l'allarme

Remedello, vasca di digestato tra case e ferrovia: cittadini senza risposte ma tante preoccupazioni

Liquami e biogas in mezzo ai campi: il caso che divide Remedello e solleva proteste sulla gestione ambientale

Remedello, vasca di digestato tra case e ferrovia: cittadini senza risposte ma tante preoccupazioni

Una grande vasca di stoccaggio liquami è comparsa nei campi di Remedello Sotto, a pochi passi dalla ferrovia e dalle abitazioni. Un’opera di cui i cittadini si sono accorti solo a lavori iniziati, senza alcuna informazione preventiva né chiarezza da parte degli uffici pubblici.
Per settimane residenti e volontari hanno cercato di ottenere i documenti, riuscendoci solo in parte e senza poter disporre di copie integrali.
«La digitalizzazione è finanziata a suon di milioni, ma qui i cittadini non hanno accesso agli atti – scrivono sui social nella pagina Facebook “Remedello Segnala” – gli uffici sembrano difendere se stessi invece che essere al servizio della comunità».
Secondo la relazione firmata dal perito agrario Sergio Caprioli, la vasca servirà ad immagazzinare digestato proveniente da un impianto a biogas di un’altra azienda agricola. Le motivazioni addotte sono per alcuni «curiose» e, per altri, «contraddittorie»: «Il digestato è maleodorante e tenerlo vicino all’impianto crea disagi – si evince dalla relazione – ; la vasca consentirà di stoccarlo nei periodi di divieto di spandimento (dicembre-febbraio) per distribuirlo in seguito; in futuro, si prevede addirittura la distribuzione con sistemi di irrigazione pivot». Cosa significa questo? «L’impianto che produce biogas – commentano i cittadini – non ha la capienza per trattenere il proprio digestato e ha quindi necessità di “scaricarlo” altrove».

Distanze ridotte e dubbi di conformità

C’è però un punto che fa discutere ancor di più: la vasca sorge vicino alle case. Il regolamento d’igiene vigente stabilisce distanze minime di 200 metri per i reflui bovini e 600 metri per i reflui suini e avicoli. Una collocazione così ravvicinata solleva quindi più di un dubbio sulla conformità normativa.
I commenti raccolti in paese parlano chiaro: «La politica dovrebbe essere servizio. Oggi il potere non è più servizio, ma la cinica volontà di farti un servizio». Angiolino Civini, a nome del gruppo «Noi Isola – Volontari per l’Ambiente» puntualizza: «Abbiamo inviato una richiesta di chiarimenti all’amministrazione comunale appena avviati i lavori, ma non abbiamo ricevuto risposte».
Altri aggiungono: «Ci sono leggi chiare da rispettare: le vasche devono essere annesse agli impianti, non costruite in mezzo ai campi vicino alle case. Tutto è stato fatto senza informazione né coinvolgimento della cittadinanza. E la Commissione ambiente, di preciso, di cosa si occupa?».

Trasparenza mancata e comunità in allarme

In un territorio già saturo di allevamenti e reflui, l’arrivo di una nuova vasca di digestato accende i riflettori su un problema che da anni preoccupa i residenti: troppa produzione, poca trasparenza e un impatto ambientale e sociale crescente.
Le famiglie si dicono stanche di dover inseguire informazioni che dovrebbero essere pubbliche e di vedere decisioni prese «a sorpresa». E chiedono che la politica torni a essere realmente servizio alla comunità e non un affare gestito lontano dai cittadini.