«Io dico sempre che non si può combattere se hai pietà o sentimenti simili». E’ questa la frase che più colpisce quando si parla a un fighter, un lottatore, e fa strano sentirla dire da un giovanissimo asolano, che da questo sport, basato in realtà anche su molti valori profondi, ha ereditato una vera e propria passione.
Yuri Gentile ha solo 19 anni ma possiede un coraggio e una determinazione che in pochi hanno alla sua età. Non è la bravura nel calcio, nel basket o nel nuoto, come potrebbe benissimo accadere a qualcuno dei suoi compagni, ma la passione per la Kick Boxing, che pratica da quando aveva 12 anni. Originario della Sicilia, Yuri risiede nel Comune dell’Alto Mantovano da ormai 14 anni.
«Ho iniziato con il light combact disputando più di 300 incontri diventando campione italiano nel 2011, 2012 e 2013 – spiega Yuri – Poi sono passato alla disciplina full contact. Nel 2014 sono diventato campione italiano di full contact disciplina low kick aggiudicandomi l’entrata nella nazionale Italiana. Ho avuto così la possibilità di disputare i campionati mondiali a Rimini nel 2014. Nel 2015 sono stato invece premiato come campione italiano pro di K1, mentre nel 2016 campione italiano di Sandal pro. Sono stato vincitore del torneo “Boys” per due anni di fila 2015 e 2016 con un totale di 30 match disputati, tra i quali 26 vinti per k.o. prima del limite, 2 pareggi e 2 sconfitte».
Una carriera che, quindi, anche se agli inizi, promette ottimi risultati, in aggiunta a quelli che il ragazzo ha già accumulato in questi anni. Per Yuri però questi giorni sono duri, fatti di allenamento costante e mirato: «”Profighting Mantova”, la palestra nella quale mi alleno che ha sede a Solferino e ad Asola, al civico 10 di via Puglia, ha organizzato per luglio un match per il titolo di Mondiale Pro – puntualizza – per questo ora mi sto allenando seriamente per poter raggiungere anche questo obiettivo».
Il diciannovenne per prepararsi a un incontro ha una tabella ben precisa alla quale si deve attenere, fatta non soltanto di ore e ore in palestra ma anche di una alimentazione corretta. «In preparazione a un incontro mi alleno due volte al giorno, un’ora la mattina e due la sera – continua – invece normalmente tre volte a settimana. Per quanto riguarda invece la dieta che devo seguire bisogna ricordare che ci sono alcune categorie che variano in base al peso. Io combatto nei pesi 62-63-65. Fuori peso normalmente sono 74-75. Quando ci fanno sapere la data dell’incontro, che di solito si aggira sulle due/tre settimane prima, inizio una dieta ideata per scaricare e, quindi, rientrare nel peso. A colazione non mangio niente, a pranzo 100 grammi di petto di pollo e per cena insalata». Uno sport difficile, certo, ma che non ha scoraggiato i sogni del giovane asolano.
«Praticavo il calcio – precisa il ragazzo – però avevo problemi alle ginocchia e ho dovuto smettere. Mio padre era, ed è ancora assieme a Matteo Milani, l’allenatore di Kick Boking e mi ha convinto a provare questo sport. Da lì ho capito subito che sarebbe nata una vera e propria passione, e ho continuato. Le emozioni che provo quando salgo sul ring sono tante. Prima di tutto vorrei non deludere mai le persone che credono in me. Il momento più bello è quando senti gridare il tuo nome e ti alzano la mano per indicare il vincente. Questo è l’attimo in cui tutti i sacrifici e il duro lavoro trovano una ricompensa. L’altra faccia della medaglia vale per quando, invece, perdo, perché penso sempre che potevo fare di più. E’ un sentimento che hanno tutti, ed è normale. Ma lavorerò sempre duramente per dare il massimo».