di Marianna Baldo
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Zaino in spalla, cuore in marcia: passo dopo passo il viaggio di una penna nera bresciana tra accoglienza e fratellanza
Da Flero a Biella: Valter Papa, l’alpino che ha camminato fino all’adunata
Un noto brano de “I Girasoli” dal titolo “Cuore Alpino” intona “Quando al raduno va un Alpino, nel suo cuore c’è tanta emozione, guarda il cielo la sua penna nera mentre sfila per il tricolor”.
Ogni anno, ogni adunata, tale emozione avvolge e travolge tutti: dagli alpini stessi al pubblico, dalle istituzioni a chi poi ne rende notizia. L’orgoglio, la tenacia, la forza di volontà, oltre a quella fisica, di queste straordinarie truppe da montagna altamente specializzate dell’Esercito Italiano, fanno riempire di commozione gli occhi di tutti noi. La passione verso quanto ha vissuto e tuttora vive un alpino porta anche a imprese mozzafiato, come il partire da casa e andare all’adunata a Biella dei giorni scorsi.
Così ha fatto la penna nera Valter Papa, appartenente al gruppo Ana di Poncarale (provincia di Brescia), ma residente a Flero. Lo scorso venerdì 3 maggio infatti è partito da casa sua e, in compagnia di un amico di camminate, ha raggiunto Palazzolo sull’Oglio per la notte.
Brandine e sacco a pelo, riposato il corpo, il mattino dopo è partito in solitaria per il territorio bergamasco (Endine) dove si è unito a un gruppo di penne nere che ogni anno raggiunge le diverse adunate “passo dopo passo”. Zaino in spalla, rancio spesso al sacco e cena sempre e rigorosamente preparata dai diversi gruppi Ana incontrati sul percorso, presso le cui sedi hanno trovato riparo per la notte, in una settimana è giunto con i suoi nuovi amici alla 96esima adunata nazionale delle penne nere.
“E’ stata un’esperienza straordinaria, ha fatto emergere per l’ennesima volta, quanto sia importante per noi alpini la solidarietà (eccola, la caratteristica del famoso “cuore alpino”). Un valore imprescindibile – ha spiegato l’alpino Papa – Siamo stati accolti e ospitati come fossimo fratelli, un rapporto che si instaura tra penne nere difficile da spiegare a parole. Molti sono stati i momenti di grandi emozioni, sono partito accompagnato per i primi chilometri da un amico che non è alpino, ho proseguito da solo e ho trovato nuovi amici, provenienti da diverse zone del Nord Italia che, mano a mano, si aggregavano nelle tappe. Inoltre all’ultima tappa prima della destinazione siamo stati accolti dal gruppo Ana di Quaregna Cerreto con tanto di sindaco Katia Giordani e dei bambini delle scuole che, per l’occasione, hanno indossato il cappello degli alpini creato da loro con del cartoncino. E’ stato mozzafiato, così come il resto dei giorni. L’adunata è sempre un qualcosa che sa creare un nodo alla gola. Quest’anno, grazie a questa esperienza, lo è stato ancor di più”.
Una volta sul posto si è poi riunito al suo gruppo di appartenenza con il quale poi è tornato a casa con mezzi di locomozione meccanici.