Brescia: export in sofferenza anche nel terzo trimestre 2024
Cordua: "Tenendo conto dell'importanza dell'export per il sistema Brescia e anche guardando in prospettiva, è opportuno pensare a strategie di diversificazione, sia dei mercati di sbocco sia nel cercare nuove opportunità, come potrebbero essere, seppur ovviamente non sufficienti, l'aerospaziale o la difesa"
Brescia: export in sofferenza anche nel terzo trimestre 2024.
A Brescia export in sofferenza
In particolare nell'arco di tempo considerato le esportazioni bresciane ammontano a 4,64 miliardi di euro circa, in calo dell'1,5% rispetto all'analogo periodo del 2023. In forte crescita invece le importazioni (+17,9%), passate da 2,57 a 3,03 miliardi di euro circa.
Questo quanto emerge dal Centro Studi Confapi di Brescia, rielaborando i dati diffusi dall'Istat sull'import-export a livello territoriale. L'export con la Germania, principale partner del sistema Brescia, continua a essere in sofferenza: anche nel terzo trimestre, infatti, si registra un calo (da 870 a 822 milioni di euro circa: -5,5%). Tiene invece la Francia (secondo partner commerciale bresciano), con esportazioni pari a circa 471 milioni di euro (erano 470 nel 2023) e sono in crescita gli Stati Uniti (da 334,7 a 360,4 milioni: +7,6%).
Un andamento in controtendenza rispetto al resto d'Italia
Il calo bresciano è in controtendenza rispetto alla dinamica territoriale più generale. Nel terzo trimestre 2024, l'Istat stima, infatti, una crescita congiunturale per il Nord-ovest (+0,9%) e, in misura lieve, per il Centro (+0,2%). In calo invece l'export per il Nord-est (-1,2%) e una più ampia contrazione per il Sud e Isole (-6,5%).
Nel periodo gennaio-settembre 2024, secondo l'Istat, la diminuzione su base annua dell’export nazionale in valore (-0,7%) è sintesi di dinamiche territoriali per lo più simili: flettono, infatti, le vendite all’estero per il Nord-ovest (-2,2%), il Nord-est e il Sud (-1,8%, per entrambi) e le Isole (-1,0%), mentre si rileva una crescita delle esportazioni soltanto per il Centro (+2,9%). Il calo bresciano è stato però più marcato rispetto al Nord-Ovest. Nei primi nove mesi le esportazioni ammontano infatti a 15,06 miliardi, in diminuzione del 3,6% rispetto al 2023 (le importazioni crescono invece da 8,9 a 9,2 miliardi di euro circa). In calo di quasi 360 milioni di euro le esportazioni verso la Germania, passate da 3,04 a 2,68 miliardi (-11.8%) e si contrae, seppur in modo più contenuto, anche l'export verso la Francia (1,59 miliardi di euro, -5%).
Cresce, invece, l'export verso gli Stati Uniti, trainato in parte dal dollaro forte e forse anche dai probabili dazi futuri annunciati, che nei nove mesi ha raggiunto 1,15 miliardi di euro (+5,6%). In crescita sono anche le esportazioni verso l'Asia (1,55 miliardi; +7.6%) e in particolare verso la Cina (346 milioni di euro, +17,6%).
Le parole del presidente Cordua
«I dati sull'export bresciano continuano a essere in sofferenza - afferma Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia e Lombardia -. La crisi del mercato tedesco e dell’automotive in particolare sono sotto gli occhi di tutti. Tenendo conto dell'importanza dell'export per il sistema Brescia e anche guardando in prospettiva, è opportuno pensare a strategie di diversificazione, sia dei mercati di sbocco sia nel cercare nuove opportunità, come potrebbero essere, seppur ovviamente non sufficienti, l'aerospaziale o la difesa».
Cordua invita inoltre a introdurre rapidamente politiche di stimolo dell'economia:
«A livello nazionale bisogna fare in modo che gli incentivi 5.0 possano entrare davvero in circolo, prevedendo le necessarie semplificazioni sotto il profilo burocratico: stiamo parlando di 6,2 miliardi di euro, al momento decisamente sottoutilizzati. A livello generale è urgente che le politiche monetarie tornino in una fase espansiva. I tassi d'interesse alti hanno compresso l'inflazione che, nel biennio 2021-2022, è stata particolarmente alta, ma, da tempo, non solo in Italia, siamo in un'altra fase e servono misure diverse di incentivo all'economia e agli investimenti».