Adro

Accordo sugli espropri: tramonta la Città del vino

Per il sindaco Moretti andare avanti con l'opera avrebbe portato al dissesto finanziario; di tutt'altro avviso la Lega

Accordo sugli espropri: tramonta la Città del vino

Tramonta definitivamente il progetto della Città del vino. L’Amministrazione comunale di Adro guidata dal sindaco Davide Moretti ha raggiunto un accordo bonario sugli espropri che congela definitivamente l’opera caldeggiato dalla precedente Giunta leghista. Se però per l’attuale maggioranza andare avanti avrebbe portato al dissesto finanziario del Comune, la sezione del Carroccio smentisce tale ricostruzione, in un botta e risposta senza esclusione di colpi.

Accordo sugli espropri: tramonta la Città del vino

“Nei giorni scorsi abbiamo firmato un accordo con gli ex proprietari dei terreni in via Cattaneo, espropriati per la realizzazione del parcheggio delle scuole e della Città del vino – ha spiegato il primo cittadino di Adro – Sul valore dell’indennità di questo esproprio è in corso una procedura legale che potrebbe provocare il dissesto finanziario delle casse comunali e il successivo commissariamento, con conseguenti tagli ai servizi e al personale e aumento obbligato delle tasse fino al massimo consentito dalla legge”.

L’Amministrazione ha ripercorso l’intera vicenda dal 2022.

“Per gli espropri fu stanziata una cifra complessiva di circa 500mila euro a favore dei proprietari, corrispondente a un valore di 10 euro al metro quadrato, una cifra considerata però assolutamente non in linea con quella reale delle proprietà – hanno precisato dal Comune – Infatti, il Collegio Tecnico, ente competente (interpellato il 28 aprile 2022 dai proprietari) aveva rideterminato l’indennità, stabilendo che il prezzo corretto fosse 39 euro al metro quadrato. Nell’ottobre dello stesso anno l’Amministrazione dell’allora sindaco Rosa aveva fatto ricorso su questo valore, ma i consulenti della Corte d’Appello avevano confermato che 39 euro era l’indennità corretta”.

La prossima udienza, in cui sarà formalizzata la decisione della Corte d’Appello, è fissata per febbraio 2026 e secondo la Giunta in carica il verdetto ricalcherà quanto già preannunciato.

“Ciò significa che, l’anno prossimo, il Comune sarebbe tenuto a pagare più di 1.300.000 euro, ossia la differenza tra il prezzo corretto e quello effettivamente pagato, con l’aggiunta di indennità, interessi e spese legali – hanno proseguito – C’è un’ulteriore complicazione: al momento dell’esproprio, nel 2022, l’Amministrazione comunale di Paolo Rosa decise di acquisire non solo i 16.000 metri quadrati necessari per realizzare il parcheggio delle scuole, ma tutti i 50.000 metri quadrati di terreno compresi tra via Cattaneo e via per Torbiato, che sono ancora inutilizzati. La legge però tutela i cittadini che hanno subito un esproprio, vincolando il Comune alla realizzazione dell’opera pubblica per cui è stato eseguito. Nel caso in cui essa non venga realizzata, gli ex proprietari possono chiedere la restituzione dei terreni a loro sottratti e il pagamento di un ulteriore indennizzo”.

Insomma, secondo la maggioranza, il Comune si troverebbe schiacciato tra due fuochi: da un lato, sarebbe costretto a pagare il giusto prezzo per i terreni espropriati e dall’altro si troverebbe obbligato a realizzare Città del vino, ritenuta “un’opera fantasiosa il cui studio di fattibilità del 2018 aveva previsto un costo complessivo superiore a 15 milioni di euro”. Per il sindaco Moretti si tratta invece di “una scelta tecnica e politica decisamente sbagliata, che non avrebbe portato nessun beneficio concreto per i cittadini ma che, al contrario, ha causato una situazione catastrofica per il bilancio comunale”.

Il futuro dell’area

Il primo cittadino ha precisato che nei mesi scorsi il Comune ha affidato temporaneamente i terreni ad una società agricola che ne gestisce la pulizia, la manutenzione e li ha destinati alla coltivazione di girasoli.

“Nel frattempo, abbiamo lavorato con pazienza e responsabilità per raggiungere un accordo che consentisse al Comune di non rischiare il dissesto finanziario – ha proseguito – I terreni non utilizzati per il parcheggio saranno definitivamente riportati alla destinazione agricola e, in seguito, venduti al fine di reperire le risorse necessarie a pagare gli espropri. Gli ex proprietari, secondo l’accordo firmato, consentiranno al Comune di vendere i terreni come agricoli, rinunciando a parte delle indennità, degli interessi e delle spese legali che sarebbero spettate loro. Questo accordo rappresenta un atto fondamentale per la salvaguardia del bilancio comunale. Fare buona Amministrazione significa tutelare l’interesse della comunità e non mettere a rischio il futuro del proprio paese per inseguire opere pretenziose nell’interesse di pochi”.

La replica della Lega

La Lega però non ci sta. La Sezione guidata dal segretario Andrea Vezzoli ha replicato puntualmente al comunicato diffuso dall’Amministrazione comunale in carica sulla Città del vino. Il primo punto ritenuto fondamentale dal Carroccio è il prezzo degli espropri.

“Il valore di 10 euro al metro quadrato applicato non è stato una scelta arbitraria o politica, ma il risultato di una perizia tecnica redatta da un professionista abilitato. È bene sottolineare che lo stesso prezzo è stato adottato negli anni per numerosi altri espropri finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche ad Adro. Non sarebbe stato né corretto, né equo applicare ai proprietari coinvolti in questa vicenda criteri differenti rispetto a quanto fatto per altri cittadini”, hanno precisato.
Respinte poi categoricamente le critiche dell’attuale maggioranza sull’opera in sé. “La Città del vino non era un’iniziativa estemporanea o fantasiosa, bensì un’opera strategica per la valorizzazione e lo sviluppo turistico, culturale ed economico del territorio – ha chiarito la Lega – Le risorse necessarie non sarebbero ricadute sui cittadini: come già dimostrato in vent’anni di Amministrazione leghista, la strada era quella della partecipazione a bandi europei e regionali, grazie ai quali in passato siamo riusciti a finanziare opere importanti senza mai aumentare la pressione fiscale sulla comunità. A differenza dell’attuale Amministrazione che, dopo soli sei mesi dall’insediamento, ha già deciso di aumentare l’addizionale comunale all’Irpef e l’Imu, gravando direttamente sui cittadini”.

Anche le preoccupazioni sulla scarsa solidità del bilancio sono considerate infondate.

“La sostenibilità del bilancio comunale è sempre stata garantita nel corso dei 20 anni di Amministrazione leghista – prosegue il Carroccio – Mai il Comune di Adro è stato esposto a rischi di dissesto o commissariamento, a differenza di quanto paventato oggi in maniera strumentale. Pur non ritenendo corretta la valutazione di 39 euro al metro quadrato attribuita dai periti del Tribunale, eravamo perfettamente consapevoli che nel 2026 sarebbe potuta arrivare una sentenza in tal senso. Per questo avevamo già previsto operazioni mirate a garantire nelle casse comunali le risorse necessarie a far fronte a tale evenienza, senza compromettere i conti pubblici e senza gravare sui cittadini”.
Poi, una riflessione sul destino dell’area. “Siamo davvero certi che la scelta di riclassificare terreni, oggi edificabili SP, come semplici aree agricole e successivamente metterli in vendita rappresenti l’unica strada percorribile per tutelare i conti pubblici? – si chiede la Lega – Un’operazione di questa portata, più che una misura a favore dell’interesse generale, rischia di apparire come un vantaggio per pochi”.

In conclusione la Lega, respingendo la ricostruzione della maggioranza, ribadisce che “le scelte compiute allora erano basate su criteri di correttezza, equità e visione per il futuro del paese”.

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