Il caso

Smascherata in tv la truffa del "finto alpino"

Mercoledì alle telecamere di Pomeriggio 5 ha deciso di "metterci la faccia" e di scusarsi, spiegando di essere stato truffato a sua volta

Smascherata in tv la truffa del "finto alpino"
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di Veronica Crescente

Si spaccia per un alpino per spillare soldi ai negozianti: a far luce sulla truffa anche le telecamere di Pomeriggio 5 alle quali ha rilasciato la sua confessione e il suo pentimento.

Fare confidenziale per attrarre le vittime

«Si presenta cortese e affabile», queste le parole usate dalla giornalista ad inizio servizio andato in onda martedì 22 ottobre su Canale 5 nel programma condotto da Myrta Merlino, servizio all’interno del quale sono stati mostrati frame estrapolati dalle telecamere della videosorveglianza interna al negozio «Ops» di Annalisa Pasini di Manerba del Garda. Si vede il malintenzionato che si rivolge alla commerciante con fare confidenziale per metterla a suo agio e farla cadere nella trappola:

«Faccio parte degli Alpini di Brescia, sono iscritto là da quando ho fatto il militare, vivo a Udine da dieci anni ma io sono di qua».

E poi parte la truffa ”travestita” da nobile intento:

«Stiamo dando una mano all’Anfass di Fasano del Garda e all’Acli per il trasporto di anziani e disabili. Domenica abbiamo fatto in parrocchia una piccola lotteria con dei pacchettini regalo, da 10 euro e in cambio diamo una bottiglia di olio del Garda, da 20 euro e in cambio diamo la tanica da due litri e mezzo e una bottiglia di vino a scelta. E quello da 40 euro che prevede un sabato (dormire e colazione) e spa per la domenica».

Alle vittime mostra poi un foglio sul quale vi sono i timbri della attività commerciali che hanno accettato, un elemento in più che spinge a dargli credito. In particolare alla signora Annalisa è stato lasciato anche un numero di telefono: «Non è ancora attivo, lo sarà da lunedì. In questo periodo sono molto impegnato nella raccolta dei soldi per questa iniziativa» si è giustificato il sedicente alpino che in realtà aveva lasciato un numero completamente falso. E, come se non bastasse, ha assicurato che le bottiglie di olio sarebbero state consegnate nella giornata di giovedì (24 ottobre ndr). Ha fatto inoltre visita ad altre due commercianti della zona le quali, però, non hanno dato soldi ma che hanno comunque subito una tentata truffa.

Sempre le telecamere di Pomeriggio 5 avevano raccontato qualche giorno fa della sua presenza in Friuli Venezia Giulia. In territorio bresciano ha agito anche in Valle Sabbia, in quel caso si è presentato come facente parte del gruppo alpini di Salò poi le versioni cambiano: in alcuni casi chiede soldi per acquistare un pulmino per il trasporto disabili, in altri casi parla di un’ambulanza. Pare che agisca da solo e in abiti borghesi:

«È la prima volta che il nome del gruppo alpini di Salò viene usato per un fine di questo tipo – ha spiegato il capogruppo Paolo Rossati – Non ci fa di certo piacere. Noi ci siamo subito attivati con post sui nostri canali social (Facebook e Instagram) per avvisare della truffa in corso, posso dire che noi alpini non andiamo in giro a fare questo tipo di attività oltre al fatto che quando siamo all’esterno siamo sempre riconoscibili».

Smascherato in diretta tv il "finto alpino"

E poi mercoledì 23 ottobre il colpo di scena: Daniele, questo il suo nome, 40 anni, raggiunto dalle telecamere di Pomeriggio 5 ha deciso, come detto da lui di «metterci la faccia» e di confessare la verità davanti a tutta Italia.

«Premetto che non è facile essere qui – ha esordito – ma lo faccio perché anche io sono quasi stato truffato».

E inizia così un racconto non privo, a dire il vero, di lati che necessitano di approfondimento:

«Ho conosciuto un ragazzo di nome Simone a Conegliano il quale, venuto a sapere del momento di difficoltà che stavo attraversando non percependo da mesi lo stipendio, mi ha detto che aveva dei prodotti da vendere».

Tale Simone avrebbe  chiesto a Daniele di proporre questi prodotti dicendo di far parte degli alpini o di qualche associazione presente nei territori in cui agiva in modo da riuscire a portare a casa la vendita: «Tu dì che consegni e poi ci penso io». Il condizionale è d’obbligo perché di fatto non esistono prove che attestino l’esistenza di questo soggetto:

«Mi ha chiamato tre/quattro volte con un numero anonimo – ha continuato Daniele – Ci siamo incontrati un paio di volte in una stradina sterrata a Conegliano dove ho consegnato a lui i soldi raccolti».

E di «lavoro» ne ha fatto Daniele: la truffa è arrivata nel trevigiano, in particolare nei comuni di Follina, Pieve di Soligo e a Falzé poi in Friuli Venezia Giulia a Pordenone ed infine nel Bresciano in Valle Sabbia e sul lago di Garda nei comuni di Salò, Soiano del Lago e Manerba del Garda. Fino alla confessione in diretta tv da Salò:

«Chiedo scusa agli alpini, ai commercianti e alla mia famiglia. Sono stato estremamente ingenuo in un momento di difficoltà».

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