Passirano

Passirano, parlano gli assessori dimissionari: intanto si attendono le surroghe

Ronchi, Danesi e Giustacchini: "Clima deteriorato e sfiducia reciproca"

Passirano, parlano gli assessori dimissionari: intanto si attendono le surroghe

Ormai è ufficiale ed è chiaro a tutti: Cinzia Danesi, Barbara Ronchi e Massimiliano Giustacchini non sono più né assessori né consiglieri comunali a Passirano. Una scelta arrivata “al termine di un periodo di profonda riflessione e di crescente insoddisfazione per il clima creatosi e per la gestione dei rapporti istituzionali”, come scrivono in un comunicato congiunto.

Una “sfiducia reciproca”

“Non possiamo restare in un contesto in cui rispetto, trasparenza e lealtà vengono sacrificati sull’altare del controllo e dell’opportunismo politico”, spiegano, raccontando come la “sfiducia” che avrebbero percepito – diretta o indiretta – si sia trasformata in “sfiducia reciproca”.

Durante il loro breve mandato (eletti insieme al sindaco, Mariuccia Raccagni, nel giugno 2024), rivendicano di aver “operato con determinazione e dedizione” per il bene della comunità, ma denunciano di essere stati “tenuti all’oscuro di decisioni, progetti o strategie”, una situazione che, dicono, non è nel loro “stile, né mai lo sarà”, perché avevano accettato questi incarichi “per servire, non per subire e obbedire”.

La riduzione del gettone

Al centro della frattura ci sarebbe anche la proposta di ridurre gli emolumenti (il gettone, ndr), che – precisano – avrebbero accettatosolo se fosse stata rivolta a tutti i componenti della Giunta, sindaco e vicesindaco compresi, e se i fondi fossero andati a opere pubbliche o servizi ai cittadini – continuano – In questo caso saremmo stati d’accordo e avremmo approvato una delibera di Giunta. Ci offendono, invece, le dichiarazioni del sindaco di destinare i fondi “all’assunzione di 2 consulenti esterni”, e ci stupisce il fatto che tali dichiarazioni vengano fatte con leggerezza: ciò dimostra la poca conoscenza delle procedure”.

Non manca un affondo diretto al primo cittadino: “Se non godevamo più della sua fiducia sarebbe bastato un atto di coraggio, togliendoci le deleghe e spiegando il motivo ai cittadini”.

Respinte le accuse a Ronchi come “artefice” e le voci di un accordo con la minoranza

I tre (ormai ex) assessori sono stati compatti dall’inizio alla fine e hanno voluto nuovamente sottolinearlo, nel caso in cui non fosse bastata la dichiarazione di Danesi, fatta sabato, un paio di giorni fa. “Il nostro è stato un atto di responsabilità, se non fossimo persone serie avremmo infatti, come qualcuno ha insinuato, potuto accordarci con la Minoranza e allora tanti saluti alla Sindaca Raccagni, invece, vogliamo evidenziare che prendiamo le distanze dalla speculazione politica messa in atto dall’attuale opposizione sulle nostre dimissioni”.

Danesi, Ronchi e Giustacchini lasciano, quindi, “con la schiena dritta e la testa alta”, convinti che quando i valori personali e politici non trovano più spazio, “il passo indietro diventa un dovere”.

Surroghe in consiglio domani

La crisi approda in aula domani, martedì 12 agosto, alle 16, quando verranno ufficializzate le tre surroghe: al posto di Danesi, Ronchi e Giustacchini entreranno Nicola Vezzola, Gabriele Tonelli e Matteo Busecchi. La prima dei non eletti, Mariacostanza Rossi, ha invece rifiutato, come spiega il sindaco, “per il ruolo che ha alla Fondazione Cacciamatta”. In “panchina”, quindi, non è rimasto più nessuno, ma Raccagni attualmente sembra avere i numeri per proseguire il mandato e continua ad essere “sicura della fedeltà” della sua “squadra”.