Per la 51a Stagione di prosa del CTB torna a grande richiesta l’opera–dibattito di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano “Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo”. Uno spettacolo potente che racconta storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata In scena al Teatro Borsoni il 12 e il 13 febbraio. Biglietti esauriti con possibilità di lista d’attesa la sera stessa in teatro.
“Se dicessimo la verità” fa soldout al Teatro Borsoni di Brescia
Per la 51a Stagione di prosa del CTB torna a grande richiesta l’opera–dibattito di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano “Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo”. Uno spettacolo potente che racconta storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata In scena al Teatro Borsoni il 12 e il 13 febbraio. Biglietti esauriti con possibilità di lista d’attesa la sera stessa in teatro.
Di cosa parla
Nato da un’idea di Giulia Minoli, lo spettacolo vede la drammaturgia di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, la regia di Emanuela Giordano, le musiche originali di Tommaso Di Giulio; sul palcoscenico, Anna Manella, Simone Tudda, Lucia Limonta, Daniele Molino. Da dieci anni l’opera-dibattito sulla legalità di Minoli e Giordano attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata. Le autrici si concentrano sul nostro presente, minacciato da una “distrazione di massa” che lascia ancora maggior spazio al potere criminale, alla “prassi” corruttiva come modus vivendi.
Raccontano gli aspetti meno conosciuti del fenomeno mafioso, quelli che riguardano la globalizzazione, l’alta finanza, i cosiddetti uomini cerniera, professionisti accreditati che fanno da tramite tra il crimine e le amministrazioni pubbliche, gli imprenditori in difficoltà e i sempre più spregiudicati sistemi di investimento. Al centro la ‘ndrangheta che si è insediata al Nord Italia, minacciando l’assetto urbanistico del territorio, le sue regole sociali, la sua storia “sana”. Uno spettacolo potente, dove le storie sono quelle dei figli delle vittime, del giornalismo impegnato, di imprenditori testimoni di giustizia, di professori e associazioni che osservano e studiano il fenomeno, archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è.