Cordoglio

Addio ad Alberto Bonetti, il pioniere dei bottoni "made in Brescia"

Oggi, mercoledì 2 ottobre 2024 alle 15 i funerali

Addio ad Alberto Bonetti, il pioniere dei bottoni "made in Brescia"
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Addio ad Alberto Bonetti, il pioniere dei bottoni "made in Brescia".

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Nel grande atrio della casa del commiato Mombelli di Chiari, martedì, è un incessante via vai di amici, parenti, ex dipendenti. Ma non sono ore di disperazione: sono ore di quiete domestica, di nostalgia, di dolce tristezza e di ricordi, come quando in una domenica d'autunno si tira fuori dal cassetto la scatola delle fotografie.   Alberto «Berto» Bonetti, come tutti chiamavano l'imprenditore rudianese fondatore dell'omonimo gruppo industriale specializzato in macchine per la produzione di bottoni, si è spento nella sua casa di Rudiano a 92 anni, lunedì,  circondato dalla famiglia, dopo una lunga vita da pioniere. Classe 1932, è stato lui, per decenni, la colonna di un gruppo industriale che oggi è tra i leader nel proprio settore, e che in un secolo di storia ha distribuito macchine per bottonifici, e non solo, in tutto il mondo.

Una vita da pioniere

Tutto cominciò qualche anno prima, era il 1924,  esattamente un secolo fa, sempre a Rudiano.  Qui Francesco Bonetti, padre di Alberto, fondò la "Butunèra", la fabbrica di bottoni in madreperla il cui ricordo è ancora vivo in molti rudianesi con qualche primavera sulle spalle. Fu però la seconda generazione a imprimere una svolta alla Bonetti. Quella di Alberto, appunto, e del fratello gemello Ferrante. Poco più che ventenni, nel 1954 i due cominciarono a immaginare un modo diverso di produrre bottoni,  con soluzioni sempre più automatizzate, e a progettare e costruire i macchinari necessari allo scopo. Il fratello più giovane,  Dario, si occupava dell'amministrazione, mentre loro erano i "tecnici", inventori e progettisti degli impianti. Fu un lungo, faticoso, clamoroso successo.

Le macchine per fare i bottoni

Negli anni del Secondo dopoguerra le macchine per produrre bottoni della Bonetti cominciarono ad aprirsi la strada a mercati che allora dovevano sembrare lontanissimi. L'Europa prima. Poi la Russia, ad esempio, che Bonetti raggiunse su una Fiat Seicento, in pieno inverno. L'America: "Si stava via anche per mesi" ricorda oggi il figlio Vincenzo, che con il fratello Luca e la sorella Eleonora oggi gestisce il gruppo di famiglia, che comprende ormai quattro aziende. Con loro anche la mamma Guida, detta Ida. Martedì per lei e Alberto  sarebbe stato l'anniversario di nozze.

"Ricordo che un giorno nostra madre ci convocò tutti e tre, noi fratelli: nostro padre, semplicemente, aveva un giorno libero e ci voleva vedere, dopo tanto tempo. Le giornate di lavoro difficilmente duravano meno di dodici ore, per quella generazione. Ma era un uomo buono e generoso. Molto attento ai dipendenti".

I "suoi" operai, che in questi giorni lo ricordano e lo salutano per l'ultima volta come uno di famiglia.

Nel corso dei decenni il gruppo si espande sempre di più, acquisisce mercati in tutto il mondo, affina tecnologie nuove e costruisce nuove macchine.  L'atavica rivalità tra bresciani e bergamaschi riverbera anche nel campo delle macchine per bottoni: la concorrenza con la "Giusi", azienda nello stesso ramo con sede a Grumello del Monte, diventa una gara che si concluderà con la vittoria dei Bonetti: nel 2018 la Giusi viene acquisita e diventa parte del Gruppo bresciano.  Eppure le radici restano qui, ben salde a Rudiano, ancorate al retaggio della Butunèra e alle prime macchine per l'automazione della produzione dei bottoni. All'inizio dell'avventura, l'origine e il punto di partenza di tante vite di famiglia. Alberto restò in azienda finché potè farlo, quando al timone c'erano già i figli. "Spesso i passaggi generazionali non sono semplici, ma per noi è stato facile. Anche recentemente, negli ultimi anni, di volta in  volta andavamo a prenderlo in macchina, e lo portavamo in azienda" continua il figlio Vincenzo. Alcuni anni fa un gruppo di ex dipendenti organizzò una festa in suo onore. Una grigliata con l'immancabile spiedo bresciano, in uno dei capannoni, in occasione di un'inaugurazione. C'erano gli amici, i familiari, e i nipoti. La sorpresa finale lo fece commuovere. Alcuni dipendenti avevano ritrovato, restaurato e rimesso in funzione la «Be-Ti», la prima macchina costruita dalla Bonetti, cinquant'anni prima, e battezzata con la crasi delle sillabe iniziali dei nomi dei gemelli Berto e Tino (Ferrante). L'idea geniale, il gesto che unisce cervello, mani e cuore in un progetto che funziona. L'essenza del Made in Brescia, forse. Di certo, lo stile e la cifra di una generazione di innovatori e pionieri.

Oggi pomeriggio i funerali

Alberto Bonetti lascia la moglie Ida, i tre figli con il genero Paolo, le sorelle Adele e Valentina, e gli adorati nipoti Paola, Stefano con Elisa, Michela, Paolo, Alberto, Giorgia e la pronipote Camilla. Oggi pomeriggio (mercoledì 2 ottobre 2024) alle 15, saranno celebrati i funerali, in paese.

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