Giornate Fai di Primavera nel Bresciano: le bellezze da scoprire
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 tornano per la 33esima edizione

Giornate Fai di Primavera nel Bresciano: le bellezze da scoprire.
Le bellezze da scoprire grazie alle Giornate Fai di Primavera
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 tornano per la 33esima edizione le Giornate Fai di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI in 400 città, grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari attivi in tutte le regioni. Un appuntamento entrato ormai nelle agende e nei cuori degli italiani, caratterizzato da una straordinaria partecipazione popolare - più di 13 milioni di visitatori in 32 edizioni - segno di quanto sia riconosciuta la missione educativa del FAI, che dal 1975 si impegna a raccontare e valorizzare le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela da parte della collettività.
Una grande festa all’insegna di arte, cultura e natura che quest’anno coincide con il cinquantenario della nascita del FAI. Un traguardo importante, che verrà celebrato con l’apertura di 750 luoghi speciali, da nord a sud della Penisola, molti dei quali insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco conosciuti e valorizzati, a cui si potrà accedere grazie a visite a contributo libero. Ad ogni visita sarà possibile sostenere la missione e le attività della Fondazione con una donazione.
Grazie al FAI, ad aprire le porte e a svelare le loro storie inedite e inaspettate saranno palazzi, ville, castelli, teatri, luoghi dell’educazione, chiese e collezioni d’arte, esempi di archeologia industriale e siti produttivi, ma anche laboratori artigiani, fari, cantieri navali e persino un piccolo aeroporto civile, a cui si aggiungeranno itinerari in borghi storici, percorsi in aree naturalistiche, orti botanici e parchi urbani e speciali visite sul tema della sostenibilità. Verranno inoltre riaperti alcuni luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni.
Le Giornate FAI di Primavera chiuderanno la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI dal 17 al 23 marzo. L’evento si svolgerà con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura e di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.
Saranno coinvolte 133 Delegazioni, 106 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 14 Gruppi FAI Ponte tra culture. Un ringraziamento ai 16.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.
“Particolarmente significativa è l’edizione 2025 in quanto celebra il 50mo anniversario dalla nascita del Fai. Il 28 aprile 1975 Giulia Maria Mozzoni Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli, da un’idea di Elena Croce, decidono di dare origine al Fondo ambiente italiano, ispirandosi a National Trust Inglese. Per festeggiare questo anniversario, a Brescia e provincia sarà possibile visitare sia luoghi inediti, sia luoghi che rappresentano aperture significative delle passate edizioni - afferma Simona Caridi, Capo Delegazione FAI Brescia - sicuramente una grande opportunità è rappresentata dall’apertura del sottotetto di Palazzo Loggia, che dopo alcuni anni viene mostrato nuovamente ai visitatori. Al Mita centro culturale, il nostro Gruppo Fai Ponte tra Culture racconterà la collezione di tappeti più ampia al mondo, in occasione della mostra sui Mamelucchi. In città si snoderà poi un itinerario nell’itinerario, si potranno infatti visitare tre teatri (Borsoni, Mina Mezzadri e San Carlino). Un apprezzatissimo ritorno è quello di Palazzo Arici, in corso Martiri della Libertà, aperto solo su prenotazione ai tempi del Covid, che durante il week-end di Primavera potrà accogliere quanti all’epoca non avevano avuto la fortuna di visitarlo. In città sarà poi aperta la scuola Tito Speri, ex chiostro della Chiesa di San Clemente, che ha accolto negli anni tanti studenti bresciani".
In Provincia
Non meno ricca sarà la Provincia, grazie alla preziosissima collaborazione delle amministrazioni comunali e dei proprietari, dove sarà possibile visitare alcuni luoghi significativi e affascinanti a Borgosatollo, Gussago, Malegno, Ospitaletto, Pozzolengo, Villa Carcina. Spero vivamente che i visitatori rimarranno affascinati quanto noi scoprendo questi beni: la varietà e ricchezza delle aperture è una preziosa opportunità per lasciarsi meravigliare dalla storia del nostro territorio”
Quest’anno i volontari coinvolti sono 230, a cui si vanno ad aggiungere gli oltre 300 Apprendisti Ciceroni® che rappresentano le scuole della nostra Provincia.
Brescia
EX CONVENTO CINQUECENTESCO DELLA CHIESA DI SAN CLEMENTE
Nel 1516 Venezia emana la famosa ordinanza della “spianata” che prevede l'abbattimento, fra gli altri, della chiesa domenica di San Fiorano ai Ronchi, che era stata già fortemente danneggiata durante il conflitto. A due monaci di San Fiorano viene affidata dal vicario vescovile Capironi la cura di san Clemente e dei suoi parrocchiani. La manovra non piacque ai Deputati pubblici e i nostri monaci furono cacciati a Sant'Eufemia, ma non si diedero per vinti. Tanto fecero che nel 1519 grazie a una bolla di Leone X tornarono a pieno titolo a San Clemente. Il convento vive la sua vita fino al 1770, quando viene soppresso, la chiesa, invece, rimane parrocchiale. Nel 1837 si aprì nella sale del secondo chiostro il primo asilo infantile per iniziativa del nobile avvocato Saleri. Il chiostro grande che è caratterizzato dalla presenza del cosiddetto capitello composito a campana scanalata e rudentata, una tipologia tipicamente lombarda (impiegato nei suoi prototipi da Michelozzo e da Leon Battista Alberti alla fine del '400 e, a Brescia, per la prima volta presso palazzo Maggi al teatro romano). Se nel chiostro di Santa Giulia, a Brescia, troviamo la rosetta a cinque petali, qui troviamo quella a quattro petali, ampiamente attestata nella Brescia malatestiana. Si riconosce una serie più antica, relativa alle colonne del portico occidentale, che nasce contemporaneamente alla muraglia d'ambito est della chiesa, ormai datata con sicurezza al 1536-37. Nelle lunette corrispondenti alle arcate sul muro di confine del cancelliere di casa Ganassoni, si intravedono altri episodi sacri, ma di sapore diverso, ove prevalgono i toni caldi del giallo e del rosso, datati da Begni Redona agli ultimi decenni del XVI secolo. In tutto il complesso sono sparse tracce dell'antica struttura affiancate da eleganti opere ottocentesce dovute al graduale adattamento dal complesso alla funzione scolastica, in particolare spiccano alcuni camini in pietra rosa, e alcuni soffitti lignei cassettonati recentemente recuperati. Sabato: 14:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Domenica: 10:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
MITA CENTRO CULTURALE
MITA - Museo Internazionale del Tappeto Antico è il nuovo centro culturale inaugurato nel 2023 da Fondazione Tassara e costruito nel quartiere Don Bosco, una delle zone periferiche più multietniche di Brescia. L'area su cui sorge il centro, un tempo occupata da una fonderia, è stata integralmente riqualificata per creare un luogo che sia spazio di confronto tra culture e custode della preziosa e unica raccolta di oltre 1300 opere tessili appartenenti al collezionista Romain Zaleski. Per poter svolgere efficacemente le funzioni di conservazione, studio e valorizzazione della propria raccolta di tappeti antichi, Fondazione Tassara, costituita nel 2008 dal collezionista Romain Zaleski, ha dato origine al centro culturale MITA, costruito nel 2023 sui resti di una ex fonderia. In questo ambiente trovano posto oltre 1300 tappeti provenienti da tutto il mondo. Dal 2023, attorno a questa straordinaria collezione, si sono sviluppati numerosi progetti culturali, che hanno visto la collaborazione di importanti istituzioni culturali bresciane, nazionali e internazionali. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00), Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
Progettato dallo studio OBR - Open Building Research con la collaborazione di Lombardini22, il complesso prende il posto di una fonderia e sorge in un'area periferica di Brescia, molto vicina alla stazione ferroviaria e al centro di un progetto di riqualificazione. Evento Speciale: venerdì 21/03 alle h. 18:30 visita in anteprima alla collezione guidati dal prof. Giovanni Valagussa – riservato ad iscritti Fai, su prenotazione al seguente link https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/giornate-fai-di-primavera-visita-in-anteprima-a-mita-centro-culturale-30421. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00), Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
PALAZZO ARICI
Posto nella zona centrale di Brescia, il Palazzo presenta il suo affaccio sulla via, in modo semplice e quasi dimesso (soprattutto se si pensa che si trova dinanzi ad dinanzi al Santuario rinascimentale di Santa Maria dei Miracoli) . Offre un bel portale dalle linee rinascimentali. Assolutamente simmetrico, venne elevato nel XVIII secolo, in modo armonico. Il Palazzo, le cui origini si perdono nel XV secolo, voluto e costruito dalla famiglia Appiano, potente a Brescia già a tempi di Pandolfo Malatesta e successivamente modificato nel XVIII sec. al passaggio di proprietà della famiglia Arici, presenta alcuni ambienti particolarmente rilevanti per la comprensione dell'ultimo barocco inteso come creazione di spazi architettonici “aumentati” attraverso l'uso delle quadrature prospettiche.
Lo scalone d'onore e soprattutto il Salone del piano nobile, ultimo resto (molto ben conservato) della revisione degli Arici presenta quel dialogo tra il mondo della quadreria bresciano e la Serenissima. Non è possibile al momento definire chi sia il gruppo di maestranze che hanno dato vita all'illusione del Salone. Compiuto prima del 1723, presenta codici simbolici collegati all'uso della raffigurazione dei fiori, dei personaggi teatralmente in scena, come pure degli dei che animano l'Olimpo sfondando con la sua luminosità il tetto del Salone. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00); Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
SOTTOTETTO DI PALAZZO DELLA LOGGIA
Con la sua linea inconfondibile, il Palazzo della Loggia si configura come uno degli edifici di maggiore valore storico e artistico e si è consolidato nei secoli come uno dei principali simboli della città di Brescia. Situato in Piazza della Loggia, cuore rinascimentale della città e realizzata a partire dal 1433, fu edificato per volontà della Repubblica di Venezia per rappresentare la propria potenza economica e amministrativa non solo in mare ma anche sulla terraferma.
Fondato nel 1492, su progetto dell'architetto vicentino Tommaso Formenton, il palazzo ha attraversato complesse vicende progettuali e finanziarie e la sua costruzione fu interrotta in più occasioni da eventi politici e militari. Nato come palazzo del governo veneziano, ancora oggi risponde ad una funzione pubblica come sede dell'amministrazione comunale, ospitando l'ufficio del Sindaco, la sala del Consiglio Comunale e della Giunta. Non appena completato, subì un tragico incendio nel 1575 che distrusse tutto il primo piano, abbellito anche dai teleri dipinti da Tiziano Vecellio, e la cupola originaria. Si susseguirono diversi progetti di ricostruzione, fino all'attuale copertura a carena di nave rovesciata realizzata nel 1914. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
TEATRO MINA MEZZADRI
Un viaggio tra passato e presente in uno dei luoghi più carichi di storia di Brescia: il teatro Mina Mezzadri- Santa Chiara. Erede della grande tradizione francescana della città, si collocava, un tempo, a ridosso delle mura ed alle pendici del Colle Cidneo. Oggi, pur restando inglobato nella zona del Carmine, è posto nel cuore pulsante della vita universitaria e della movida della città.
Le prime notizie su un monastero di “Damianite” (clarisse), risalgono al XIII secolo. Di quel monastero e della chiesa annessa, non resta oggi più nulla, poiché il complesso religioso venne modificato molte volte nei secoli. La prima nel 1580 dopo lo scoppio del torrione Mirabella del castello ed in seguito ancora nella seconda parte del 1600 e nella prima del 1700, quella che è giunta sino a noi. Con le soppressioni ed in seguito con la trasformazione del monastero in sede universitaria, la chiesa rimane inutilizzata e fatiscente fin quando non venne affidata alla Compagnia della Loggetta che lo gestisce fino ad oggi, come sala teatrale. Nel 1963 il primo spettacolo teatrale con la regia di Mina Mezzadri, alla quale adesso è dedicato.
Il teatro “Mina Mezzadri-Santa Chiara” è collocato nell'antica chiesa del monastero delle clarisse, conservando in parte, la decorazione settecentesca. Dopo aver superato il foyer si accede all'aula liturgica vera e propria che conserva ancora la decorazione di Giovan Antonio Gagini, con la gloria di Santa Chiara e San Francesco e di Giovanni Zanardi che decorò 14 elementi figurativi sopra il cornicione di imposta. Nulla resta invece dell'altare maggiore con opere del Paglia, Ferramola, ecc… disperse durante le soppressioni. Sabato: 10:00 - 14:30 (ultimo ingresso 14:00) Domenica: 10:00 - 14:30 (ultimo ingresso 14:00).
TEATRO RENATO BORSONI
Il Nuovo Teatro Renato Borsoni, inaugurato ufficialmente il 21 settembre 2024, è un progetto culturale e architettonico nato nel cuore del programma di rigenerazione urbana "Oltre la Strada", promosso dal Comune di Brescia e finanziato dal bando DCPM 25.05.2016. Nell'ambito di tale progetto, è stata acquisita dal Comune di Brescia l'ex stabilimento Ideal Clima di circa 1500 m2 ormai dismesso, che è stato successivamente ridestinato a spazi per le arti performative a cui si integrano spazi funzionali per il teatro a Brescia (sala prove, magazzino, sale polifunzionali). Il Teatro è stato dedicato a Renato Borsoni (1926- 2017), fondatore del Centro Teatrale Bresciano (CTB) e figura centrale nella storia teatrale cittadina. Renato Borsoni, direttore artistico, attore teatrale. Progettato dallo studio Botticini+Facchinelli ARW, il teatro combina elementi di architettura post-industriale con richiami rinascimentali. La struttura si sviluppa su 3.500 mq e si distingue per la torre scenica alta 19 metri, rivestita in pannelli retroilluminati che la rendono un nuovo landmark urbano. L'edificio, un parallelepipedo di 21x64 metri, presenta una facciata realizzata in blocchi di cemento. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 14:30 (ultimo ingresso 14:00).
TEATRO SAN CARLINO
Il Teatro Sancarlino, oggi utilizzato come auditorium e spazio conferenze dall'Amministrazione Provinciale di Brescia, originariamente nacque come chiesa della Confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini ed è collocato nella popolosa quadra di San Giovanni. Ancora oggi è affiancato da Palazzo Bargnani, già Martinengo Colleoni di Pianezza.
L'edificio fu progettato intorno al 1750 e sorge accanto al palazzo fatto erigere nel 1721 dal conte Giacinto Martinengo Colleoni, Marchese di Pianezza, in sostituzione delle antiche case di un ramo della nobile famiglia Porcellaga. La chiesa venne costruita ove sorgeva l'antico oratorio della confraternita, che ivi preesisteva accanto alle case Porcellaga e occupava parte dell'area che il Martinengo aveva destinato alla costruzione del palazzo. Il Marchese comperò l'oratorio e concesse in cambio ai Disciplini unarea da edificare immediatamente a nord del suo nuovo palazzo. Nel corso dell'Ottocento, la chiesa, ormai sconsacrata, ospitò la congregazione dell'oratorio di S. Tommaso e fu poi acquisita dall'Amministrazione e utilizzata come palestra scolastica, come deposito. La facciata, con l'alta zoccolatura in marmo di Botticino suddivisa in specchiature quadrangolari e le due lesene ioniche permettono di inserire l'edificio pienamente nel clima di rinnovamento settecentesco. L'interno è arricchito da affreschi settecenteschi, tra cui quelli di Pietro Scalvini (la Gloria di angeli e santi, i Quattro evangelisti) e Francesco Fontebasso (Gloria di S. Carlo Borromeo, Storie della vita del Santo, e Abramo appare a tre angeli) nella zona presbiteriale. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
Borgosatollo
LE GEROLE
La frazione di Gerole è una tranquilla località situata nell'area nord del comune di Borgosatollo al confine con il territorio comunale di Brescia. La frazione è caratterizzata da antichi caseggiati, edifici residenziali più recenti e da un territorio che già presenta i tratti tipici della pianura bresciana nonostante la vicinanza della città. In questo contesto sorgono lo xenodochio, la piccola chiesa dei Santi Faustino e Giovita e le opere idrauliche che consentono la partizione delle acque per l'irrigazione delle aree agricole. Lo xenodochio di Gerole risale al XIII secolo e serviva come ospedale per pellegrini e viandanti. Accanto, la chiesetta dei Santi Faustino e Giovita, costruita probabilmente tra fine XVI- inizio XVII secolo, conserva al suo interno affreschi e decorazioni che raccontano la devozione locale verso i due martiri cristiani. La frazione ospita anche un antico partitore idraulico, un'opera ingegneristica medievale che regolava il flusso delle acque. Ha avuto un ruolo fondamentale nell'agricoltura locale, garantendo l'irrigazione dei terreni ed il funzionamento dei mulini; ancor oggi è funzionante. Questi luoghi rappresentano la storia di Gerole, intrecciando religiosità, ospitalità e ingegneria. Evento Speciale: Sabato 22 marzo ore 15, Domenica 23 marzo ore 10 e ore 15, FIAB sezione di Borgosatollo organizza un percorso in bicicletta dal centro di Borgosatollo alle Gerole. Ritrovo 15 minuti prima in via Suor Salvi 6, davanti alla sede FIAB. Gradita conferma di partecipazione via messaggio Whatsapp al numero 3921640088 (disponibili, fino ad esaurimento, alcune bici a disposizione dei partecipanti). Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica:10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
PARCO DI VILLA GUIDETTI
Il complesso di villa Guidetti, con la sua vasta area verde a giardino privato, si inserisce nel contesto del nucleo abitato storico della borgata di Borgosatollo. Il paese, di antiche origini, era come consuetudine composto da piccoli centri minori e da un borgo principale, nel quale risiedevano le attività amministrative e le funzioni religiose principali. Poco o nulla è rimasto degli antichi edifici anche se molte delle attuali costruzioni ricordano la primitiva struttura urbana a partire dalla mole della grande chiesa parrocchiale, riedificata nel XVIII secolo, che funge da polo attrattore L'edificio ed il complesso di villa Guidetti hanno probabilmente origini molto antiche ma la scarsità delle fonti storiche e la lacunosità dei pochi studi pubblicati consentono di tratteggiare solo con poche note il trascorso storico . L'epiteto castello della via di accesso ci ricorda l'esistenza di una struttura fortificata che dovette fungere da riparo per le popolazioni durante le scorrerie degli eserciti invasori. A questa struttura si addossò, o ne faceva parte, l'edificio che tra il XVII e il XVII secolo Geronimo Franzone trasformò in palazzetto. Poco si sa di tale struttura che, essendo il figlio del Franzone colpevole di vari reati, la Serenissima condannò alla “spianata” nel 1612. L'attuale edificio verrà quindi riedificato nel 1648 e ancora ammodernato sul finire del XIX secolo. Evento Speciale: Domenica 23/03 alle h. 11.00 visita al Parco e Concerto dei giovani percussionisti Drum Lioness. Evento su prenotazione al seguente link https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/giornate-fai-di-primavera-concerto-a-villa-guidetti- 30692. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
Ospitaletto
CHIESA DI SANTA MARIA DI LOVERNATO
La chiesa di Santa Maria di Lovernato è una piccola chiesa campestre incastonata tra antichi edifici posti al limite meridionale di Ospitaletto: la facciata semplice e lineare nasconde all'interno una grande ricchezza di affreschi databili dal 1479 fino al 1529, realizzati da più mani ma accomunati dal medesimo scopo devozionale. Il confronto con gli edifici dello stesso periodo consente di definire la struttura come un oratorio rustico tre-quattrocentesco. L'abside, risistemata e decorata nel XVI secolo, è a pianta quadrata e coperta da una volta a crociera. La decorazione ad affresco della chiesa si estende lungo entrambe le pareti dell'unica navata ed è distribuita su due registri, includendo anche i pilastri che dividono l'edificio in campate. Parte degli affreschi sono attribuibili al Maestro cosiddetto di San Felice del Benaco, altri ad artisti fino ad ora non identificati con precisione. Mentre nella navata vi sono quasi esclusivamente opere del XV secolo, nel presbiterio si registrano solo affreschi cinquecenteschi, attribuibili al poco noto Vincenzo de' Barberis e ricchi di riferimenti stilistici alla pittura del tempo. Sabato: 10:00 - 12:30 / 14:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: Turni di visita ogni 15 minuti; gruppi di massimo 20 persone. Domenica: 10:00 - 12:30 / 14:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: Turni di visita ogni 15 minuti; gruppi di massimo 20 persone.
MUSEO DOMENICO GHIDONI - VILLA PRESTI
Federico Serlini, 1857/1942, Podestà del paese, inizia la costruzione della villa nel 1919 per inaugurarla nel 1923. Serlini muore nel 1942 e nel 1945, la vedova vende la villa. Dal 1945 cambiano i proprietari, fino alla famiglia Presti, ultima ad averla e che la vende nel 2001. Per anni rimane disabitata e vandalizzata fino al 2016 quando la acquista il Comune di Ospitaletto. Solo nel 2022 verrà ufficializzata la destinazione dell'edificio con il vincolo museale. La villa, a pochi passi dal centro del paese, è circondata da un grande parco che nella primavera del 2025 vedrà realizzarsi un progetto che prevede piantumazioni, aiuole, panchine e sentieri che rispecchiano il periodo Liberty della villa.
Lo stile della villa è pienamente Liberty. Un cancello in ferro battuto fa accedere ad un vialetto fino all'ingresso che si affaccia su un portichetto ottagonale, con soffitto finemente affrescato e pavimento in marmo con mosaico, spazio ottagonale che viene poi ripreso nei due piani superiori. La villa, complessivamente di circa 500 mq., al piano terreno ospita una sala per l'accoglienza e le riunioni, oltre a due sale per eventi e mostre temporanee; il primo piano è dedicato alla parte permanente delle sculture di Domenico Ghidoni (Ospitaletto 1875- Milano1920), una mansarda che verrà messa a disposizione di studiosi ed infine un seminterrato con ingresso indipendente sul parco, ulteriore spazio espositivo. Tutti isoffitti erano affrescati, alcuni negli anni sono stati coperti, ma quelli rimasti sono di ottima fattura. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00); Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
Pozzolengo
CASTELLO DI POZZOLENGO E CAMMINAMENTO DI RONDA
Il borgo, abitato fin dalla preistoria, fu teatro delle scorribande di Goti, Ungari, Unni e Avari, poi degli scontri fra guelfi e ghibellini, fino ai lanzichenecchi, e al passaggio di Napoleone Bonaparte nel 1796. Intorno all'anno mille fu costruito il castello, borgo fortificato sulla sommità del monte Fluno ed in seguito venne edificata la chiesa parrocchiale. La vera svolta iniziò proprio nel XI secolo, quando si decise di costruire e poi ben fortificare sul monte Fluno una rocca militare o meglio un castello di ricetto una sorta di recinto in uso in epoca medioevale (X secolo) affinché gli abitanti potessero trovare rifugio e protezione durante le orde degli Ungari. Nel giugno 1630 resistette ad un assedio per 8 giorni ricevendo poi un encomio per la strenua resistenza.
La struttura del castello è costituita da mura fatte con pietre locali, ciotoli morenici interi o spaccati e disposti a corsi regolari alternati a scagli di pietre o laterizio. Si tratta di un Castello di ricetto, tipico della Valtenesi, della area gardesana e delle colline moreniche. Ne sono caratteristiche: la posizione elevata che consente il controllo del territorio circostante, recinti murari non particolarmente estesi, cortine murarie intervallate da torri rotonde e circondate da fossati. Le torri furono edificate in forma circolare, poiché, dopo l'invenzione della polvere da sparo, questo tipo di torre, più funzionale per i soldati, stava soppiantando la precedente forma rettangolare, ormai caduta in disuso. L'ingresso era protetto da un mastio. All'interno del ricetto sono presenti unità edilizie che diventarono anche residenze permanenti; la disposizione dei lotti era su file parallele, non addossate alle mura, con alcuni spazi liberi per orti. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
PALAZZO PIAVOLI
Palazzo Piavoli, già Gelmetti, fu costruito nel 1700 su edificio preesistente del Cinquecento, con scopo di tenuta padronale dedicata ad attività rurali come la coltivazione dei gelsi per i bachi da seta che si trovavano nell'ala est della struttura, produzione vinicola e di alberi da frutto. Il parco della villa era esteso fino all'altro palazzetto di loro possesso al centro paese, ora sede del comune di Pozzolengo. Il palazzo fu sistemato dalla famiglia Gelmetti, si presume nella figura di Alcibiade Gelmetti per le iniziali “A” “G” che sono riportate sulla chiave di volta del portone ligneo. Il palazzo ha una forma a ferro di cavallo chiuso dal Brolo dove si coltivavano alberi da frutto. La parte inferiore è composta da otto arcate. La struttura che si trova nel cortile di fronte all'ingresso fu costruita nel XX secolo come casa dei custodi in stile eclettico veneziano, come si evince dalle finestre ogivali, e fu abitata fino agli anni Ottanta del secolo scorso.
La proprietà, al momento, è di Franco Piavoli e del figlio Mario. Franco Piavoli è un regista che ha prodotto numerosi documentari a partire dagli anni Sessanta, è stato insignito con diversi premi a festival cinematografici importanti come Venezia. Ancor oggi il signor Franco usa la sua abitazione come studio artistico e vi si possono vedere alcune delle sue opere fotografiche e artistiche, come un erbario fatto con la moglie utilizzando piante raccolte nei dintorni dell'abitazione. All'oggi è inserita fra le 8000 dimore storiche italiane di alto pregio culturale e artistico, pertanto è strettamente tutelata della sopraintendenza Belle Arti della Regione Lombardia. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
TORRE CAMPANARIA E CHIESA DI SAN LORENZO MARTIRE IN CASTELLO
La torre campanaria sorge a margine del perimetro fortificato di Pozzolego, borgo collocato fra il lago di Garda e le colline moreniche. Il territorio è collinare con abbondanza di acqua. È attraversato dal torrente Redone e sono presentitorbiere, dove si sviluppa la flora e la fauna tipica dei luoghi umidi, e pozzi che, soprattutto in passato, erano sparsi su tutto il territorio comunale. Si potrebbe definire questo borgo come la porta delle colline moreniche per la sua posizione di crocevia di passaggio, oggi come ieri, anche grazie alla posizione sul promontorio del cosiddetto Monte Fluno. La ricostruzione medievale del recinto fortificatò potò alla creazione di torri perimetrali a base circolare. Ampliatosi l'abitato al di fuori delle mura e venuta meno la necessità militare di alcune strutture una delle antiche torri fu modificata al fine di poter ospitare il concerto delle campane a servizio della chiesa locale. Ciò a permesso alla struttura di conservarsi pressochè intatta nel corso dei secoli con la sua originale stratificazione muraria. Poco distante sorgeva l'antica pieve diaconale del 1000 dedicata a San Lorenzo incastro (chiesa dentro la fortezza) con l'adiacente canonica ed un piccolo cimitero. La chiesa perse la sua funzione con l'edificazione dell'attuale parrocchiale; caduta in disuso la struttura fu lentamente abbandonata al declino. Sabato: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00) e Domenica: 10:00 - 17:30 (ultimo ingresso 17:00).
Villa Carcina
EX COTONIFICIO MYLIUS- BERNOCCHI
La produzione tessile tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento rappresentava uno dei settori di punta dell'industria nazionale. In questo periodo, infatti, anche in zone già industrializzate come la Val Trompia, si affermò la produzione di filati. Fu così che sorse a Cogozzo, oggi comune di Villa Carcina, un cotonificio, per vari anni il maggiore della provincia di Brescia, fondato dall'industriale Federico Mylius ed acquistato nel 1920 dal politico e imprenditore Antonio Bernocchi.
Il primo nucleo del complesso fu costruito in più fasi, dal 1889 al 1904-05. Il corpo principale era quello della filatura, un grande fabbricato multipiano accanto a cui si trovano altri tre edifici, quello della carderia, della ritorcitura e la portineria. In seguito a un periodo di grande sviluppo furono costruiti altri edifici e una nuova portineria. Nel corso degli anni attorno allo stabilimento furono edificate delle case per ospitare il personale del cotonificio ed un asilo.
L'ex-cotonificio, opera dell'ingegnere e architetto Zucconi rappresenta uno dei massimi esempi lombardi di architettura industriale realizzata nel XIX secolo, tanto da aver ricevuto l'appellativo di “fabbrica-palazzo Mylius”. Inoltre, la costruzione del grande stabilimento comportò la realizzazione di un'importante opera di ingegneria idraulica, un canale derivato al ponte di Noboli (Sarezzo) che muoveva le turbine che attivavano i fusi. Sabato: 14:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 15 minuti; gruppi di massimo 12 persone. Domenica: 10:00 - 12:00 / 14:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: Turni di visita ogni 15 minuti; gruppi di massimo 12 persone.
PARCO DELLA VILLA GLISENTI
Il grande parco (conta ben tre ingressi) è piantumato con alberi secolari ed attrezzato con giochi per bambini e un chiosco; circonda la Villa, in un abbraccio di smeraldo, inserito in uno scenografico sfondo pedemontano e arricchito da preziose essenze, di precedente impianto. La Villa è un edificio in stile liberty, edificata nel 1905 su progetto del costruttore Cassa di Cogozzo. Sobria nel suo genere, ha linee architettoniche ben distribuite in tre blocchi: un corpo centrale di tre piani e ali laterali di due. Per anni fu residenza della famiglia Glisenti, proprietaria dal 1859 del vicino stabilimento sorto sull'area della vecchia cartiera al Follo. Di Francesco Glisenti va sottolineato, accanto a quello imprenditoriale, l'impegno sociale e politico che lo portò ad incarichi di grande responsabilità, fino ad un seggio in Parlamento. Divenuta di proprietà comunale nel 1985, nel maggio 1989 venne inaugurata, ristrutturata in ampi e luminosi saloni affacciati sul parco: accoglie mostre espositive ed è sede di appuntamenti culturali. Sabato: 14:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: Turni di visita ogni 20 minuti, gruppi di massimo 20 persone. Domenica: 10:00 - 12:00 / 14:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: Turni di visita ogni 20 minuti, gruppi di massimo 20 persone.