Serata di intense emozioni domenica 21 settembre 2025 al Centro giovanile di Montichiari dove due medici palestinesi hanno raccontato della situazione infernale in cui vivono i cittadini di Gaza.
I medici di PalMed: ” A Gaza è un genocidio”
Sala delle riunioni del Centro giovanile gremita di persone nella serata di domenica 21 settembre. Davvero in tanti hanno risposto all’invito di Anpi Montichiari, Grimm, Casa del Popolo di Carpenedolo, Anpi Castenedolo, Cgil-Spi, Anpi Brescia, Monamì, Legambiente Montichiari, Arci Dallò e Anpi Ghedi. Importante la disponibilità della parrocchia che ha concesso i locali del Centro giovanile in modo da garantire la possibilità a centinaia di persone di ascoltare le parole di due medici di PalMed Italia per un aggiornamento sulla situazione sanitaria a Gaza. Raed Almajdalawi e Imad Darwish, introdotti dalla presidente di Anpi Montichiari Ida Tonti e da don Cesare Cancarini sono stati concordi nel definire come disperata la situazione per gli abitanti di Gaza.
«Oltre le differenze che ci separano siamo tutti umani – sono state le prime parole ascoltate – ma l’umanità purtroppo Gaza non esiste più in una situazione indescrivibile che i nostri colleghi definiscono addirittura infernale. Dopo oltre 700 giorni di continui bombardamenti sulle case, sulle tende, sulle scuole, sugli ospedali, sui centri sanitari gli abitanti di Gaza sopravvissuti sono feriti, sono malati, traumatizzati fisicamente e psicologicamente. Una tragedia che si fa più grande di giorno in giorno con l’assedio serrato che impedisce l’ingresso degli aiuti umanitari. Inoltre per avanzare l’esercito israeliano deve radere al suolo tutto ciò che incontra con tutte le armi possibili e usano anche auto bombe che riescono a distruggere venti unità abitative ciascuna. Ogni giorno vengono usate da 15 a 20 autobombe senza dimenticare gli aerei che bombardano le torri residenziali che comprendono da 50 a 100 appartamenti. I residenti dei palazzi vengono avvisati poco prima dell’attacco ma devono evacuare in pochi minuti. I militari israeliani invitano gli abitanti di Gaza a spostarsi nella zona umanitaria ma sono solo 42 chilometri quadrati e 2 milioni di persone non ci possono stare. La spiaggia di Gaza City è piena di sfollati, di tende, non c’è più posto, la situazione è davvero disastrosa».
Disastrosa è purtroppo anche la situazione sanitaria. Moltissime persone, è stato raccontato, muoiono per malattie che sarebbero curabili in situazioni normali, il sistema sanitario però è stato smantellato secondo un piano che i due medici hanno descritto come funzionale al genocidio. Genocidio è una parola che ha risuonato cupamente per tutta la durata dell’incontro durante il quale sono stati proiettati video che sono arrivati come pugni nello stomaco dei presenti. E a far male davvero sono state le immagini di bambini straziati dalle bombe, mutilati, urlanti di dolore su letti improvvisati tra le macerie.
«Non ci sono medicinali – hanno ricordato i medici di Pal Med – l’esercito israeliano ha bombardato la maggior parte degli ospedali di Gaza, ha ucciso un numero impressionante di medici e di addetti del servizio sanitario. I numeri delle vittime, dei feriti, dei malati che arrivano in Occidente non sono veri, sono sottostimati, le vittime non sono solo quelle trucidate dalle bombe ma anche quelle dovute al collasso del sistema sanitario, alla mancanza di cibo e acqua. L’esercito israeliano bombarda anche i centri di distribuzione dell’acqua. Non per niente sono stati uccisi più di 250 giornalisti, perché ucciderli? La risposta la sappiamo». Durante la serata è parso di capire che uccidere 1670 sanitari, distruggere la maggior parte degli ospedali fa parte di un piano preciso «per la distruzione sistematica del sistema sanitario», piano cominciato «il 17 ottobre del 2023 con il bombardamento dell’ospedale Battista dove alloggiavano molti sfollati oltre ai malati. Ospedali, scuole, chiese. moschee, scuole – è stato ricordato – sono luoghi da non bombardare soprattutto in una situazione di guerra ma quello che sta succedendo a Gaza non è una guerra è un genocidio».
