Rovato - Chiari

Beppe non c’è più, ma il suo sogno non morirà

Grazie a una onlus, il progetto di partecipare alla Dakar per aiutare i malati e le loro le famiglie andrà avanti. Nonostante tutto.

Beppe non c’è più, ma il suo sogno non morirà

Beppe aveva un sogno: partecipare alla Dakar. E non voleva farlo solo per se stesso: lui mirava a qualcosa di più grande, voleva creare una onlus per raccogliere fondi al fine di aiutare le famiglie di malati come lui ad affrontare le spese necessarie a stare accanto ai loro cari costretti a spostarsi in altre città per sottoporsi a interventi e terapie. Si è impegnato tanto per trasformare il suo desiderio in realtà, ha lottato fino all’ultimo istante, senza mai lamentarsi, tenendosi aggrappato alla vita con le unghie. Ma Giuseppe Mugnai non c’è più. Si è spento venerdì 12 settembre, a 54 anni, nella frazione rovatese di Sant’Andrea. Un uomo speciale, un sognatore che si è distinto per la bontà, la generosità e l’onestà che indossava ogni giorno insieme alla divisa.

Beppe non c’è più, ma il suo sogno non morirà

Aveva scelto di diventare carabiniere seguendo l’esempio del padre Leopoldo e aveva cambiato diversi reparti nel corso della sua carriera (Radiomobile, Nucleo operativo e, più recentemente a causa delle sue condizioni di salute, un ruolo in ufficio nella Caserma provinciale di Brescia). Nel cuore, però, fin da ragazzo, aveva una passione sconfinata per i motori e in particolare per le moto. La moglie Tania e la figlia Sabrina lo hanno sempre sostenuto, anche quando, dopo la diagnosi di tumore arrivata nel 2018, Beppe aveva iniziato a costruire nella sua testa quello che, un anno e mezzo fa, è diventato un progetto concreto: partecipare alla Dakar. “Per lui era la gara più importante, come i mondiali per il calcio», hanno spiegato i famigliari. In uno dei gruppi che frequentava c’era anche Bruno Birbes, storico pilota dakariano, e questo probabilmente ha contribuito ad alimentare il suo sogno. Fondamentale, però, è stato l’incontro con delle persone speciali che gli hanno dato fiducia, che non si sono lasciate scoraggiare dalle difficoltà e dai limiti, ma hanno sposato con entusiasmo l’idea di Giuseppe. Tra questi Tiziano Internò, fondatore del Canale “Rally Pov”, anche lui franciacortino, per ben quattro volte in gara alla Dakar. “A inizio 2024 sei venuto da me con un sogno: partecipare alla Dakar nonostante un tumore al pancreas contro il quale lottavi da più di sei anni – ha scritto Tiziano – La tua voce era rotta dall’emozione, ma il tuo desiderio di scoprire il deserto andava oltre le lacrime e il dolore del tuo racconto. Iniziammo così a lavorare al tuo progetto… Folle?!? Forse sì, ma ci eravamo promessi di puntare in alto senza considerare alcun giudizio”. Era stato proprio Beppe a rivelargli di sentirsi un supereroe quando era in sella. “E tu supereroe lo sei diventato – ha proseguito – A novembre sei riuscito ad andare per la prima volta nel deserto, scoprendo il fascino di quella distesa di sabbia infinita e di quell’orizzonte così misterioso e attraente. Anche se alla Dakar non sei riuscito ad arrivarci, sono certo che quelle dune solcate a novembre ti abbiano cambiato”.

Una onlus realizzerà il suo sogno di partecipare alla Dakar

Giuseppe non c’è più, ma il suo sogno continua a vivere grazie alla sua famiglia e all’aiuto indispensabile degli amici che sono stati accanto al 54enne fino alla fine. Come Simona Bersini e Massimo Rocco, che sono rimasti incantati di fronte al suo progetto ambizioso e sono determinati a portarlo avanti. “Pone71”, dal soprannome di Beppe unito all’anno di nascita: si chiamerà così la onlus che sarà fondata in vista della Dakar 2027. “Organizzeremo degli eventi e i fondi andranno a sostegno delle famiglie costrette a spostarsi per seguire i loro cari durante le cure. Useremo il suo profilo Instagram, Caspernero_beta, per promuovere le iniziative”, hanno spiegato.
E’ proprio la testimonianza di coraggio di Giuseppe Mugnai, la sua tenacia incrollabile, a dare alla famiglia e agli amici la forza di continuare il cammino che lui aveva iniziato. Impresso in modo indelebile nel cuore c’è il ricordo del suo sorriso quando, nel novembre scorso, finalmente era riuscito ad andare nel deserto, in Tunisia, per partecipare al primo allenamento in vista della Dakar. Ne sarebbero dovuti seguire altri, in primavera, ma le sue condizioni di salute da gennaio in poi si sono rapidamente e inesorabilmente aggravate. Fino a venerdì, quando ha chiuso gli occhi per sempre.  Lunedì, dopo i funerali celebrati nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, la frazione rovatese dove il 54enne viveva (originario della Valtellina, era cresciuto a Chiari) è stata annunciata formalmente la volontà di portare a termine il progetto che Giuseppe aveva intrapreso. Perché era ciò che lui voleva e, attraverso il suo sogno, continuerà a vivere.