di Gaia Bussadori
“Mi piace stare con i miei amici”, e a chi non piace? Ma a Martina piace così tanto che li ha voluti mettere nella sua tesi per l’attestato di frequenza dei suoi cinque anni all’istituto Dandolo. Martina Malinverno, 19 anni, di Verolanuova, ha scelto di fare la tesina per completare il suo iter di studi sulla Si può fare band, la orma notissima associazione che permette di ai ragazzi con disabilità di imparare a suonare uno strumento ed esibirsi, ma in realtà fanno molto, molto di più, ed è proprio Martina a raccontarlo nella sua tesina.
Martina e la passione per la musica
“Sono nella band da 3 anni ormai – ci ha raccontato – ho suonato in un sacco di posti, persino a New York”.
Quella nella Si può fare band è una grande avventura che ha lasciato un segno profondo nella giovane ormai ex studentessa che tra le pagine della sua tesi, oltre le molte attività fatte con la scuola come imparare a lavorare presso il bar dell’istituto, con tutto quello che ne consegue come tenere puliti gli ambienti, lavare le tazzine di caffè, fare i panini e molto altro, ha voluto raccontare la sua esperienza di musicista. E che esperienza: Martina ha suonato all’Expo della disabilità a Rimini, al G7 ad Assisi e alla sede Onu di New York, anche se il suo concerto preferito è stato quello a Central Park, questi sono solo le maggiori esibizioni di Martina che con la sua band ha un calendario davvero serrato, come si è visto, non solo nella Bassa.
“Vado a fare le prove due volte la settimana in saletta – ha raccontato – quando c’è il concerto devo andare prima per fare il sound check, il mio maestro Davide (Zubani n.d.r.) ci tiene molto, poi mangiamo tutti insieme. Sul palco suono le maracas e il momento che preferisco è quando Davide dice il nostro nome e cognome e facciamo l’inchino”.
Martina è molto coinvolta ed entusiasta di raccontare la sua esperienza, ancora di più di viverla, perché è lampante che qui non si sta solo parlando di inclusione: si sta proprio facendo. Perché Martina, con tutte le difficoltà legate alla sua disabilità, ha raggiunto quello che un po’ inseguono tutti: una vita sociale fatta di tanti amici con cui suonare, chiacchierare, ritrovarsi per andare in piscina, mangiarsi una pizza, ha trovato la sua passione nella musica e si realizza attraverso le esibizioni, questi ragazzi fanno così tanti concerti che potrebbero definirsi professionisti, in poche parole ha trovato la sua dimensione.
La Si può fare band: musica per le orecchie dei genitori
“E’ inutile girarci intorno: i ragazzi con disabilità come i nostri sono isolati – ha raccontato Alba, la mamma di Martina – è nell’ordine naturale delle cose: quando sono piccoli non si vedono le differenze, ma crescendo si. I bambini diventano adolescenti iniziano ad uscire da soli, studiano, poi lavorano, i nostri no e per questo rimangono soli e il tempo da riempire durante una giornata è davvero molto”.
La Si può fare band va oltre all’insegnare a suonare uno strumento, fa proprio quello di cui ragazzi e famiglie hanno bisogno: creano socialità, creano occasioni d’incontro che non si esauriscono nell’arco di un paio d’ore, ma proseguono.
“Non avrei mai creduto di vedere Martina suonare all’Onu, questi ragazzi sono stati bravissimi, non è facile affrontare un viaggio a New York, hanno dimostrato capacità di adattamento, entusiasmo, professionalità- ha continuato Alba – abbiamo trascorso anni difficilissimi: la scoperta della disabilità, l’accettazione, una scuola tutta in salita, una burocrazia infinita, ora con la Si può fare band, grazie a questi volontari dal cuore d’oro che non si fermano mai , i nostri ragazzi hanno trovato un gruppo di amici, si siedono vicini a mangiare la pizza, chiacchierano, fanno una vita quanto più possibile normale e questo vale anche per noi genitori, abbiamo fatto gruppo, ci aiutiamo , usciamo insieme. La cosa fondamentale oltre i viaggi, oltre tutto, è l’aver creato una comunità con relazioni significative e costanti, la Si può fare band è stata una svolta per i nostri ragazzi e per noi genitori”.
Musica, concerti e una nuova avventura nel futuro di Martina
Martina sottoscrive mostrando orgogliosa i suoi pass per il G7, per l’Onu “abbiamo fatto ballare le persone importanti”, il dollaro che si è tenuta come ricordo, racconta dell’emozione di salire su un grattacielo con più di 100 piani, del procione visto in Central Park, del viaggio in aereo dove ha dormito per tutto il tempo. Questo Martina lo ha voluto condividere con i suoi insegnanti ed i suoi compagni, infatti nella presentazione ha spiegato che cos’è l’Onu e quando è stata fondata, ha mostrato le foto fatte all’interno della struttura, inaccessibile ai più e con grande soddisfazione mostra il voto di 100/100. Ora Martina, tra un concerto e l’altro, inizierà a settembre una nuova avventura al Cse di Ghedi dove si cimenterà in tante attività ed inizierà la sua vita da adulta: «andrò da sola con l’autobus, come alle superiori», perché l’autonomia va conquistata ogni giorno anche con gesti che ai più sembrano scontati. Nel frattempo Martina si gode l’estate, le prove, i tanti concerti “ieri siamo stati a Gambara: è stato così bello che ci hanno chiesto di tornare”. L’avventura nella Si può fare band continua a gonfie vele tanto che presto ci sarà bisogno di una nuova tesina per raccogliere tutte le nuove avventure.
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