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La battaglia di Alice per sogni e diritti

La passione scoppia quando una vicina di casa le regala per il compleanno una maglia di Alessandro Del Piero

La battaglia di Alice per sogni e diritti
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Voleva fare solo la calciatrice e Alice Pignagnoli il suo sogno lo ha realizzato ma non senza poche difficoltà e il percorso di vita che ha affrontato non è stato semplice anche perché il sogno più grande, ancora più grande di quello del calcio, era di diventare mamma, ha realizzato anche questo ma, come tante donne che lavorano, il calcio a livelli alti è lavoro, si è trovata a dover combattere contro una disparità di genere che persiste.

 

Al Garda Forum la sua testimonianza

Alice, intervistata da Michela Mangano di Bcc Garda, ha raccontato un po’ della sua storia in un incontro avvenuto nel pomeriggio di lunedì scorso al Gardaforum organizzato dall’associazione Albatros, da 3Team Brescia Calcio con il patrocinio del Comune di Brescia e per Montichiari grazie alla disponibilità e collaborazione di Bcc Garda e Garda Vita.

La storia di Alice

La storia di Alice Pignagnoli è anche una storia di diritti negati, con alcune squadre che la estrometto perché incinta e altre che non le fanno un contratto dopo il parto. Eppure lei è uno dei migliori portieri italiani. Difficoltà che lei affronta con coraggio, una battaglia che alla fine vince facendosi portavoce dei diritti delle calciatrici, riuscendo a far modificare i termini contrattuali nel settore femminile.
Quello che più ha colpito nel racconto di Alice lunedì pomeriggio è il risvolto umano, intimo, il racconto di una bambina che risparmiava le paghette per comprarsi le scarpette da calcio e la madre le gettava «perché il calcio non è sport da donna».
La passione per il calcio scoppia nel cuore di Alice all’età di otto anni quando una vicina di casa le regala per il compleanno una maglia di Alessandro Del Piero. «Era il mio mito - ha raccontato Alice - e potevo indossare una maglia che nemmeno i miei amichetti potevano sfoggiare, il sogno ha cominciato a trasformarsi in realtà probabilmente da quel giorno». In famiglia Alice si è sempre scontrata con l’indifferenza dei genitori «ma alla fine mi sono detta che è stato un buon allenamento per la formazione del mio carattere determinato» ha detto al Gardaforum raccontando un episodio in tal senso significativo: «Quando mi sono laureata allo Iulm con 110 mio padre dopo aver assistito alla mia presentazione della tesi non mi ha fatto i complimenti ma mi ha ricordato che lui si era laureato con lode». E ancora: «Durante le partite non ho mai visto sugli spalti i miei genitori e non sono venuti nemmeno per una festa organizzata per lo scudetto».

Ora è una donna felice

Non è stato facile per Alice realizzare i sogni della sua vita ma ora è una donna felice, madre di un bimbo e di una bimba, supportata dall’amore del marito e di nuovo in campo con il Palazzolo Calcio Femminile squadra che l’ha voluta anche per l’interessamento del direttore Luigi Mancini, che insieme a Flavio Bonardi vice presidente dell’associazione Albatros e a Gianfausto Peroni presidente di 3Team ha introdotto la serata salutando i presenti al Gardaforum. Saluti che sono arrivati anche dal presidente di Garda Vita Nicola Piccinelli e dal Consigliere regionale Claudia Carzeri, tutti a fare il tifo per una parità di genere che ancora fatica a manifestarsi non solo sui campi di calcio. Alla domanda «come fare per portare al livello di quello maschile il calcio femminile?» Alice ha risposto: «Bisogna cambiare la mentalità di chi ci guarda».

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