di Gaia Bussadori
“Quando vai dall’oculista se ci vedi bene hai dieci decimi, magari hai qualcosa in più e allora arrivi a undici decimi, ma se arrivi a venti decimi, vuol dire che hai un super potere”, Marco Monterverdi, per tutti Marqo, di Verolanuova, racconta così il titolo scelto per il suo primo libro: “Venti decimi”.
Venti decimi: Inferno, Purgatorio, Paradiso
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Un libro tenuto nel cassetto per anni, ma che continuava a chiamare Marqo che alla fine quel cassetto lo ha aperto davvero, ha scritto e riscritto, ha cambiato e rifatto, ma gli scrittori si sa non sono mai contenti delle loro parole, e infine ha pubblicato di getto quella che è insieme un’opera biografica e di formazione. Marco Monteverdi ha 34 anni, è nato a Verolanuova dove tutt’ora risiede, e 18 anni fa ha subito un incidente che gli ha cambiato la vita. A 16 anni un salto sul tappeto elastico gli ha provocato lesione midollare cervicale che lo ha reso tetraplegico. Venti decimi è il racconto di questi ultimi 18 anni suddiviso in tre atti: “Inferno è il racconto crudo e spietato del trauma. I risvegli in rianimazione, il buio della coscienza, la scoperta della paralisi, la perdita della voce, della dignità, dell’identità. Ma anche, sottilmente, i primi segni di resistenza: l’affetto incrollabile della madre, lo sguardo del fratello, le parole di un frate che lo chiama “campione”. Purgatorio è il tempo della trasformazione lenta e faticosa. Il trasferimento in Svizzera, le terapie, i progressi millimetrici, le delusioni, le prime uscite. Non è un percorso lineare: c’è l’uso della marijuana per addormentare il dolore, la voglia di scappare da tutto, le ricadute. Ma anche le prime risate, nuove amicizie, e un barlume di fiducia. Paradiso non è un lieto fine tradizionale. È la conquista di una prospettiva diversa. Marco impara a vivere la sua condizione non più come condanna, ma come parte di sé. Trova la serenità nel poco, nella lentezza, nella profondità dei rapporti umani. Riscopre la gratitudine, la leggerezza, l’ironia. Si assume la responsabilità della propria esistenza. Comincia a volare, nonostante tutto. Venti Decimi non è una storia di supereroi né un racconto pietistico. È la cronaca sincera di una caduta e di una rinascita. Un libro che fa male, che fa bene, e che lascia il lettore con una certezza: nulla, dopo averlo letto, sarà più scontato”, così si legge nella presentazione dello scritto.
Molto più di una storia
“Questo libro vuole non solo raccontare la mia storia, ma offrire un punto di vista differente sulle cose – ha raccontato Marqo – nel momento in cui ho perso la capacità di muovere il mio corpo tutto ciò che davo per scontato ha avuto un valore incredibile. Chi legge deve mettere in prospettiva i propri problemi: la magia c’è anche nel piccolo gesto di prendere una forchetta per mangiare”.
Marqo ha toccato un punto fondamentale: in quest’epoca dove la vita va veloce e tutto sembra a portata di mano si corre il rischio di non riuscire a dare il giusto valore alle cose e perdersi dietro a fuochi fatui.
“L’idea nasce tanti anni fa, quasi all’inizio della mia vita da disabile – ha raccontato – oltre alla testardaggine e alla costanza ho anche il talento di saper scrivere, già dai tempi della scuola mi piaceva, inoltre sono un grandissimo lettore, in più ho una memoria fotografica quindi assorbo tutto come una spugna”.
Il libro vuole raccontare Marqo dall’incidente alla vita di oggi, di fatto la sua è una esperienza unica perché ha sempre inseguito con forza il desiderio di essere indipendente e autonomo per non gravare sulla famiglia, sarà “colpa” della sopracitata testardaggine, di un percorso intenso non privo di ostacoli o impedimenti che hanno fatto maturare in lui la consapevolezza degli strumenti da usare, Marco ci è riuscito.
“Vivo da solo, ma non sono solo: ho un team di persone, pagate, che si alternano per stare con me. E’ raro che persone partite dalla mia situazione godano della mia autonomia”, raro, forse unico.
Nel 2018 Marqo scrive il libro in due settimane, poi lo «parcheggia» nell’hard disk, “ho proprio cercato di dimenticarlo”, fatto sta che al tempo scriveva un blog dove aveva raccontato dell’idea di scrivere un libro e aveva documentato il procedere dei lavori, così le persone hanno iniziato a chiedere quando sarebbe stato pubblicato. Nel 2023 l’anno inizia con una completa riscrittura del libro in un solo mese e poi di nuovo “parcheggiato” fino al 2024 quando inizia a leggerne alcuni estratti ad un’amica: “Tu sei un pazzo a non pubblicarlo, pubblichi i libri degli altri e non questo?”, già perché Marqo ha una casa editrice, Vincit international, e per lavoro ovviamente pubblica libri.
“In questi mesi ho lavorato davvero molto, anche 10-12 ore al giorno, ho iniziato il 2025 praticamente già in burn out, non ho più fatto niente che mi piacesse, anzi non so nemmeno cosa mi piace fare per rilassarmi”, così ha deciso di vincere ogni paura, «avevo una fifa pazzesca», e il 27 luglio ha pubblicato Venti decimi.
E’ subito entrato nei top sellers di Amazon, dove si trova sia in edizione cartacea che ebook, ma la soddisfazione più grande sono i commenti di chi ha letto il libro, che non si contano, tutti entusiasti, commossi, emozionanti, Marqo ha fatto centro.
“Avevo tante paure, la prima di mettermi a nudo raccontando la mia storia, poi che non piacesse, di non essere veramente bravo, che nessuno lo leggesse”,
paure che accomunano tutti gli scrittori, soprattutto chi scrive di se stesso, ma Marqo non fa solo questo, fa molto di più, basta leggere poche righe per rendersene conto.
“Vorrei “toccare” le persone che leggono il libro, il mio obiettivo era essere autonomo e vivo solo da 3 anni, questo rende tangibile e misurabile il “si può fare”, vorrei che pensassero “se ce l’ha fatta lui, io che scusa ho””.
Marqo ha raggiunto il suo obiettivo di autonomia e anche quello di raggiungere l’animo di quanti lo hanno letto, se è vero che il libro è stato pubblicato in «sordina» senza grandi operazioni di marketing lo è altrettanto che la forza di quello che ha scritto lo ha fatto balzare in cima alle classifiche e questo vale più di ogni pubblicità.