E' tornato lo spettacolare Presepe di Pontenove a Bedizzole
Durante le prime edizioni a comporlo erano solo un po’ di paglia e qualche sagoma in legno
Dallo scorso venerdì è di nuovo possibile attraversare lo storico ponte di Pontenove a Bedizzole, chiuso al traffico per circa un mese per dei lavori di ristrutturazione all’edicola centrale. Un lavoro da circa 70.000 euro dovuto ad un sinistro che aveva danneggiato la cappella. Ha riaperto giusto in tempo per il weekend dell’8 dicembre, giorno in cui la tradizione vuole che si espongano gli addobbi natalizi.
Una tradizione ormai irrinunciabile
Per i ragazzi della zona le tradizioni sono fatte per essere rispettare e sabato pomeriggio un gruppo di giovani dai 25 ai 30 anni si sono ritrovati sulla sponda del fiume, vicino a “casa Bianchetti”, per allestire il presepe al quale, ormai, Pontenove non vuole rinunciare. Dal 2018 anni a questa parte, per iniziativa del signor Claudio Bianchetti e di sua moglie Daniela, il presepe sulla sponda del fiume è diventato “quello della frazione”. Durante le prime edizioni a comporlo erano un po’ di paglia e qualche sagoma in legno compensato che riproduceva i pastorelli e la natività, ma con gli anni si è ingrandito. Da due anni a questa parte sono apparse le prime casette, interamente costruite in legno e con materiali naturali di recupero, poi ha fatto capolino il ponte, che fedelmente riproduce lo storico ponte che dà il nome alla frazione e, infine, quest’anno, le ultime creazioni: i fienili e le “case nuove”. Il figlio, Andrea Bianchetti, e il suo gruppo di amici, si ritrovano sempre l’8 dicembre per allestire “l’opera”. Picchetti, martelli e lucine alla mano per dar vita al villaggio in cui si compie la magia del Natale.
È un’occasione molto semplice, ma che ci riunisce
«Nella nostra mente l’idea è sempre molto chiara, siamo rigorosi nel comporre il tutto in modo che attraversando il ponte si possa vedere bene. – dichiarano sorridendo i ragazzi – Per noi ormai è un’usanza: guanti, doppio paio di calze per non prender freddo ai piedi, vin-brulè e dolcetti». La strategia, però, è chiara: prima si mettono all’opera per dar forma al presepe, poi se lo godono quando arriva la sera, con le lucine accese e un bicchiere di vin-brulè che scalda. «Due anni fa è stata distrutta buona parte delle sagome, mio papà non voleva più farlo, ma a convincerlo ci abbiamo messo poco. Quando finisce l’estate inizia a controllare lo stato delle casette e ne progetta di nuove per fare in modo che siano pronte per dicembre. È un’occasione molto semplice, ma che ci riunisce, ci fa sentire bene e ci fa capre che è ufficialmente arrivato il periodo natalizio» racconta il figlio. Tutta Pontenove si gode l’opera che illumina il ponte e che «ti accompagna a casa all’uscita del lavoro ricordandoti che è Natale», dichiara una cittadina. Insomma, un’idea carina messa a disposizione di tutti, ma «sempre in sicurezza, anche durante la pandemia, perché le sagome avevano le mascherine».