La proposta era stata avanzata qualche mese fa dall’Anpi. Uno spunto che la maggioranza di Adro guidata dal sindaco Davide Moretti ha voluto raccogliere, portando all’ordine del giorno della lunga seduta convocata per lunedì 7 luglio, la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Una delibera che è stata approvata in coda al Consiglio comunale con il voto contrario della Lega.
Il Consiglio di Adro ha revocato la cittadinanza onoraria al Duce
Così il sindaco adrense ha presentato il punto all’ordine del giorno (per la cronaca dell’intera seduta si rimanda all’articolo in uscita sul settimanale ChiariWeek, in edicola dall’11 luglio):
“Il Comune di Adro, come molti altri, nel 1924 diede la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. In alcuni casi si trattò di decisioni prese, quantomeno formalmente, da un consiglio comunale eletto… in tante situazioni, come nel nostro caso, questa decisione fu presa arbitrariamente da un commissario prefettizio dopo che l’amministrazione comunale era già stata costretta alle dimissioni. Non ci fu quindi in alcun modo espressione della volontà popolare, ma fu un atto mirato del partito fascista, volto ad estendere il culto della personalità del duce. Il ventennio fascista è stato il periodo più buio della storia recente italiana, caratterizzato da odio, miseria, violenza e ogni tipo di ingiustizia e discriminazione. Il regime fascista, inoltre, trascinò l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale e, dopo l’8 settembre 1943, consegnò una parte del Paese ai nazisti. È solo grazie alla caduta di quel regime e soprattutto alla lotta di liberazione partigiana, alla Resistenza, che oggi abbiamo una Costituzione fondata su valori di uguaglianza e di solidarietà, di pace e libertà, che riconosce i diritti civili, sociali, politici ed economici, che sancisce la dignità sociale di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali- Il riconoscimento della cittadinanza a Mussolini è quindi oggi incompatibile coi principi della nostra Costituzione che è stata scritta, ricordiamolo sempre, da tutte le forze politiche, molto diverse tra loro: Democristiani, Socialisti, Comunisti, Liberali, Repubblicani Questa scelta non implica l’adesione univoca ad una ideologia specifica, ma è un provvedimento a valenza trasversale, nel rispetto dell’impostazione afascista e antifascista della nostra Costituzione. Il nostro Comune, i nostri cittadini hanno dimostrato nei decenni un forte impegno per coltivare e tenere viva la memoria. La revoca della cittadinanza è anche un gesto di memoria e rispetto verso le vittime delle azioni dei fascisti, di quanti hanno perso la vita a causa della guerra, delle persecuzioni. Tra questi ci furono anche cittadini di Adro e Torbiato: Intendiamo quindi onorare, una volta di più, il loro sacrificio La storia non si può riscrivere, lo sappiamo bene. La revoca della cittadinanza a Mussolini è un atto di alto valore simbolico, che non si rivolge al passato ma che guarda al presente e al futuro per respingere i fascismi contemporanei, per promuovere una cultura di pace, per riaffermare che ad Adro i valori antidemocratici di cui il fascismo è stato espressione non possono avere cittadinanza. Infine, è anche un atto dovuto per ridare il massimo rispetto e dignità all’onorificenza della cittadinanza onoraria da parte del nostro Comune”.
Prima di aprile il dibattito, il sindaco ha invitato a intervenire Gualtiero Tonoli, presidente della sezione di Adro dell’Anpi.
Per l’Anpi la “Resisrenza è stata un atto d’amore e ritrovata dignità”
Tonoli ha così esordito: “Non parlo io, non sono un letterato, non sono uno storico, nella vita sono stato solo un tecnico, mi baso essenzialmente sui resoconti, pertanto nulla di eccezionale solo la volontà di ricerca e di verità , parlano attraverso me gli storici , parlano gli intellettuali, parlano i protagonisti dei fatti“.
Ricorrendo a una serie di citazioni, da Benedetto Croce passando allo stesso Mussolini e a Galeazzo Ciano, per concludere con una frase del dottor John Melly (1936), “Questa non è guerra, non è neanche un massacro, è la tortura con le bombe e i gas tossici di migliaia di uomini, donne e bambini, tutti indifesi“, Tonoli ha evidenziato tutta la ferocia della dittatura fascista.
“La Resistenza è stata un atto d’amore e di ritrovata dignità di un popolo che riconosce la ritrovata libertà. Il benessere di una società va costruito con il lavoro con la partecipazione con la giusta solidarietà e se volete con una adeguata autonomia che tenga conto delle diversità. Oggi finalmente un rinnovato manipolo di giovani amministratori trova il coraggio di cancellare a 101 anni di distanza una pesante impronta, impronta risalente al luglio del 1924, tra le altre cose non so fino a che punto condivisa dagli adrensi del tempo , in quanto tale cittadinanza offerta al Duce era imposta dal commissario prefettizio protempore. A tutti gli amministratori che aderiranno a questa correzione , senza alcun enfasi ma per pura verità storica va il nostro apprezzamento come Anpi e l’augurio di mantenere un equilibrio di giudizio , perché questo mondo e nuovamente ubriaco ed ideologicamente su un binario morto. Felici come Anpi di aver contribuito con le nostre proposte ed iniziative a far uscire Adro da una imbarazzante compagnia”.
Voto contrario da parte della Lega
“Desidero liberare il campo da fraintendimenti: come Lega rigettiamo ogni simpatia per dittatori e movimenti che soffocano la libertà di un popolo”.
Con queste parole il capogruppo della Lega (ed ex sindaco) Paolo Rosa ha iniziato il suo intervento, proseguendo poi con una digressione volta a motivare il voto contrario del suo gruppo. “Di cosa stiamo parlando? Sono fatti che risalgono a 100 anni fa che stiamo dissotterrando. Un periodo storico è fatto di tanti aspetti da analizzare, è venuto il momento di consegnare alla storia quei personaggi e quei fatti. E’ vero, era stata conferita dall’alto, per questo secondo noi è giusto che resti là, nel passato. Pensiamo al presente, facciamo pace con il passato. Comunque mi risulta che la cittadinanza decada con la morte della persona, quindi ritengo questa delibera inutile e strumentale. Non si rinnega la storia”.