«Te lo dico con le buone, altrimenti ti vengo a cercare a casa tua». Una minaccia tutt’altro che velata, rivolta al consigliere di opposizione Stefano Raccagni, bersaglio di chi non ha gradito di essere stato pizzicato a rubare nei contenitori degli abiti usati. Un episodio grave, come gravissima è «l’indifferenza, la sfacciataggine e l’arroganza di certi soggetti», ha commentato lo stesso Raccagni, che dopo aver ricevuto i messaggi intimidatori ha sporto denuncia ai carabinieri.
I fatti
I fatti risalgono al 12 giugno, quando il consigliere della Lega ha notato due individui a bordo di un camper intenti a prelevare sacchi pieni di vestiti dai contenitori collocati in via Brescia. Una situazione già più volte segnalata dallo stesso Raccagni e dalla Lega all’Amministrazione comunale, insieme ad altri episodi di degrado nelle aree destinate alla raccolta degli indumenti. Non riuscendo a contattare la Polizia Locale, il consigliere ha deciso di documentare la scena con il cellulare. Quando però i due si sono accorti della sua presenza e hanno iniziato ad avvicinarsi, Raccagni si è allontanato per evitare lo scontro.
Non si è però limitato a filmare, né a dare il video in pasto ai social senza ulteriori azioni, come fanno in troppi: il filmato è stato subito inviato alla Polizia locale come prova concreta dell’ennesimo atto di inciviltà.
Le minacce
All’indomani della segnalazione, sono iniziate le minacce. «Te lo dico con le buone, se non capisci vengo io a casa tua»: questo il tenore dei messaggi arrivati al numero personale del consigliere, il giorno dopo la segnalazione. «Non so come abbiano ottenuto il mio contatto. È vero che, in quanto consigliere, i miei riferimenti sono pubblici sul sito del Comune, ma come hanno fatto a capire che sono stato io?», si è chiesto Raccagni. Le intimidazioni non si sono fermate al telefono: insulti e commenti minacciosi sono comparsi anche sulla pagina Facebook della Lega di Palazzolo, sotto il post che mostrava un fermo immagine del furto – pubblicato con volti e targhe oscurati. I messaggi, seppur anonimi, riportavano un nome visibile nel profilo WhatsApp, già segnalato agli inquirenti. Anche se poi cancellati dal mittente, i contenuti sono stati salvati dal consigliere e consegnati ai carabinieri, che hanno aperto un’indagine per minacce contro ignoti. Il presunto autore è poi stato identificato.
“Un gesto gravissimo”
L’episodio ha generato preoccupazione e sconcerto, non solo per la violenza delle minacce, ma anche per il clima di impunità. «È gravissimo che un consigliere comunale, un pubblico ufficiale, venga minacciato solo per aver fatto una segnalazione e per di più senza rendere riconoscibili i soggetti coinvolti – ha dichiarato Raccagni – È un segnale preoccupante dell’arroganza e pericolosità di certi individui».