Riconoscimenti

Quattro bresciani tra i premiati dagli Stati Generali delle Donne

Alessandra Huscher e Caterina Laffranchi sono "Donne che ce l’hanno fatta", Simone Gatti è tra gli "Uomini illuminati". "Premio imprenditoria femminile" a Marta Cavalli Bertocchi

Quattro bresciani tra i premiati dagli Stati Generali delle Donne
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Per i dieci anni di Stati Generali delle Donne a Chioggia, definita Città delle Donne, sono stati consegnati importanti riconoscimenti

Quattro bresciani tra i premiati dagli Stati Generali delle Donne

Per i dieci anni di Stati Generali delle Donne a Chioggia, definita Città delle Donne, sono stati consegnati importanti riconoscimenti a "Donne che ce l’hanno fatta" e agli "Uomini illuminati" oltre ai premi per l’imprenditoria: tra loro ben quattro bresciani.

Grande orgoglio a Chioggia, dove nell’Auditorium in Calle San Nicolò, l’Ambassador di Stati Generali delle Donne Elena Zennaro, nonché vicesindaca di Chioggia (Città delle Donne) ha ospitato personalità provenienti da tutta Italia per la seduta plenaria del decennale del coordinamento permanente. Una due giorni che si è aperta all’insegna dell’emozione grazie alla premiazione delle Donne che ce l’hanno fatta e degli Uomini Illuminati, a cui si è aggiunta la premiazione di imprese femminili. Ad aprire i lavori della prima una giornata di confronto e riflessione è stata Isa Maggi, coordinatrice degli Stati Generali delle donne, dove il dialogo tra istituzioni, associazioni, enti, accademici ed esperti, sia a livello nazionale che internazionale, è stato fondamentale.

Progetti di alto livello

Non solo dialogo ma altresì tavole rotonde di altissimo livello che hanno spaziato dall’analisi di alcune dinamiche legate al lavoro femminile sia a livello regionale che a livello di piccoli Comuni. E ancora approfondimenti sull’intelligenza artificiale, la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Non da meno tra i temi affrontati le imprese femminili e l’internazionalizzazione, il welfare aziendale e le misure specifiche per le donne. Fondamentale è stato far luce su come il lavoro, le imprese, i diritti, la pace, la giustizia, la cultura, l’ambiente e l’Europa, siano punti cardini per mettere in campo azioni da parte di quelle donne che progettano il proprio futuro, innescando processi di cambiamento, trasformazione e rigenerazione sociale. L’obiettivo è stato quello di promuovere la consapevolezza e l’empowerment femminile, affrontando anche situazioni scomode, ma tuttora esistenti come le disuguaglianze di genere nell’economia e mira a fornire alle donne gli strumenti necessari per raggiungere la parità economica. Non solo ma anche sdoganare limiti che la società spesso non vuol vedere ma anche in questo caso reali, più di quanto si possa pensare, come il superare la dipendenza economico-finanziaria, che è una delle motivazioni che portano le donne a non staccarsi da coloro che le vessano fisicamente ed emotivamente, è un passo fondamentale, per contrastare ogni forma di violenza, perché spesso le donne sono esposte a situazioni di discriminazione o abuso economico.

Premiati quattro bresciani

Ma questo importante incontro in provincia di Venezia ha parlato anche bresciano innanzitutto per l’Ambassador di Stati Generali delle Donne nonché rappresentante di Alfianello e dell’intera provincia di Brescia, la dottoressa Rosaria Avisani, presenza attenta e costante nella realtà nazionale e nella realtà locale. Proprio la dottoressa Avisani ha manifestato l’orgoglio di poter annoverare tra i premiati quattro bresciani.

Tra le "Donne che ce l’hanno fatta" la dottoressa Alessandra Huscher. La menzione alla dottoressa riconosciuta in tutta la provincia e oltre i confini bresciani è riferita alla sua professione e al suo modo di fare volontariato "Medico oncologo responsabile Breast unit di fondazione Poliambulanza vanta una notevole esperienza all'estero in

strutture prestigiose, già docente universitaria, autrice di innumerevoli pubblicazioni scientifiche, presidente della Race for the Cure di Brescia Comitato Regionale Lombardia - Susan Komen Italia, il suo impegno è forte ed ampio, grande è la dedizione, la dolcezza e la competenza con cui si dedica al compimento degli obiettivi dell’associazione. Da dieci anni organizza la Race for The Cure a Brescia, coinvolgendo migliaia di persone al fine di tenere alta l’attenzione sulla prevenzione e raccogliendo fondi per la ricerca e mettendo a disposizione per la prevenzione visite senologiche gratuite per le donne. Tra gli ultimi progetti anche il sostegno ad Onco Hair progetto che dona protesi di capelli naturali alle donne con tumore al seno".

Seconda donna bresciana che ce l’ha fatta è Caterina Laffranchi residente a Nave ma nota in tutta la provincia e molto affezionata alla comunità alfianellese "La contraddistinguono ironia e generosità, la sua vita è stata condotta in queste due direttrici seppur non sia stata risparmiata in termini di difficoltà e dolore. Nonostante tutto ha sempre saputo trovare la modalità giusta per accettare ciò che la vita le ha

riservato e ha saputo dare comunque tanto agli altri. Infermiera per professione e nel volontariato nella Croce Rossa Italiana, ha svolto molte missioni con la Marina Militare e, a detta sua quale donna che ama la montagna, non pensava che per salvare le vite umane dovesse scalare montagne così alte. Durante la pandemia da Covid-19, nonostante alcuni problemi di salute non si è risparmiata, ha coordinato il lavoro delle infermiere volontarie di Croce Rossa dell'ispettorato di Brescia nel primo Covid-Hotel italiano nel Centro Pastorale Paolo VI di Brescia. Ha accolto e assistito un centinaio di persone ed è stata punto di riferimento per la città in quelle terribili settimane".

Il premio imprenditoria femminile (terza edizione) è andato a Marta Cavalli di Orzivecchi, fondatrice con il marito Pietro di Agribertocchi. "Con la sua straordinaria creatività e la sua visione innovativa ha saputo trasformare la bellezza in un'importante strumento di innovazione sociale. Grazie al suo lavoro ha creato nuove opportunità di imprenditoria arricchendo la vita della comunità, promuovendo valori come inclusione e sostenibilità. Il suo contributo ha contribuito anche alla valorizzazione del territorio ha sostenuto le donne. E’ un esempio luminoso di imprenditoria femminile, una visionaria che ha saputo creare un ecosistema di benessere unico nel suo genere. Il suo valorizzare le risorse locali e la promozione di una produzione sostenibile ha generato un valore economico significativo per la comunità. Marta ha dimostrato che l'imprenditoria femminile può essere un motore di sviluppo e di innovazione, ha contribuito a migliorare la qualità di vita della comunità, offrendo prodotti e servizi di alta qualità che promuovono il benessere psicofisico. La sua capacità di unire bellezza e sostenibilità è un modello ispiratore per le nuove generazioni di donne imprenditrici".

Il premio Uomo illuminato è stato consegnato, invece, all’architetto alfianellese Simone Gatti, autore delle panchine rosse con una nuova visione (una sita in Alfianello

l’altra in Repubblica Ceca), assonanti all’albero della vita. La motivazione del premio è proprio legata a questo "Il ruolo dell'architetto è trasformare un’idea in un ambiente costruito reale, Simone è andato ben oltre, architetto individuale, quelli che iniziano da soli con piccoli progetti e via via divengono sempre più grandi, è riuscito a trasformare progetti in opere creando sinergie tra le idee, il cuore, i sentimenti e i valori delle persone. Con la sua creatività ha dato un'anima alle panchine rosse che ha disegnato, trasformando dei simboli ideali per ricordare la violenza sulle donne in simboli che parlano di rispetto. Le panchine rosse di Gatti narrano la storia della vita, in esse ogni persona può trovare un ramo per costruire la propria esistenza, per trovare le proprie emozioni e in particolare il rispetto che ogni singolo individuo deve donare e ricevere. Per questo Simone Gatti è un uomo illuminato".

Il commento dell'ambassador Rosaria Avisani

A sottolineare l’importanza di questi traguardi l’Ambassador di Stati Generali delle Donne, Rosaria Avisani "Siamo convinte che se le donne riescono ad essere autonome dal punto di vista economico possono essere libere di costruire la propria vita e fare le proprie scelte. Gli Stati Generali delle donne lavorano in tal senso, per l’autonomia.

Lavoriamo come estensione del Ministero dell’economia e della finanza, a Matera nacque il progetto Città delle Donne (e lo è diventata Alfianello due anni fa) estendendosi poi a città del rispetto. Con questo progetto si ha l’operatività sul territorio e nella realtà quotidiana delle donne. Un percorso delle donne, lento e silenzioso, nei diversi territori italiani dando voce alle donne - ha esordito Avisani - Altro elemento forte degli Stati Generali è stata utilizzata anche in Italia, dal 2016, la panchina rossa, per esprimere l’opposizione alla violenza sulle donne. Con Simone Gatti il concetto si è esteso al valore del rispetto. Non può esserci rispetto se non sono coinvolte entrambe le parti, quindi anche gli uomini, da qui gli Uomini Illuminati, premio consegnato anche ad altri nomi di tutto rispetto quali Gino Cecchetin (papà di Giulia), il past presidente della provincia di Cremona Paolo Mirko Signoroni, Nicola Spadafora presidente di Confapi Milano e Console onorario dell’Etiopia, Antonio Tajani Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, e all’avvocato Rosario Maria Gianluca Valastro. Grande è l’orgoglio per quello che Stati Generali porta avanti ogni giorno e per le personalità, a maggior ragione bresciane, che vengono insignite di menzioni così prestigiose".

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