"Io ero - Memorie di vite spezzate": la mostra della Cisl bresciana presentata agli studenti
É bene informare e formare i giovani su questo tema, Brescia è infatti seconda in Lombardia per tasso di mortalità sul lavoro
"Io ero - Memorie di vite spezzate": la mostra della Cisl bresciana presentata agli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore Piero Sraffa di Brescia. Sarà visitabile fino a venerdì 25 ottobre 2024.
Presentata agli studenti "Io ero - Memorie di vite spezzate"
Sei classe hanno preso parte nell'aula magna dell'istituto alla presentazione della mostra realizzata nell'ambito della campagna di sensibilizzazione ai temi della salute e sicurezza sul lavoro che coinvolge anche il mondo della scuola. É bene informare e formare i giovani su questo tema, Brescia è infatti seconda in Lombardia per tasso di mortalità sul lavoro.
La sensibilità da costruire
Prima di visitare la mostra – composta da pannelli in cui i tanti, troppi morti sul lavoro registrati negli ultimi anni nella nostra provincia vengono ricordati per nome, riportando età, luogo e modalità dell’infortunio che ha tolto loro la vita – la professoressa Elena Lazzari, dirigente scolastica dello “Sraffa”, ha spiegato l’adesione d ella scuola alla campagna che mira a creare in tema di sicurezza, cultura e partecipazione.
Fretta e abitudine: nemici da vincere
Gli operatori dello Sportello Sicurezza della Cisl hanno ricordato ai giovani – che ben presto saranno chiamati ad entrare nel mondo del lavoro – quanto drammaticamente pericolosi possano essere la fretta (sulla quale fa conto un malinteso senso dell’efficienza) e l’abitudine nel fare una determinata cosa (causa purtroppo di tanti infortuni mortali): occorre davvero conoscere fin dal principio di un’esperienza lavorativa come fare della sicurezza una priorità e quali sono i diritti su cui contare, perché ad essi ci si deve richiamare per evitare pressioni e forzature sui ritmi di lavoro.
Sicurezza e “lavoretti” giovanili
Su questo tema una delle docenti presenti all’iniziativa ha portato la sua esperienza giovanile, quando, per pagarsi gli studi, aveva lavorato in un ristorante arrivando a sera con le braccia mezzo ustionate. Le portate venivano infatti servite in piatti bollenti che i camerieri dovevano, per fare più in fretta, allineare sul braccio e portare ai tavoli. Erano giovani, facevano quel lavoro per uno scopo contingente e certo non avevano sufficienti informazioni per difendere la loro salute e la loro sicurezza.
Denuncia sociale e contenuti
“Questa mostra – ha concluso Paolo Reboni, che per la Segreteria provinciale della CISL segue il percorso della mostra tra i diversi istituti – porta nelle scuole una denuncia sociale importante, ma anche contenuti informativi che mettono in rilievo l’importanza della prevenzione”.