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Gli Alpini in Valcamonica: un perentorio appello alla pace

Il 61° pellegrinaggio ogni anno unisce le sezioni della Vallecamonica e di Trento in presenza del Labaro Nazionale Ana

Gli Alpini in Valcamonica: un perentorio appello alla pace

Un inequivocabile e perentorio appello alla pace, senza riserve e rivolto a ogni angolo del pianeta ha risuonato domenica dalle vette dell’Adamello in occasione della cerimonia conclusiva del 61° Pellegrinaggio degli Alpini, un evento che ogni anno unisce le sezioni della Vallecamonica e di Trento in presenza del Labaro Nazionale Ana.
A testimoniare la sentita partecipazione, era presente una delegazione del Gruppo Alpini di Chiari composta da Giovanni Foglia, Gianfranco Calabria Aldo Duiella. Quest’anno, la cerimonia ha assunto un valore particolare perché dedicata al Beato Teresio Olivelli, nel giorno dell’80° anniversario della sua morte.

In memoria di Olivelli

La figura di Olivelli ha evocato valori di coraggio, fede e resistenza. Fu rettore del Collegio Ghislieri di Pavia. Medaglia d’oro della Resistenza, sottotenente di complemento della Divisione «Tridentina» degli Alpini assistendo agli orrori della ritirata dell’VIII Armata italiana nella drammatica campagna di Russia iniziata nel ‘41 e conclusasi tragicamente tre anni dopo.
Una storia profondamente legata alla Resistenza cattolica, in particolare alle Fiamme Verdi Valsabbia e alla fondazione del giornale clandestino «Il Ribelle».
Una vita che si concluse tragicamente nei campi di concentramento di Fossoli, Bolzano, Flossenbürg e Dachau, morendo il 17 gennaio 1945 a causa delle violenze subite nel lager di Hersbruck. Beatificato da Papa Francesco nel 2018, Olivelli rappresenta un faro di umanità in uno dei periodi più bui della storia.

La messa con il cardinal Re

Il culmine della giornata è arrivato con la Messa celebrata dal Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio e animata dal coro Ana di Vallecamonica.
La pace, come detto, è stata evocata da tutti gli interventi e in particolare dall’omelia pronunciata dal Cardinale Re. «Basta con la guerra, si mettano a tacere le armi» ha esordito dal pulpito il prelato bresciano da sempre vicino alle Penne Nere. Un monito, quello del cardinale, che ha ricordato «un mondo assediato dai conflitti: le sofferenze disumane delle immagini a Gaza e da tre anni e mezzo quelle sconcertanti che ci arrivano dall’Ucraina».
La pace che sta alle radici del pellegrinaggio sull’Adamello, che infatti affonda la sua storia nel momento in cui soldati italiani e austriaci, un tempo avversari, si trovarono su quelle montagne per stringersi la mano e superare le divisioni della guerra.
Lo stesso cardinale Re ha definito gli Alpini: «Custodi di pace e di solidarietà». Al termine della celebrazione, un’emozionante sfilata per le vie del centro di Ponte di Legno ha chiuso l’evento tra gli applausi e la commozione della folla. A testimonianza del profondo legame che unisce le Penne Nere al territorio e ai valori che rappresentano.

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