Pizzicati nelle campagne dalla Polizia locale

Denunciati bracconieri a caccia di uccellini

Armi e selvaggina sono state sequestrate

Denunciati bracconieri a caccia di uccellini

Denunciati due bracconieri a caccia di uccellini, uno dei due non aveva nemmeno la licenza. Continua l’attività di vigilanza del territorio della Polizia Locale di Orzinuovi che nei giorni scorsi durante un servizio mirato nella campagna tra Orzinuovi e la frazione di Barco ha colto in flagrante due bracconieri.

La scoperta: due denunciati

I due cinquant’enni all’opera una settimana prima dall’avvio ufficiale della stagione di caccia (quindi fuori dal periodo consentito) sono stati sorpresi mentre abbattevano l’avifauna con l’ausilio di richiami acustici proibiti (richiami meccanici che imitano il canto degli uccelli e dei suoi piccoli). Ma questa non è la sola scoperta, durante gli accertamenti gli ufficiali hanno constatato che che uno dei due uomini era sprovvisto di regolare licenza di caccia. Non solo, entrambi avrebbero già collezionato in passato altri reati venatori. Alla Polizia locale non è rimasta altra scelta che porre immediatamente sotto sequestro penale le armi, l’avifauna abbattuta e i richiami acustici e denunciare i due recidivi, secondo la legge che stabilisce le norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio in Italia.

La provincia di Brescia è conosciuta per la sua ricchezza naturalistica, per questo continua a essere uno dei principali teatri del bracconaggio di piccoli uccelli in Italia. Nonostante i progressi normativi e le numerose operazioni delle Forze dell’ordine, il fenomeno rimane radicato e difficile da estirpare.

Regione Lombardia ha recentemente approvato su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, la delibera che individua i 23 valichi montani oggetto di disciplina venatoria, recependo le novità introdotte dal recente DDL Montagna e garantendo così chiarezza normativa per la stagione in corso, dopo che lo scorso maggio una sentenza del TAR aveva vietato la caccia su 475 valichi montani lombardi, pari ad oltre 90mila ettari dell’intero territorio.

Numeri alla mano

Bracconaggio: un fenomeno presentissimo sul territorio che troppo spesso non viene approfondito.

Abbiamo contattato Franco Ferrandi, presidente di Legambiente Valle dell’Oglio di Orzinuovi, che ha all’attivo un passato come Gev (guardia ecologica volontaria) con mansioni ittico venatorie della provincia di Brescia, per far luce su un fenomeno difficile da estirpare: il bracconaggio.

Secondo il Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente, nel 2024 a Brescia sono stati registrati 245 reati contro gli animali, con 227 persone denunciate, 6 arresti e 99 sequestri. Una parte consistente di questi episodi riguarda il bracconaggio, che interessa in particolare specie protette come pettirossi, fringuelli e tordi, spesso catturati con trappole, reti e richiami elettromagnetici vietati.

Le stime di BirdLife International indicano che ogni anno nella provincia potrebbero essere abbattuti illegalmente oltre 600mila uccelli, dato che colloca il territorio bresciano tra le aree più colpite d’Europa.

Nel 2024 l’operazione «Pettirosso», condotta dai Carabinieri Forestali insieme alla Lipu, ha portato a circa 100 denunce, 4 arresti e al sequestro di circa 2.400 uccelli, tra cui più di mille ancora vivi. Sono stati inoltre confiscati fucili, trappole e decine di richiami acustici illegali.

«Nonostante gli sforzi repressivi il bracconaggio resta alimentato da una tradizione radicata e da un mercato illecito che considera gli uccellini catturati una prelibatezza gastronomica – ha attaccato Ferrandi – Associazioni ambientaliste e Forze dell’ordine sottolineano l’importanza di proseguire le attività di controllo, ma anche di investire sempre maggiormente in educazione ambientale, affinché questa pratica possa finalmente essere superata».