevoli i lavori in oliveto».
I numeri e il problema della mosca
A livello di numeri: dalle prime analisi la produzione della stagione olivicola 2025 sui laghi Garda e Sebino sarà inferiore rispetto a quella dello scorso anno, tra il 40 e il 50% in meno con rese del 14-15% che dovrebbero compensare andando di fatto ad attestarsi in netta crescita rispetto allo scorso anno quando le stesse erano state molto basse a fronte di una buona quantità di olive raccolte. A rendere particolarmente difficile la situazione sul Garda l’attacco della mosca che ha colpito un po’ tutto il nord e il centro Italia e per via del clima con un evento particolarmente intenso a fine settembre, una grandinata che ha lasciato strascichi non trascurabili in buona parte degli oliveti situati tra Manerba, Moniga, Raffa di Puegnago e limitrofi con circa il 70% delle olive letteralmente portate via:
«Quest’anno meno prodotto del 2024 – ha dichiarato Marco Penitenti vicepresidente della sezione Confagricoltura Brescia e olivicoltore del Garda – ma attendiamo rese maggiori, di 5-6 punti superiori allo scorso anno».
Sul Sebino
Una situazione pressoché analoga è quella che si è registrata sul lago d’Iseo come reso noto da Rossella Guerini olivicoltrice di Marone, ad eccezione della grandine che quest’anno, per fortuna, ha risparmiato la zona del Sebino. Permane anche qui in ogni caso la minaccia della mosca che ha compromesso le olive con un calo nella quantità ma con rese di molto migliori. Presente anche Floriano Massardi presidente della commissione Agricoltura di Regione Lombardia:
«Come commissione stiamo lavorando ad un progetto di legge riguardo al settore in questione nel quale è prevista la promozione dell’eccellenza, con il vino già si fa con l’olio si fa più fatica ma ritengo siano paritetici come prodotti, la lotta agli insetti e il sostegno alle aziende come già in passato veniva fatto».
